Oggi 5 maggio SCIOPERO GENERALE DELLA SCUOLA
- La manifestazione in Sardegna.
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Da La Nuova Sardegna del 5 maggio 2015
politica e società
Il tentativo di Landini di dare rappresentanza al dissenso
di Ruggero Roggio
Dopo il successo della manifestazione del 28 marzo, il “cantiere” Landini inizia ad avere contorni meno sfumati sui ruoli del reticolo associativo del Terzo Settore. Coalizione Sociale chiama la società civile alla partecipazione politica. Scuote una generazione di esclusi, i figli di quelli che Moretti mandava a vedere il sole sorgere mentre l’alba scaldava loro le spalle. Dubito che Landini creda in un partito costruito su mugugni Pd, sinistra antagonista, Vendola, consapevole della realtà dei numeri sperimentata da Ingroia, ma anche da Michela Murgia nei loro progetti di rappresentare la società civile trasferendone la ricchezza partecipativa nelle istituzioni. Non è realistico l’uso del reticolo associativo dei “mondi vitali” per un partito di sinistra; come talune ipotesi, sulla memoria dei Comitati Civici di Gedda per la Dc degli esordi, o Publitalia per Berlusconi. Landini discute del deficit di rappresentanza di una società mediatica, condizionata da partiti deboli e leader forti. Convinto della crisi della forma partito e del sindacato (la Cgil rinnoverà a breve la sua dirigenza). Consapevole che non bastano due o tre slogan perché i conflitti evidenzino interessi rappresentati ed esclusi. Iniziative tutte da definire: se la Fiom sostiene un referendum contro il Jobs Act, la Cgil preferisce una legge di iniziativa popolare. Divisi, seppure uniti contro il Pd, che ha spostato il baricentro costituzionale dal Lavoro all’Impresa, attestato sul realismo europeista. I sondaggi registrano un 10% di consensi al partito di Landini e Ilvo Diamanti gli attribuisce anche consensi maggiori, ma fuori dalla zona medaglia. Leader del dissenso per consenso costruito in TV e reti sociali, ma pur sempre correttore di bozze di una narrazione rigida, come può spiegare Tsipras. Il contesto internazionale mostra opposizioni politiche oltre la sinistra storica: Occupy Wall Street, Podemos, Syriza. In Italia la “post sinistra” anticapitalistava dai movimenti localistici (i Nimby della No Tav) ai centri sociali; dagli indignati di Report (che ha valso alla Gabanelli la ‘quirinabilità’) al Movimento 5 Stelle, oggi lacerato nei gruppi parlamentari ma stimato di buone percentuali di voto. Un invito a ripensare la politica è ravvisabile nell’Esortazione Apostolica di Papa Francesco – “Evangelii Gaudium” – censura del capitalismo “estrattivo”. In Sardegna la galassia indipendentista si allea all’ambientalismo militante a difesa del territorio contro servitù militari e spregiudicato utilizzo del territorio (Tossilo, Cossoine), Sardegna deposito di scorie nucleari. La sollecitazione di Landini ad un network delle associazioni del privato sociale vuole superare il “potere di veto” elettorale: se non un Podemos neppure un “Non Possumus”, che fu dei cattolici alla politica. Comunque mette a nudo la demarcazione tra società politica e società civile, una crisi di rappresentanza che l’astensionismo rende evidente. Pone il problema della Polis. Quale spazio per il welfare contenuto dai tagli di spesa e accentramento dello Stato. Il privato sociale (cultura, sport, ambientalismo, socializzazione) non ha più margini per chiedere al Governo ‘sovraccarichi di persuasività’ (Ardigò). La fase della democrazia diffusa o partecipativa, comunque subalterna agli assetti istituzionali, non fa parte dell’Agenda Renzi. Come ha detto Don Ciotti a Bologna e come dice Luca Ricolfi a Biennale Democrazia, la Terza Società non chiede solo risposte ma pone domande. Ai precari ed esclusi dal lavoro i Governi dell’emergenza sottraggono diritti in cambio di azioni congiunturali – Job Act e bonus assunzioni – i cui esiti stentano ad innescare incrementi di domanda. Un terzo del mondo lavorativo senza rappresentanza politica affianca i garantiti del settore pubblico e privato. Qui il tentativo di Landini: portare ad emersione le contraddizioni e dare all’arcipelago del dissenso consapevolezza e sintesi unitaria. Colmare questo vuoto di rappresentanza ha sapore di democrazia.
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