Augurios mannos a sa CSS in sas fainas de su settimu Cungressu: de credere galu prus forte in s’identidade sarda comente cussentzia de istoria, de limba e de cultura, in manera de affortire un’identidade economica, ambientale e turistica

css 7 congressoIl messaggio (in lingua sarda) dello scrittore Bachisio Bandinu al 7° Congresso nazionale della Confederazione sindacale sarda

Bachis BandinuBachisio Bandinu ha scritto questo messaggio al 7° Congresso della Confederazione sindacale sarda (CSS) tenutosi domenica 22 marzo a Cagliari.

De pessone e comente Presidente de sa Fondazione Sardinia, apo su piaghere de fachere augurios mannos a sa CSS in sas fainas de su settimu Cungressu. Auguriu de sichire e de affortire s’impignu de unu sindacatu chi, già in s’istatutu suo, ponet su populu e sa nazione sarda comente mere de su destinu suo. Trint’annos de testimonia a profetu de sa sotzietate sarda, in defensa de su traballu e sa dignitate de sa zente nostra: un’impignu chi mescamente oje devet parare fronte a sos bisonzos dolorosos de sa comunitate sarda. Sa fide chi amus totucantos in sa CSS nos cunfortat in sa gherra contra s’economia de sa dependentzia, contra s’isfrutamentu de su territoriu sardu chi cherent ponnere a cardu e a cannas, contra s’isfrutamentu de sole e de ventu a profetu de sos capitales istranzos, contra sas industrias e sas bases militares chi avvelenant terras e pessones. S’auguriu est de credere galu prus forte in s’identidade sarda comente cussentzia de istoria, de limba e de cultura, in manera de affortire un’identidade economica, ambientale e turistica, Bonas fainas,

Bachis Bandinu.
——————
- Sul sito della CSS il testo integrale della relazione del segretario nazionale della CSS Giacomo Meloni al Congresso.

Breve nota su Bandinu scrittore

L’antropologo Bachsio Bandinu, Presidente della Fondazione Sardinia, è autore di suggestivi saggi sull’’Identità sarda. Nel 1976 scrive (con Gaspare Barbiellini Amidei) Il re è un feticcio, per l’editore Rizzoli, riedita nel 2003 dalla casa editrice Ilisso di Nuoro con una nota introduttiva di Placido Cherchi. Il saggio analizza il processo di trasformazione del mondo pastorale: gli oggetti nel loro valore d’uso, di scambio e di relazione simbolica, sono gli attori che recitano la scena della trasformazione antropologica della Sardegna negli anni 1950-75. Il campo investigativo è l’ambiente pastorale: Bitti (campu e bidda) che assurge a campione di ricerca dell’indagine empirica. Dall’analisi dei cambiamenti in seno alla composizione dello spazio e del tempo, dell’arredo e del vestiario, della lingua e dei linguaggi, delle abitudini alimentari e dei rapporti interpersonali nasce il romanzo di cose: le cose che un tempo hanno vissuto con gli uomini hanno poi finito con l’assumere lo statuto dell’estraneità e del feticismo. È il diario della prigionia tra gli oggetti non più custodi di memorie, meri feticci che rendono più difficile all’uomo la lettura della propria esistenza. Il re è un feticcio ha ottenuto il Premio Campione (1976).

Lo stesso argomento verrà approfondito ne Il Pastoralismo in Sardegna, Cultura e identità di un popolo, pubblicato dall’editore Zonza di Cagliari nel 2006. Sempre per la Rizzoli nel 1980 scrive Costa Smeralda (aggiornato nel 1994 in Narciso in vacanza per la casa editrice AM&D di Cagliari) che studia e analizza i caratteri del turismo di lusso e più in generale il fenomeno turismo come operatore di trasformazione dell’ambiente, dell’economia e della cultura sarda.

Nel 1997 pubblica Lettera a un giovane sardo, che sarà un vero e proprio best seller con più di otto mila copie vendute. In questa Lettera l’Autore osserva e descrive l’arcipelago giovani nella duplice appartenenza al villaggio locale e alla cultura globale, appartenenza vissuta spesso in forme contradditorie.

Nel 2003 scrive (con Placido Cherchi e Michele Pinna) il saggio Identità, cultura, scuola. pubblicato dalla casa editrice. Domus de Janas di Cagliari. Ma la sua ricerca più importante e più impegnativa, che indaga sugli aspetti più profondi dell’identità e della cultura antropologica sarda viene elaborata nell’opera La maschera, la donna, lo specchio scritta nel 2004 per le Edizioni Spirali di Milano: uno straordinario affresco in cui analizza la maschera, il rito, il mito come esperienza del corpo e della scena, senza più il discorso della morte.

Nel 2007 scrive insieme al sociologo Salvatore Cubeddu Il Quinto Moro. Soru e il sorismo, per la casa editrice Domus de Janas di Cagliari, dove viene descritta la figura di Renato Soru, il presidente della regione sarda nella XIII legislatura (2004-2008). L’intendimento del libro è quello di suscitare un dibattito per tentare di porre al centro una nuova definizione della Sardegna.

Nel 2008 scrive Lingua sarda e liturgia, (con Antonio Pinna e Raimondo Turtas), pubblicato da Domus de Janas.

Nel 2010 scrive Pro s’Indipendentzia un libro-provocazione in cui affronta il tema dell’indipendenza della Sardegna nelle sue implicazioni culturali e politiche e nelle sue possibilità mentre nel 2011 Il Maestrale pubblica il suo romanzo L’amore del figlio meraviglioso.

Lascia un Commento

L'indirizzo email non verrà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

*

È possibile utilizzare questi tag ed attributi XHTML: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <strike> <strong>