Ecce homo
ECCE HOMO: di Antonello da Messina (1470 circa), conservato a Piacenza.
Opera rivoluzionaria nell’ambito della pittura italiana: l’inquadratura è ravvicinata, un primo piano al contrario del tipico “campo lungo” della pittura italiana del tempo. L’espressione di patimento, l’intensità dello sguardo, rivolto proprio a noi che guardiamo, ci rivela tutto lo sconforto per la solitudine, l’abbandono e per il tradimento sofferti, più che per il dolore fisico. Gesù è incoronato di spine e porta una corda al collo (la corda dei condannati); piange lacrime vere che scivolano verso la piega amarissima della bocca.
Questa è la nostra civiltà che sa rappresentare “il divino” in forme umane sa conferire all’ “umano” le divine forme del Bello.
Lascia un Commento