Oggi domenica, dominigu 7 giugno, de lampadas 2015
- Gli appuntamenti in tutta la Sardegna sulla pagina fb dedicata.
Gli eventi di oggi segnalati da Aladinpensiero sul blog Aladinews agorà. PUNT ‘E BILLETTU: La Scuola Popolare dei lavoratori di Is Mirrionis. Oggi tutta la Sardegna in piazza per il No alle scorie nucleari!
.
—————————————————————————
————————————————————————————
A grande richiesta, riprende la programmazione del film “Dimmi che destino avrò”. Il film è in programma lunedì 8 giugno, presso il cinema Odissea in Viale Trieste. L’orario degli spettacoli è il seguente: ore 19,15 – ore 21,30. Sarà presente l’attrice protagonista Luli Bitri.
- Una scheda informativa con il trailer.
“La nostra quarantena” in prima assoluta alla Mostra del cinema nuovo
La pellicola del regista sardo già richiesta da diverse rassegne internazionali
Film sul dramma del lavoro
Marcias al festival di Pesaro. Su La Nuova Sardegna on line, 6 giugno 2015
PESARO È uno dei più importanti festival cinematografici italiani, con una storia ormai di mezzo secolo: la Mostra internazionale del Nuovo Cinema di Pesaro. La nuova edizione, presentata ieri, si svolgerà dal 20 al 27 giugno e il programma presenta tra gli eventi speciali l’anteprima dell’ultimo film di Peter Marcias. La serata di chiusura sarà l’occasione della prima del nuovo lungometraggio del regista oristanese: “La nostra quarantena”. Il film, sceneggiato da Gianni Loy e con protagonista Francesca Neri e Moisè Curia, uscirà poi nelle sale a settembre distribuito da Cinecittà Luce. Inoltre al recente mercato di Cannes ha avuto richiesta da diversi festival internazionali ed è stato venduto in Marocco, Francia e Portogallo. Al centro della vicenda raccontata nel film – prodotto dalla Capetown srl di Camillo Esposito con il patrocinio di Sardegna Solidale e il sostegno della Fondazione Sardegna Film Commission – una docente universitaria che insegna a Roma e uno studente che viene inviato a Cagliari per realizzare un reportage su un gruppo di marinai marocchini bloccati nel porto di Cagliari in stato di sciopero perché senza stipendio da mesi. «Sono partito da un fatto di cronaca, quello della nave Kenza sotto sequestro per mesi – spiega Marcias –. Un episodio dal quale si sviluppa poi il tema centrale del film che sposta l’attenzione su una questione semplice, se vogliamo perfino banale: come può un giovane studente italiano e prossimo alla ricerca di un’occupazione, addentrarsi in un terreno complesso e spinoso come i diritti del mondo del lavoro? Da qui parte “La nostra quarantena”, che getta uno sguardo sul nostro Paese immobile e nello stesso tempo “porto” di migrazioni. Su quella nave la città di Cagliari sembra lontana, il mondo solo un’ombra fugace. L’unica vera realtà è il tempo, un tempo che scorre incessante ed impietoso, che assiste alla rappresentazione di un piccolo dramma che simboleggia il dramma universale del lavoro. Ho provato a metter in luce la sospensione dei corpi, la paura. Insieme alla bellezza del nostro Paese, alla ricerca di una verità e soprattutto dell’incomprensione che attraversa l’identità dei nuovi individui racchiusi come in quarantena». La settimana del festival sarà caratterizzata da numerose visioni, film nuovi e classici come “Lo squalo” di Spielberg che, a 40 anni esatti dalla sua uscita, è stato scelto come film d ‘apertura. Tra gli eventi da ricordare anche un importante omaggio a Pier Paolo Pasolini. (f.b.)
—————————————————-
Da La Nuova Sardegna on line 7 giugno 2015
Piccoli ma inadeguati passi in avanti negli ultimi mesi. Istat: in coda a tutti per l’inserimento di giovani laureati e diplomati
Dramma disoccupati: quota 7 milioni
ROMA L’occupazione è tornata a crescere lievemente nel primo trimestre 2015 ma la strada da percorrere è ancora lunga per agganciare l’Europa e tornare ai livelli pre crisi: lo confermano le statistiche Istat secondo le quali nel primo trimestre 2015 c’erano ancora quasi 7 milioni di persone disponibili a lavorare (ai 3,3 milioni di disoccupati vanno aggiunti 3,5 mln di persone che pur essendo disponibili all’impiego non cercano attivamente e quindi rientrano tra gli inattivi) ma senza occupazione. Sulla necessità di investire sul lavoro come primo obiettivo della politica si è espresso il premier, Matteo Renzi definendo il reddito di cittadinanza «incostituzionale» e «la cosa meno di sinistra che esista. Compito della politica – ha detto – è creare le condizioni perché ci sia lavoro per tutti e non assistenzialismo». La prossima settimana il consiglio dei ministri dovrebbe dare il via libera agli ultimi decreti attuativi del jobs act, tra i quali la riforma degli ammortizzatori sociali con l’estensione della cassa integrazione anche alle imprese più piccole (con un contributo variabile a seconda delle dimensioni tra lo 0,45% e lo 0,65% della retribuzione) e la stretta sulla durata dell’indennità. L’Italia ha ancora un tasso di disoccupazione superiore alla media Ue (nella media 2014 12,7% contro il 10,2% dell’Ue a 28 e l’11,6% dell’area euro) ma soprattutto ha un tasso di attività (occupazione più disoccupazione) di quasi 10 punti inferiore alla media Ue. Tra i 15 e i 64 anni nel 2014 solo il 63,9% delle persone era nel mercato del lavoro, il livello più basso in Europa (72,3% l’Ue a 28). L’Italia in questi 10 anni ha fatto passi avanti inferiori alla media. La responsabilità del divario con l’Ue è soprattutto del basso tasso di attività femminile (54,4%), di oltre 12 punti inferiore alla media Ue e di circa 25 punti rispetto alla Svezia (79,3%). Oltre tre milioni su 7 di coloro che sono senza lavoro pur essendo disponibili a lavorare, sono persone con meno di 35 anni. Sono, infatti, in questa fascia di età (15-34 anni) 1.663.000 disoccupati e 1.347.000 tra coloro che si dicono disponibili a un impiego ma non hanno fatto azioni di ricerca nelle settimane precedenti la rilevazione. Una parte consistente sono scoraggiati, ovvero persone che non cercano impiego perché ritengono di non poterlo trovare. E un segnale di questa difficoltà è in un’altra statistica Eurostat sulla percentuale dei giovani che lavorano entro tre anni dalla laurea: l’Italia è la peggiore dopo la Grecia con appena il 49,6% dei laureati tra i 20 e i 34 anni che lavora a meno di tre anni dalla laurea. Una percentuale di quasi 30 punti inferiore alla media Ue a 28 (78,3%) e in netto peggioramento rispetto al 2008 (quasi 18 punti dato che era al 67%). Nello stesso periodo la media Ue a 28 ha perso meno di 7 punti. Le differenze con gli altri Paesi sono significative, a partire dalla Germania che registra un tasso di laureati occupati a tre anni dal titolo del 92,4%, in crescita dall’89,6% del 2008. Solo nell’ultimo anno in Italia si sono persi oltre 5 punti (dal 54,7% al 49,6%) mentre la Francia si manteneva vicina all’80% (dal 79,5% al 78,2%) e il Regno Unito viaggiava sull’83% (dall’84,7%). Le percentuali sono ancora più drammatiche si si guarda a chi ha un lavoro entro tre anni dal termine del periodo formativo avendo col diploma: tra i 20 e i 34 anni l’Italia è all’ultimo posto con il 36,9% di occupati, peggio della Grecia (38,4%).
Lascia un Commento