Il Rapporto 2015 Eurispes fotografa un Paese in crisi
(Regioni.it 2652 – 30/01/2015) Molti italiani non arrivano alla fine del mese e tagliano quindi le spese, e 4 su 10 pensano che sia quindi più utile uscire dall’euro.
Sono alcuni dei dati forniti dal Rapporto 2015 dell’Eurispes, l’indagine fotografa un Paese in gravi difficoltà.
Il 47% degli italiani non riesce ad arrivare a fine mese con le proprie entrate. E solo il 44,2% degli intervistati riesce ad arrivare a fine mese senza grandi difficoltà. Il 57% non riesce a fronteggiare spese importanti e per il 57,7% dei lavoratori è difficile fare progetti.
Per quanto riguarda l’uscita dall’euro, il 55,5% è convinto che lo si debba fare perché sarebbe la moneta unica il motivo principale dell’indebolimento della nostra economia. Nel contempo il venir sempre meno del potere d’acquisto è ormai considerato un dato di fatto per 7 italiani su 10 (71,5%) che hanno visto diminuire nettamente o in parte le capacità di affrontare le spese. E infatti aumentano le rateizzazioni anche per far fronte alle spese mediche. Il dato sui tagli sulle spese mediche (32,3%) va di pari passo con l’aumento delle rateizzazioni per coprire i costi per curarsi (46,7%,+24,3%). - segue -
Secondo Eurispes, nel 2014 il 46,7% degli intervistati ricorre alle rate per pagare cure mediche, si tratta di un incremento di 24,3 punti percentuali rispetto al 2013. Si pagano a rate anche automobili (62,4%), elettrodomestici (60,4%), computer e telefonini (50,3%).
Un italiano su tre (33,3%) ha chiesto un prestito bancario nel corso degli ultimi tre anni, che nel 7% dei casi è stato negato. I prestiti vengono contratti soprattutto per l’acquisto dell’abitazione (42%), ma anche per far fronte alla necessità di pagare debiti accumulati (29,3%), saldare prestiti contratti con altre banche/finanziarie (23,9%), affrontare le spese per cerimonie (23,3%) e per le cure mediche (23,3%).
Ci si rivolge più spesso a punti vendita economici come grandi magazzini, mercatini, outlet (lo fa l’84,5% contro il 75,3% dello scorso anno) e si rimandando gli acquisti ai saldi (l’88,2% vs l’82,9%). L’81,7% cambia marca di
un prodotto alimentare se più conveniente (+5,8). È aumentata di ben 13 punti la percentuale di chi si è rivolto ai discount (70,9%) per la spesa alimentare. I tagli si riflettono anche sugli articoli tecnologici, l’80,1% (+8,5),
quelli per la benzina, con un maggiore utilizzo dei mezzi pubblici (41,6%), quelle dedicate agli animali domestici (49,5%), per la baby sitter (53,5%) e per i collaboratori domestici (60,8%). Il 44,2% dei consumatori fa sempre più riferimento al mercato dell’usato (+18,3%), il 48,8% (+4,8) ha dichiarato di aver effettuato acquisti online per ottenere sconti e aderire ad offerte speciali.
Crolla il consenso verso le Istituzioni. Il governo raccoglie un tasso di fiducia al 18,9%, basso ma lievemente in crescita rispetto alle rilevazioni passate. Il Parlamento continua invece a segnare una diminuzione del grado di fiducia: 10,1%, il 6% rispetto al 2014. Molti passi indietro per la magistratura, al 28,8% con un crollo di consensi del 12,6%. Mentre cresce la popolarità di Papa Francesco (89,6%), un plebiscito che traina la fiducia nella Chiesa che tocca livelli (62,6%) mai raggiunti.
Preoccupanti anche i dati sugli “abbandoni” scolastici. Per Eurispes le dimensioni del fenomeno sono ancora molto elevate: 17% contro la media europea che si attesta a quota 11,9%. Peggio di noi soltanto Spagna e Portogallo, Malta e Romania. Esaminando anche la percentuale di laureati tra i 30 e i 34 anni emerge non soltanto che l’Italia é appena a metà strada dall’obiettivo fissato ma è anche molto indietro rispetto all’Europa.
L’Italia rimane tra i paesi più visitati (il 5/o per numero di presenze turistiche) ma riesce ad attrarre poco più della metà dei turisti diretti in Francia nello stesso intervallo di tempo, pur avendo ben circa il 25% in più di siti patrimonio dell’Unesco.
[Eurispes] Rapporto Italia 2015 Comunicato stampa – 30.01.2015
( a cura di Giuseppe Schifini / 30.01.15 )
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