Al PRESIDENTE e al GOVERNO della SARDEGNA
DOCUMENTU CUNSIGNADU A SU PRESIDENTE PIGLIARU, chi at abertu su palatzu de sa Giunta e de sa Presidenza in die de tancadura, de custu ne li torramus gratzias ma comente narat su documentu sa misura bera de s’operadu suo lu amus a faghere a s’iscadentzia de sos tempos mentovados. Una prima iscadentzia l’amus posta a s’agabbu de su mese de giannargiu de su 2015.
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AL PRESIDENTE E AL GOVERNO
DELLA SARDEGNA
Sig. Presidente, dopo aver raccolto ed interpretato le aspettative della stragrande maggioranza dei sardi in merito al pesante gravame delle servitù militari imposte alla Sardegna dallo stato italiano, tanto pesante da costituire una vera e propria occupazione militare, consegniamo a lei, e tramite lei agli assessori e ai consiglieri regionali, questo documento che riassume le suddette aspettative e vi chiede di farvene carico in quanto responsabili del governo della Sardegna e delle trattative con lo stato italiano per conto, nell’interesse e nel diritto, della nazione sarda.
Aspettative inderogabili che riteniamo debbano avere un riscontro a breve termine con atti concreti da parte del governo sardo, dai quali risulti, con evidenza la volontà di ottenere:
・ blocco immediato di tutte le esercitazioni militari
・ chiusura di ogni base militare e poligono presente in Sardegna
・ bonifica dei territori e riconversione ad uso civile.
Tre obiettivi inderogabili che presuppongono azioni inderogabili da parte del governo sardo che lei presiede, azioni che riteniamo debbano nel concreto:
- Come primo atto dichiarare, con deliberazione di giunta e di consiglio, il territorio della Sardegna assolutamente indisponibile per le esercitazioni di guerra, di qualunque esercito e interdetto a qualunque attività o presenza connesse con chi usa la guerra per aggredire altri popoli o per crimini contro i civili, colpendo ospedali, scuole, rifugi per sfollati e abitazioni civili.
- Istituire una Commissione d’Inchiesta per valutare: 1) I danni causati dalla presenza, in Sardegna, delle Servitù Militari, alla popolazione, al territorio, alla cultura, alla e all’economia della Sardegna. 2) L’entità ed il valore dei beni occupati o vincolati dalle Servitù Militari. 3) L’entità del risarcimento da imporre allo stato italiano, mediante una vertenza da intraprendere ai livelli giudiziali che saranno necessari.
- Astenersi dal firmare o trattare atti che prevedano l’ampliamento o la conservazione (stabilizzazione) delle Servitù Militari in Sardegna.
- Promuovere una consultazione ufficiale del popolo sardo in merito alla disponibilità del territorio sardo a vincoli e servitù militari.
Tutto ciò perché riteniamo lo vogliano i sardi, i quali non possono tollerare ulteriormente il gravame militare che già tanto danno ha causato al territorio, alla salute, all’economia, alla cultura, alla sovranità sul proprio territorio nazionale, alla dignità collettiva e personale, all’autostima ed alla stabilità psicologica.
Le chiediamo pertanto, sig. Presidente, anche in attuazione dell’Ordine del Giorno n. 9 approvato dal Consiglio Regionale il 17 giugno 2014, che impegna la giunta regionale a : nel “punto 1) a porre, come primo obiettivo, nel quadro dei rapporti tra Stato e Regione, la graduale dismissione dei poligoni militari ed il loro superamento dal punto di vista economico, sociale ed ambientale, assicurando il mantenimento dei livelli occupazionali esistenti;” e nel “ punto 2) comma b) la progressiva diminuzione delle aree soggette a vincoli militari e la dismissione dei poligoni;”, di dare subito le risposte che la gente attende e dare in tal senso segnali chiari a breve.
Se nessun riscontro si avrà entro qualche mese torneremo in piazza con la gente per chiederle di prendere atto della incapacità o della impossibilità di tutelare gli interessi della nazione sarda contrastando quelli dello stato e rassegnare le dimissioni e chiamare i sardi a nuove elezioni per dare alla Sardegna un governo di sovranità.
Cogliamo anche l’occasione per ricordarle che molto probabilmente la Sardegna sarà chiamata ad un ulteriore gravame coloniale e sarà scelta come sito per lo stoccaggio delle scorie nucleari italiane, interessando quasi sicuramente proprio i poligoni militari. A tale proposito le ricordiamo anche che il popolo sardo ha già dichiarato sovranamente, nel referendum del 15-16 maggio 2011, l’indisponibilità del proprio territorio a “ ……. siti per lo stoccaggio di scorie radioattive da esse residuate o preesistenti” …. e lei di tale decisione sovrana se ne deve fare esecutore.
Casteddu 13-12-14
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Fonte Pagina fb Bustianu Cumpostu
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