L’edificio ex asilo ed ex centro sociale che ospitò la Scuola Popolare di Is Mirrionis è sempre un rudere modello Beirut bombardata. Nonostante presunti progetti, mai ufficializzati e mai concretizzati. Cosa fanno l’Istituto Area e il Comune? I cittadini hanno diritto di sapere. Intanto ne riparliamo domenica 10 nell’ambito di “Monumenti aperti”

DOCUMENTAZIONE VERTENZA SCUOLA POPOLARE
Scuola Popolare Is Mirrionis IL RUDERE

Mozione sull’ex asilo (poi centro sociale) sito nella piazzetta di via Is Mirrionis tra la via Cadello, la via Baronia e la via Cornalias.
Presentata in Consiglio comunale il 28 ottobre 2014, ma mai messa in approvazione per decisione dei capi gruppo, nonostante il tentativo di varare un testo emendato, edulcorato di ogni aspetto di possibile contrapposizione rispetto al progetto “case per disabili” ***[per completezza a fine pagina viene riportata la parte emendata della mozione, che riguardava solo il dispositivo finale]. Su tutto ha prevalso la volontà di evitare “frizioni” con Area-ex Iacp. Scrive Francesca Ghirra, la promotrice della mozione, che i capi gruppo “… hanno preferito ritirare la mozione e rimandarla alla commissione toponomastica per quanto attiene l’intitolazione. In seguito all’audizione dei dirigenti di Area pare sia emerso che l’edificio sia di loro proprietà e che, trattandosi di una zona B, stiano per realizzare l’intervento per costruire 4 appartamenti per disabili, andando verosimilmente a stravolgere la struttura esistente. Purtroppo, vista la situazione case disabili, il fatto che il progetto pare sia realmente finanziato e il braccio di ferro che si rischiava di innescare anche su Sant’Elia, si è preferito agire in questa maniera…”. Questo “aggiornamento” è del 28 novembre 2014. Dopo di che: silenzio su tutti i fronti!
- segue –
Mozione sull’ex asilo (poi centro sociale) sito nella piazzetta di via Is Mirrionis tra la via Cadello, la via Baronia e la via Cornalias

Premessa

Negli anni Cinquanta, il quartiere di Is Mirrionis – come altri quartieri della città – è stato oggetto di interventi di edilizia residenziale pubblica a opera del Comune e di diversi Istituti che hanno curato la realizzazione dei piani di edilizia sovvenzionata che nel tempo si sono succeduti: a partire dall’INA Casa, fino alla Gescal e, in ultimo, lo IACP (più tardi trasformatosi in Area).

In generale questi interventi, realizzati in un clima di grande crisi e instabilità economica in cui occorreva dare alloggio immediato alle decine di migliaia di sfollati provenienti dal centro storico della città e dai paesi dell’interno, hanno costituito una valida risposta alle esigenze abitative dei ceti popolari, con rispetto della qualità materiale dell’edilizia, la presenza di servizi e l’utilizzo di standard urbanistici elevati in termini di dotazione di spazi verdi, distacchi stradali, distanziamento tra corpi di fabbrica, tutelando in certa misura il territorio da logiche di tipo speculativo.

Detti requisiti qualitativi sono riscontrabili in diverse zone del quartiere e, in particolare, nella zona del quartiere sita tra la via Cadello, la via Baronia e la via Cornalias, a cui si riferisce specificamente la presente mozione.

La conformazione di detta zona del quartiere, in cui il numero di piani degli edifici diminuisce man mano che ci si sposta verso la piazza interna centrale e in cui le sezioni stradali si restringono e diventano più ”tortuose” via via che ci si avvicina agli spazi pubblici, garantisce l’“isolamento” degli spazi pubblici dai grandi flussi e genera uno spazio raccolto, attraversato quasi esclusivamente dai residenti e adatto alla vita di quartiere.

I servizi pubblici, non esclusivamente di tipo commerciale, sono stati progettati e realizzati per garantire l’autosufficienza al rione con attrezzature a disposizione dei cittadini, molte delle quali di carattere sociale ed educativo: lo spazio pubblico centrale, destinato a verde, con porticato (ora non più esistente) e panchine (recentemente ripristinate dal Comune), così come il centro sociale (ora in totale degrado), avevano compiutamente definito una vera e propria “unità di vicinato”, integrata da un sistema di spazi aperti più piccoli ricavati tra le costruzioni.

Il progetto prevedeva anche un campetto da gioco, programmato ma mai realizzato.

È da mettere in evidenza come tali inerventi, tra l’altro progettati da illustri architetti, come Maurizio Sacripanti, costituiscono modelli esemplari, oggetto di riconoscimento e di studio nelle Università, tra le quali quella di Cagliari, a opera della Facoltà di Architettura (vedasi saggio di Antonella Sanna, Enrico Corti e altri su “L’Architettura INA Casa (1949-1963) – Gangemi Editore Spa”).
Infatti, l’intervento di Sacripanti può essere considerato un esempio magistrale di Edilizia Residenziale Pubblica in cui gli spazi esterni diventano una estensione dell’alloggio, nell’ottica di favorire la vita all’aperto, la socializzazione degli abitanti e il gioco dei bambini a differenza di tanti altri esempi esistenti in città e in tutta Italia.

Tra le dotazioni di carattere sociale ed educativo del quartiere è stato citato il Centro sociale nel tempo utilizzato anche come asilo. Ma la più recente utilizzazione dell’edificio è stata quella di centro culturale e sede del comitato di quartiere e, soprattutto, di una vivace esperienza di Scuola Popolare dei Lavoratori, che negli anni Settanta ha consentito a centinaia di lavoratori del quartiere e del resto della città di acquisire una seria preparazione culturale, acquisendo – in alcuni casi – il titolo di licenza elementare e – nel maggior numero dei casi – media inferiore.

Tale circostanza ha consentito a molti lavoratori miglliori prospettive di lavoro e, spesso, il proseguimento di ulteriori percorsi formativi.

Questa esperienza, condotta da un gruppo di universitari e laureati, che si poneva nella scia degli insegnamenti di don Lorenzo Milani, pensatore cattolico e animatore della Scuola Popolare di Barbiana, ha costituito un grande esempio di solidarietà sociale e di pratica di riscatto culturale dei ceti popolari che oggi sembra importante ricordare, valorizzare, riproporre nei suoi elementi fondanti di solidarietà e impegno sociale e culturale.

Attualmente lo stabile versa in stato di grande degrado, che è importante superare per restituire la struttura al suo utilizzo più congeniale, al servizio del quartiere e della città.

Rilevato che
il quartiere di Is Mirrionis è il quartiere più popoloso dell’intera città – i dati del censimento del 2011 rilevano 13 mila residenti e 2 mila fuori sede (quasi il 10% dell’intera popolazione cittadina) -, di cui oltre il 25% è rappresentato da persone anziane.

Il tasso di disoccupazione è del 22% e si constata un alto abbandono scolastico. I dati sull’istruzione dicono che la percentuale di persone con la licenza elementare è del 20,04%, media del 31,7%, il 25,4% dispone di un diploma e il 14,8% di una laurea o di un diploma universitario.

Nonostante la presenza di numerosi servizi di carattere commerciale, si rileva l’assenza e la necessità di spazi di aggregazione sociale. Il quartiere è, infatti, molto carente rispetto alle esigenze dei residenti.

Il quartiere di Is Mirrionis è caratterizzato da un’altissima densità di studenti universitari e di persone anziane e la presenza di un Centro sociale rappresenterebbe un’occasione di socializzazione e confronto tra generazioni.

All’interno del quartiere, specificamente nella zona considerata, non sono presenti presidi di natura socioculturale.

L’Agenzia Regionale per l’Edilizia Abitativa intende realizzare all’interno dell’edificio 4 alloggi per persone con disabilità.

Il Consiglio comunale impegna il Sindaco e la Giunta

- ad aprire un’interlocuzione con Area affinché l’edificio dell’ex Centro sociale venga recuperato e utilizzato per attività di servizio – preferibilmente di carattere socio culturale – per il quartiere e per la città e non a fini residenziali e che vengano individuati locali più idonei in cui realizzare le abitazioni per persone con disabilità;

- a intitolare la piazza su cui prospetta l’edificio alla “Scuola popolare dei lavoratori” in memoria dell’attività meritoria svolta in quei luoghi e del fermento culturale che li ha caratterizzati, che tuttora costituiscono sprone all’impegno sociale e culturale per il quartiere e per la città.

Francesca Ghirra
Sergio Mascia
Sebastiano Dessì
Filippo Petrucci
Enrico Lobina
Giuseppe Andreozzi
Matteo Lecis Cocco Ortu

——————————

*** MOZIONE EMENDATA esclusivamente nel DISPOSITIVO FINALE, come sotto riportato.
(…)
Il Consiglio comunale impegna il Sindaco e la Giunta

- a intitolare la piazza su cui prospetta l’edificio alla “Scuola popolare dei lavoratori” in memoria dell’attività
meritoria svolta in quei luoghi e del fermento culturale che li ha caratterizzati, che tuttora costituiscono
sprone all’impegno sociale e culturale per il quartiere e per la città;

- ad aprire un’interlocuzione con Area per verificare lo stato della progettazione degli alloggi per persone
con disabilità e l’eventuale cronoprogramma degli interventi sull’edificio esistente;

- nel caso in cui non esista ancora un progetto esecutivo, di valutare che l’edificio – o almeno una parte di
esso – venga utilizzata per attività di carattere socioculturale e di aggregazione in modo da dare risposta
alle richieste del quartiere e recuperare la qualità urbanistica e architettonica del complesso;

- perché – vista l’emergenza abitativa che caratterizza la città di Cagliari – vengano individuati ulteriori
locali in cui realizzare alloggi popolari adeguati anche per persone con disabilità.

Francesca Ghirra
Sergio Mascia
Sebastiano Dessì
Filippo Petrucci
Enrico Lobina
Giuseppe Andreozzi
Matteo Lecis Cocco Ortu
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