Università della Sardegna. Spazio ai candidati a Rettore dell’Università di Cagliari

STUDENTI antica universita' di BolognaL’UNIONE SARDA
Cronaca di Cagliari (Pagina 17 – Edizione CA)
«L’Ateneo non è di serie B»
Maria Del Zompo si ribella: non ci sto al deserto del territorio
UNIVERSITÀ. La farmacologa ci ritenta, forte dei 349 voti della precedente sfida
LA NEUROSCIENZIATA MARIA DEL ZOMPO È UNA DEI CINQUE CANDIDATI ALLA CARICA DI RETTORE. UNA SFIDA CHE CULMINERÀ A MARZO, FORSE CON UN BALLOTTAGGIO: CHI VINCE PRENDERÀ IL POSTO DELL’USCENTE GIOVANNI MELIS.
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In questi cinque anni il pensiero di fare la Magnifica non l’ha mai abbandonata. Ed eccola qui, che ci riprova, Maria Del Zompo, forte anche di quel consenso record (349 voti) ricevuto la volta scorsa, al primo turno della competizione elettorale del 2009. Non ce l’ha fatta, allora. Ma oggi la farmacologa cagliaritana, allieva di Gessa, è pronta «più di ieri» a conquistare lo scettro di rettore (o forse rettrice, se preferirà) all’ateneo di via Università. È nel suo studio, al piano terra del San Giovanni di Dio, dove dirige l’Unità complessa di Farmacologia clinica, che parla di quel che vorrebbe fare se il timone di palazzo Belgrano passerà a marzo nelle sue mani.
Chi è Maria Del Zompo?
«La candidata con tre anime: l’anima del docente, che insegna Farmacologia, l’anima del ricercatore e l’anima del clinico».
A lei cosa piace di più, insegnare o far ricerca?
«Tutte e due. Ho scelto questo di mestiere, la figura universitaria che fa ricerca e didattica. Altrimenti avrei fatto il medico ospedaliero».
È la seconda volta… perché?
«Ci riprovo perché la volta scorsa sono stata la più votata alla prima votazione e sono uscita di scena, alla seconda, per una manciata di voti. Da subito i colleghi mi hanno detto, Maria, per favore, non mollare e da allora ho sempre combattuto per il nostro ateneo, imbrigliato in regole e provvedimenti sempre più asfissianti».
Dove vuole arrivare?
«A vincere, mi auguro. Credo nel valore università come tale, nella cultura che porta avanti, nell’università come ascensore sociale, unica vera realtà che ti dà la possibilità di migliorare la propria condizione sociale e lavorativa. Io ne sono la prova».
Cioè?
«Mio padre aveva la quinta elementare, così mia madre: loro hanno voluto fortemente che sia io che mia sorella avessimo una possibilità in più, quella che a loro non veniva concessa per questioni economiche».
Ormai l’università è accessibile a tutti?
«Così, così. In questi mesi si sta portando a compimento un percorso iniziato già nel 2009: vogliono ridurre al minimo il numero degli atenei e trasformare quelli che sopravviveranno in università di servizio, atenei di serie B, solo con lauree triennali, senza più ricerca. Ossia: desertificazione del territorio. Io non ci sto».
Come ribellarci?
«Dobbiamo recuperare il senso di appartenenza, condividendo tutto con studenti, docenti e personale: per me la chiara percezione dei problemi da parte di tutti, anche delle famiglie, ci aiuterà a fare le scelte adeguate».
Il problema vero sono i soldi.
«Io la penso così: grande attenzione al bilancio, agli indicatori ministeriali ed europei per portare a casa il massimo delle risorse ma senza dimenticare la nostra missione, quella di fare didattica. E la qualità della didattica dipende dalla qualità della ricerca».
Cose concrete?
«Oltre ai master e all’attivazione di convenzioni con altri atenei e industrie, penso alle Summer school, ai dottorati di ricerca per dei percorsi nei centri internazionali, ai programmi di mobilità degli studenti, da potenziare, e all’Ufficio Europa, per sostenere i gruppi di ricerca».
Non sarà troppo?
«Io sono pronta a rivendicare tutto questo. E, come me, sono sicura, il mio ateneo».
Carla Raggio
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Una donna di scienza e di cultura
Maria Del Zompo, cagliaritana, 63 anni. Dopo la laurea in Medicina inizia la sua carriera, sempre all’Università di Cagliari, come precaria nel ’79. Diventa ricercatore nel 1980. Più di due anni li trascorre alla “Biological Psychiatry Branch” del National Institute of Mental Health, a Bethesda (Usa), dove ha collaborato con John Tallman sotto la direzione di Robert M. Post. Attualmente è professore ordinario di Farmacologia nel corso di laurea di Medicina e Chirurgia, ha diretto il Dipartimento di Neuroscienze “B.B. Brodie”, e attualmente è direttore del dipartimento di Scienze Biomediche, il più grande dell’Ateneo. La sua attività clinica si svolge presso l’Unità complessa di Farmacologia clinica al San Giovanni di Dio, una struttura dedicata ad alcune patologie nell’ambito delle neuroscienze cliniche, come la malattia bipolare e l’emicrania. Molti i riconoscimenti per la sua attività scientifica, sociale e culturale: l’ultimo il premio “Aidda”, donna dell’anno nel 2007.

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