Caravaggio

Caravaggio OdescalchiCaravaggio poco conosciuto: “Saulo sulla via di Damasco”. Fu la prima versione del dipinto sul tema “La caduta da cavallo di S.Paolo”, conservato nella Cappella Cerasi di S.Maria del Popolo, molto più conosciuto e apprezzato. Perchè fu ritenuto “non idoneo” dal punto di vista iconografico? Per l’immagine troppo umana di Gesù discendente in volo dall’alto, sorretto da un Angelo. Oggi possiamo dire, senza paura di sbagliare, che è un capolavoro anche questo, seppure molto più teatrale e formalmente “complicato” del successivo.

Alcune informazioni dalla rete
IL CARAVAGGIO ODESCALCHI (per quanti si trovassero a Roma venerdì 17 aprile e non solo). – segue -
Venerdì 17 aprile Spazio Libero propone una visita in esclusiva all’interno di Palazzo Odescalchi a Roma per ammirare una tra le poche opere di Caravaggio in collezione privata. Si tratta di un dipinto a olio su tavola raffigurante “La Conversione di San Paolo” (o Conversione di Saulo) noto come il Caravaggio Odescalchi per distinguerlo da un altro dipinto sullo stesso tema, conservato nella Cappella Cerasi della basilica di Santa Maria del Popolo a Roma. L’opera fu realizzata tra il 1600 e il 1601 dal pittore Caravaggio per Monsignore Tiberio Cerasi (Tesoriere Generale della Camera Apostolica sotto il papato di Clemente VIII), per essere poi posizionata nella Cappella che il prelato aveva acquistato nella chiesa di Santa Maria del Popolo a Roma. Ma il 4 maggio 1601 il Cerasi morì, quando i lavori di restauro della Cappella non erano ancora iniziati. Lo stesso Caravaggio non poté pertanto consegnare la sua opera e decise di conservarla presso il suo studio in attesa del compimento dei lavori di restauro della Cappella.
La scena ritrae il momento topico della conversione di Paolo (descritto in Atti 26,12-18): quello in cui a Saulo, sulla via di Damasco, appare Gesù Cristo in una luce accecante che gli ordina di desistere dal perseguitarlo e di diventare suo «ministro e testimone». Caravaggio raffigura Gesù come assistito e sorretto da un angelo, mentre Paolo, caduto dal cavallo, con le mani a coprire gli occhi accecati dalla luce divina, è affiancato da un anziano armigero. Il fiume che si scorge dietro le figure è l’Aniene.

Successivamente, in virtù di un nuovo accordo con gli eredi del Cerasi, Caravaggio realizzò una seconda versione su tela del dipinto che venne collocata nella Cappella Cerasi.

Dopo esser passato di proprietà diverse volte, La Conversione di San Paolo giunse alla famiglia Odescalchi di Roma, che oggi la possiede.

Le spiegazioni degli storici dell’arte sulla realizzazione di due opere differenti sono due. La prima si basa su quanto affermò il pittore e biografo Giovanni Baglione, acerrimo rivale del Caravaggio, secondo cui i primi dipinti realizzati «non piacquero al padrone» e «se li prese il Cardinal Sannesio». D’altro canto, la mancanza di fonti conosciute in merito a un possibile rifiuto teologico o stilistico delle opere, e il fatto che il Cerasi, morto nel 1601, potrebbe non aver mai visto le opere completate, fanno pensare gli storici anche a un’altra ipotesi. Quella cioè che i due dipinti non siano stati più ritenuti idonei dallo stesso Caravaggio in seguito al completamento dei lavori di restauro della Cappella, dai quali derivò una nuova e più ridotta spazialità architettonica.

Per partecipare alla visita è obbligatoria la prenotazione: info@spazioliberocoop.it

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