8 marzo
con gli occhiali di Piero…
8 MARZO
Lo so che giorno è oggi.
Il giorno che tanti maschi si nascondono dietro un mazzolino di mimose.
Bisognerebbe ridargliele indietro.
—————————————————— La tavolozza di Licia
DONNE IMPORTANTI: L’Imperatrice Bizantina Teodora come appare nei mosaici della basilica di San Vitale di Ravenna (VI sec.). A quel tempo Ravenna, insieme con l’Esarcato e la Pentapoli, era parte dei possedimenti bizantini in Italia. (Anche la Sardegna, allora, ne era parte).
- L’Imperatrice Teodora, moglie di Giustiano, imperatore d’ Oriente (Bisanzio). Teodora venne incoronata nel 547: aveva 20 anni meno di Giustiniano ed era di umili origini. Figlia del guardiano degli animali dell’Ippodromo, alla morte del padre si guadagnò da vivere esercitando il mestiere di danzatrice, acrobata e, forse, cortigiana. Procopio di Cesarea ne dice peste e corna. Giustiniano si innamorò pazzamente di lei e nonostante il parere fortemente contrario dell’Imperatore in carica Giustino II e soprattutto di sua moglie Eufemia, la prese prima come amante e, divenuto imperatore, con una modifica alle leggi vigenti, che escludeva questo genere di persone dalla possibilità di sposare un patrizio, la sposò e la fece incoronare imperatrice. In realtà Teodora fu un’ottima consorte e intelligente compagna: collaborò alla revisione della legislazione romana e trattò abilmente la questione delle controversie religiose tra monofisiti e ortodossi. Ebbe due figli, Giovanni e Teodora. Morì ancora giovane. Con Giustiniano costituì una perfetta diarchia.
Il ritratto di Teodora è del pittore Benjamin Constant (Parigi, 10 giugno 1845 – Parigi, 26 maggio 1902).
————————————————————————– Bomeluzo 8 marzo
———————segue in intervista a Teodora
Dal Blog Farfalle eterne, sabato 27 dicembre 2014
Intervista impossibile a Teodora nel 1998/1999
Se lo avete notato, nel mio blog troverete diverse interviste che ho fatto. Ad artisti, blogger, youtuber… Non importava chi erano o cosa facevano nel campo dell’arte o altro.
Se avevo piacere di fargli o farle un’intervista, lo chiedevo e via.
Pensate che questa cosa dell’intervistare fosse una cosa recente?
E invece no.
Stanotte stavo cercando due libri di Gianni Rodari (uno dei numi tutelari della mia infanzia) e invece cosa ho trovato?
Un fascicolo intitolato “Noi e l’ambiente” fatto in seconda superiore.
Ognuno della classe aveva un compito e la professoressa di italiano me ne ha dato uno ovvero intervistare Teodora.
di Jean Joseph Benjamin Constant
Che cosa c’entra Teodora con l’ambiente?
Niente anche perché ho intervistato Teodora sulla sua vita e non sull’ambiente.
E vi faccio notare che le superiori le ho fatte in un istituto tecnico agrario.
Comunque, eccovi l’intervista.
Pubblichiamo questa intervista postuma in ricordo dell’imperatrice Teodora, che noi definiremmo una donna con i pantaloni, una femminista che ha avuto il coraggio di andare sempre avanti nonostante le difficoltà avute: insomma una donna OK.
Il nostro incontro è avvenuto a Costantinopoli, verso mezzogiorno, pochi mesi prima che lei morisse.
Imperatrice Teodora, buongiorno. Siamo dei ragazzi di Ravenna, curiosi di avere notizie sulla sua vita. Per favore, ce la può raccontare?
Ma certo! Era il lontano 500 d.C. quando io venni alla luce. Mio padre era un orsolaio, un guardiano di orsi. Ben presto tutta la mia famiglia fu coinvolta in questo mestiere: io, le mie sorella Comita ed Anastasia e mia madre, infatti, raccoglievamo i soldi. Mio padre però morì durante il regno di Anastasio ed allora io incominciai ad esibirmi nell’Ippodromo. Vedete l’Ippodromo in Costantinopoli era come il Foro per i Romani: era il nostro centro culturale.
Riscuoteva successo come danzatrice?
Eccome! I ragazzi venivano apposta per me e, durante i miei spettacoli, ridevano quando io fingevo paura oppure quando gridavo, gemevo e scappavo mentre delle oche cercavano di beccarmi. Si divertivano tutti, pure io.
Sappiamo che lei non ha scelto il suo mestiere, vero?
Già. Come mio padre Acacio, non ho scelto il mestiere. Per una donna bizantina l’alternativa era chiara: o il matrimonio o la prostituzione. Io scelsi la seconda: mi piaceva soddisfare uno o più uomini insieme. Ma dopo scelsi un’altra strada, un’altra vita per via di un episodio successo nella costa fra l’Egitto e l’Algeria. Io ero con un ricco mercante e con lui vissi come in una favola, ma purtroppo scoppiò una lite. Io non sono una donna dal carattere facile e remissivo e così lui mi abbandonò nuda e senza un quattrino. Per sopravvivere fui costretta a prostituirmi, ma dopo non lo feci più.
Ci può dire cosa fece dopo, per favore?
La cortigiana! Passavo da una corte all’altra facendo trascorrere ai potenti momenti di pura follia e di piacere. Era un po’ come prima, ma venni “ripagata” con il sapere che io apprendevo dai libri. Non durò molto neanche questa vita, però.
E come mai?
Perché incontrai Giustiniano durante le presentazioni degli spettacoli dell’Ippodromo. Io avevo poco più di vent’anni, lui ne aveva appena trentotto. Lo vidi asciutto, in ottima forma e riccamente addobbato. Così mi innamorai di lui. Suo zio era da poco stato eletto imperatore e lui aveva il compito di consigliarlo negli affari e nella politica.
Non era molto ben vista dagli zii di Giustiniano, vero?
Infatti. L’imperatrice Eufemia mi chiamava pubblicamente “la puttana”. Ciononostante riuscii a sposare il mio amato nel 527 d.C. dopo che l’imperatore Giustino morì pieno di acciacchi e deriso dai suoi sudditi.
Dopo essere diventata imperatrice cambiò qualcosa in lei?
Mi sentivo per la prima volta davvero importante e felicissima: avevo un compagno che amavo e che amo ancora ed un impero tutto mio. E poi esercitai una decisiva influenza sulla politica e sull’imperatore come durante la rivoluzione di Nika avvenuta nel 532 d.C. Io indussi Giustiniano a “respingere” i consigli di fuga datigli da ministri e generali, urlandogli che preferivo aspettare i miei assassini piuttosto che fuggire da vigliacca. Non l’ho mai fatto e non lo farò mai. Così io salvai il trono.
Mi scusi, ma lei è credente?
Prima no, anche se mi rivolgevo ai patriarchi per conoscere le origini di Dio, ma verso i quarantuno anni ho attraversato una crisi morale e religiosa. Ero presa dal senso di colpa per tutto quello che avevo fatto in gioventù. Ero convinta che le preghiere e la penitenza non mi avrebbero salvato. Così io decisi di liberare le giovani prostitute. Ma era una cosa rischiosa anche per un’imperatrice perché i mercanti del sesso erano appoggiati dagli sbirri. Alla fine trovai una soluzione: far rinchiudere tutte le prostitute nei monasteri. Là avevano trovato asilo, ma alcune ragazze non compresero il mio dono e si buttarono dalle più alte mura del monastero, sfracellandosi al suolo.
Un’ultima domanda: è contenta della sua vita finora?
Sì, anche se qualche volta ho sbagliato, sono più che contenta. Ho avuto dalla vita e poi io… io sono Teodora.
Qui finisce la nostra intervista. Due mesi dopo, Teodora si ammalo e morì di cancro. Tutta la popolazione e l’imperatore erano in lutto: ma qualcosa li angosciò ancora di più: la cupola di S.Sofia era crollata!
Le sole cose che ho modificato riguardano principalmente la punteggiatura. Del resto non ho toccato niente.
Come ho fatto ad avere queste notizie?
Ovviamente leggendo una sua biografia trovata nella biblioteca della scuola e il libro su Ravenna di Dario Fo che la professoressa mi aveva prestato.
Questa versione poi è la seconda che ho fatto.
In origine l’intervista era fatta mentre lei era ammalata. Poi era più lunga e c’erano molti più particolari come lei che raccontava del matrimonio e cosa consisteva appunto nel farsi beccare dalle oche.
In pratica metteva del mangime nella vagina e poi le liberavano.
La professoressa disse che non era il caso di inserire questo pezzo.
Allora come vi sembra questa intervista?
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[Materiale didattico. Le illustrazioni sono reperibili in rete]
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