Elezioni del nuovo Rettore dell’Università di Cagliari. Facciamo uscire il dibattito dal Palazzo. Spazio ai candidati. Le proposte della candidata Maria Del Zompo
Aladinews segue con grande interesse la campagna elettorale per l’elezione del nuovo Rettore dell’Università di Cagliari. Daremo spazio ai candidati che, lo ricordiamo, devono presentare il loro programma entro il 27 febbraio prossimo (oggi iniziamo con Maria Del Zompo, proseguiremo con gli altri candidati mano a mano che disporremo della loro documentazione). Daremo ovviamente spazio a commenti, proposte, riflessioni, che ci perverranno da chiunque abbia qualcosa di interessante da dire. Percorreremo la rete per pescare informazioni, documenti, etc. utili per diffondere quanto più possibile la partecipazione al dibattito e per favorire utili sintesi. Ribadiamo quanto abbiamo detto più volte, su Aladin e su altre News: l’Università è troppo importante per essere lasciata nelle mani dei soli professori, come la guerra in quelle dei generali.
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La LETTERA di MARIA DEL ZOMPO
Care Colleghe e cari Colleghi, docenti, tecnici e amministrativi
Care Studentesse e cari Studenti
del nostro Ateneo,
è un forte senso di appartenenza e la voglia di far continuare a crescere la nostra Università che mi spinge, con rinnovato impegno, a scegliere di proporre, per la seconda volta, la mia candidatura alla carica di Rettore. E’ stata una scelta difficile, sulla quale ho riflettuto a lungo, giacché molte cose sono cambiate, rispetto a sei anni fa, sia nel contesto sociale che culturale. Sono consapevole, come tutti noi, del difficile momento storico ed economico che sta vivendo il nostro Paese – e l’Europa tutta – e che si riflette pesantemente nell’Università Italiana e non di meno nel nostro Ateneo.
Accettare la sfida di costruire un futuro positivo in un contesto dai contorni a dir poco incerti, è certamente un passo molto impegnativo che va colto in tutta la sua complessità. Ma il desiderio di essere parte attiva e proponente affinché, con una progettualità fortemente innovativa, il nostro Ateneo possa tener testa a questo momento critico è forte e mi accompagna. L’Ateneo cagliaritano ha antiche origini e vanta una notevole tradizione di studi e, pur con enormi difficoltà economiche, è riuscito ad affiancare e a sostenere la voglia di crescita della società sarda puntando, sempre e comunque, a mantenere più alti possibili i livelli qualitativi sia sul piano della didattica che su quello della ricerca. Per permettere alla nostra Università di continuare a svolgere il proprio ruolo ed essere protagonista non solo nel territorio, ma anche a livello internazionale, è necessaria una seria e profonda riflessione che insista sulla via del cambiamento considerando nuove sensibilità e nuove esigenze. Nella situazione contingente, avere questi obiettivi significa soprattutto trovare nuove soluzioni per ottimizzare le risorse, senza penalizzare la nostra offerta formativa né, tantomeno, la ricerca. - segue –
Gli incarichi istituzionali finora ricoperti mi hanno permesso di acquisire competenze di gestione e di coordinamento dipartimentale ed interdipartimentale che hanno arricchito e rafforzato quelle legate alla didattica e alla ricerca. Ho avuto modo di affrontare realtà composite, che hanno richiesto attenzione particolare per poter garantire, nel rispetto delle diversità e delle specificità, un governo incisivo ed efficiente. Da qui la convinzione che la chiara percezione dei problemi da parte delle persone e la condivisione delle scelte siano fattori irrinunciabili dell’operare, congiuntamente all’imprescindibile trasparenza del processo decisionale. L’aiuto concreto delle persone di volta in volta coinvolte nei diversi processi affrontati, si è rivelato cruciale ai fini del conseguimento di un “buon governo”. Ritengo, perciò, che il rinnovamento e l’ottimizzazione delle risorse in campo debbano passare attraverso una programmazione che, cogliendo tutte le esigenze rappresentate nel nostro Ateneo, coinvolga le diverse realtà con precise priorità.
Nell’allegato ho descritto, seppur brevemente, i punti principali che caratterizzano il progetto che ho in mente per la nostra Università: la riorganizzazione dell’offerta formativa, che il costo studente standard, deciso dall’attuale Ministro nel recente Decreto Ministeriale, rischia di compromettere; il sostegno alla ricerca, elemento fondamentale per una didattica di alto livello qualitativo; il potenziamento dell’internazionalizzazione sia per la didattica sia per la ricerca come elemento fondamentale di crescita dell’Ateneo; responsabilità collegiale e su delega nella gestione: pur mantenendo tutte le prerogative derivanti dalla carica, il ruolo del Rettore dovrà essere a mio avviso quello di coordinare un sistema di governo in cui le tre realtà universitarie (studentesca, tecnico-amministrativa, docente) possano interagire con uno spirito di collaborazione e compartecipazione; imprescindibile il miglioramento della qualità dei servizi che si offrono agli studenti, dalla difesa del diritto allo studio, all’orientamento pre e post lauream; anche il rapporto con il territorio non può prescindere dalla consapevolezza della esistenza di realtà diverse e deve quindi essere favorito da una presenza e da una partecipazione costante e visibile dell’istituzione universitaria.
Il programma, nella sua forma definitiva e più dettagliata, sarà il risultato anche della discussione e del confronto, peraltro già iniziati, con tutti voi.
Pur nella consapevolezza che il contesto economico, con le scelte politiche nazionali sullUniversità ancora oggi a dir poco discutibili, è e sarà ancora molto critico, per un tempo che non si prospetta purtroppo breve, sono comunque convinta che i margini di crescita ci siano. Occorre saperli cogliere. Nel confermare la disponibilità ad affrontare il compito e insieme la volontà di mettermi, se lo vorrete, al servizio dell’Ateneo, con un progetto costruito per valorizzare, senza eccezione alcuna, le risorse didattiche e scientifiche che nella loro diversità, costituiscono, loro, la ricchezza del nostro Ateneo.
Mi piace salutarvi con la riflessione di Jacques Monod, grande uomo di cultura e di scienza: “è il dovere che si impone agli uomini di scienza, oggi più che mai, di pensare la propria disciplina nel quadro generale della cultura moderna, per arricchirlo non solo di nozioni importanti dal punto di vista tecnico, ma anche di quelle idee, provenienti dal loro particolar campo d’indagine, che essi ritengano significative dal punto di vista umano. Il candore di uno sguardo nuovo (quello della scienza lo è sempre) può talvolta illuminare di luce nuova antichi problemi”.
Un caro saluto
Maria Del Zompo
Prof. Maria Del Zompo
Direttore
Dipartimento di Scienze Biomediche
Università di Cagliari
tel: 070 6092438 – fax: 070 653584
delzompo@unica.it
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Descriverò adesso, seppur brevemente, i punti principali che caratterizzano il progetto che ho in mente per la nostra Università.
Il programma, nella sua forma definitiva e più dettagliata, sarà il risultato anche della discussione e del confronto, peraltro già iniziati, con tutti voi.
Offerta formativa – Muovendosi all’interno del quadro normativo, e in sintonia con le direttive europee, l’offerta formativa va riorganizzata e non necessariamente ridotta e limitata: occorre insistere nel razionalizzare la didattica con le risorse (umane, scientifiche, tecnologiche, strutturali) di cui si può disporre, senza rinunciare agli obiettivi condivisi di Ateneo. Certo, il costo studente standard e le ricadute sul FFO impongono scelte ponderate che tuttavia non devono venir meno all’obbligo costituzionale del diritto allo studio, ma anzi opporsi al tentativo di desertificazione culturale insito in alcuni provvedimenti ministeriali recenti. Nel contesto attuale è fondamentale che gli obiettivi da raggiungere siano espliciti, chiari, lungimiranti oltre che naturalmente condivisi: una riorganizzazione delle attività legate alla didattica per evitare al massimo la dispersione delle intelligenze e delle competenze, utilizzando le risorse in modo oculato e tenendo presenti le richieste e le esigenze della società, della quale l’Università è istituzionalmente al servizio. L’obiettivo ben chiaro è quello di sostenere la formazione portandola, per quanto è nelle nostre capacità, fino al massimo livello qualitativo, grazie ad una docenza fortemente caratterizzata dalla ricerca. Particolare attenzione sarà data alla organizzazione di Master che rispondano alle esigenze di professionalità specifiche provenienti dal territorio. L’internazionalizzazione, anche nell’ambito della didattica, deve essere per noi un obiettivo costante, con la realizzazione, dove possibile, e il rafforzamento, di Corsi di studio in lingua inglese.
Ricerca – Lo sviluppo della ricerca è cruciale per la qualità della formazione, a sua volta fondamentale per la crescita del nostro Ateneo, attraverso l’avvio di un circolo virtuoso, l’unico che potrà consentirci di reggere la competizione in campo nazionale e internazionale. Per ottenere questo risultato ritengo che l’Ateneo debba potenziare i “Servizi Comuni per la Ricerca” tecnologici e scientifici. Essi dovranno interagire, cooperare e creare una sinergia razionale con le realtà della nostra Università e del territorio per sostenere la ricerca qualificata presente in Ateneo ma, soprattutto, far crescere quella in nuce. Questa strategia, oltre a permettere una razionalizzazione delle risorse e una ottimizzazione degli investimenti, darà maggiori opportunità ad un più alto numero di ricercatori di realizzare progetti competitivi anche a livello internazionale, in particolare europei, indispensabili per attrarre, nel nostro Ateneo, le risorse necessarie per consolidare e migliorare standard di ricerca di alto livello. In una tale prospettiva, l’alta formazione e l’internazionalizzazione (in primis quella dei Dottorati di ricerca e la realizzazione di Summer School) troverebbero il loro habitat naturale. Il potenziamento dei programmi di mobilità docenti/visiting e dell’Ufficio Europa sarà una priorità, così come i rapporti con la realtà mediterranea che vede la presenza anche di fondi europei dedicati. La valutazione dovrà essere svolta considerando il reale significato di evidenziare criticità e punti di forza per condividere una programmazione efficace.
Gestione – Responsabilità collegiale e su delega: pur mantenendo tutte le prerogative derivanti dalla carica, il ruolo del Rettore dovrà essere a mio avviso quello di coordinare un sistema di governo in cui le tre realtà universitarie (studentesca, tecnico-amministrativa, docente) possano interagire con uno spirito di consapevole collaborazione e compartecipazione. I due fondamentali strumenti di governo democratico, Senato Accademico e Consiglio d’Amministrazione, dovranno accentuare la responsabilità legata ai loro compiti istituzionali ma con una sottolineatura: il primo dovrà sempre di più diventare “quel luogo e quel tempo” dedicato alla progettazione del futuro dell’Ateneo e il secondo “quel luogo e quel tempo” dove la programmazione è determinata dalle risorse e dall’interesse collettivo. Sono convinta che la trasparenza del processo decisionale permetterà scelte durature e condivise e la armonizzazione dello statuto e dei regolamenti, mirati a rendere più efficiente il nostro Ateneo. La gestione non potrà prescindere dai suggerimenti e dalle proposte provenienti dagli organi fulcro della attività istituzionale, con l’individuazione di strumenti ad hoc e momenti di partecipazione in grado di dar voce ai Dipartimenti in modo organico e funzionale. A tale scopo si prevede il potenziamento dei compiti della Consulta dei Direttori di Dipartimento. In particolare, ritengo necessario valorizzare e supportare l’autonomia dei dipartimenti ed il ruolo diadico dei dipartimenti e dell’amministrazione centrale con spirito di collaborazione e per il raggiungimento di obiettivi condivisi. La valorizzazione delle competenze presenti, la formazione del personale con un aggiornamento culturale e professionale valido, la razionalizzazione dei servizi amministrativi – anche attraverso autonomie di gestione e trasversalità delle azioni – saranno fondamentali per centrare l’obiettivo di una maggiore funzionalità del sistema. I rapporti con la Regione e con gli altri Enti Locali dovranno essere privilegiati e improntati al rispetto dei reciproci ruoli istituzionali. La scelta di indicatori e di sistemi di valutazione condivisi, funzionali ad una presentazione non autoreferenziale, sarà alla base dell’impegno, sempre trasparente, da parte dell’Ateneo.
Servizi per gli studenti – Punto portante dell’Università è la qualità dei servizi che si offrono agli studenti, dal diritto allo studio all’orientamento pre e post lauream. Considero imprescindibile il miglioramento della fruibilità dei “luoghi della conoscenza”, come le biblioteche o le sale lettura, e della loro informatizzazione; il potenziamento dell’internazionalizzazione con la creazione di: 1) un programma di “summer student” a numero programmato all’interno dei Dipartimenti, per vivere più da vicino la realtà della didattica legata direttamente alla ricerca; 2) l’ulteriore incremento dei programmi Erasmus e Globus; 3) il potenziamento della ricettività per i non residenti. L’interazione e la collaborazione con le istituzioni regionali e comunali e con l’ERSU saranno determinanti per il raggiungimento di questi obiettivi.
Territorio e Città – E’ necessaria una rilettura del rapporto con la città: l’Ateneo dovrà essere impegnato ad aprirsi e a farsi conoscere come luogo dell’approfondimento culturale, anche ben oltre il periodo della vita normalmente dedicato all’istruzione universitaria. Deve accentuarsi ancor più il rapporto con Cagliari – Città della Cultura, e con Cagliari – Città Metropolitana per quelle necessarie e preziose sinergie funzionali allo sviluppo complessivo della nostra società. Il rapporto con il territorio non può prescindere dalla consapevolezza della presenza di realtà diverse e deve quindi essere favorito da una presenza e da una partecipazione costante e visibile dell’istituzione universitaria. Per questo, attenzione e impegno saranno dedicati, in sinergia con la RAS, a potenziare la capacità del nostro Ateneo nel trasferire i saperi dall’Università al territorio, inteso nella sua interezza: cittadini, impresa o pubblica amministrazione, con lo scopo di aumentare il trasferimento tecnologico a favore delle fasce d’età più giovani. Attenzione alle peculiarità della Azienda Ospedaliero-Universitaria, fucina di tutte le professioni sanitarie della nostra regione. Aprire dialoghi di maggiore accessibilità e insieme proporre concrete progettualità alla società civile contribuirà a far radicare il messaggio che la cultura è un vettore essenziale dello sviluppo, tale da produrre ricchezza anche nell’economia reale.
Maria Del Zompo
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