in giro con la lampada di aladin…
- Stampare moneta non risolve i problemi, aiuta solo banche e Borse. Andrea Saba su La Nuova Sardegna.
Due avvenimenti ci chiariscono come i meccanismi finanziari ormai prevalgano e assoggettino la volontà politica dei governi. Nel corso della crisi il governo tedesco (quello che ha continuato a predicare e imporre l’austerità ai partners europei) ha erogato alle banche tedesche 247,5 miliardi, mentre la Francia soli 2,7 e l’Italia 4,1. Che cosa significa ? E perchè nella valutazione della solidità economica di un paese si guarda solo al debito pubblico e al tasso di incremento del Pil e non al fatto che le famose banche tedesche non sono fallite perchè il governo le ha ampiamente finanziate? E’ evidente che le norme e i criteri che regolano la condotta dei membri della Ue sono legati da alcuni criteri burocratici, ma non hanno senso di fronte alla natura della crisi e allo strapotere della finanza internazionale. Le banche tedesche, negli anni precedenti la crisi, devono essersi riempite le tasche di una quantità spropositata di “titoli tossici”emessi da famose istituzioni finanziarie americane che poi, fallendo, hanno inguaiato tutto il sistema economico mondiale. Di fronte al rischio del collasso delle banche il governo tedesco ha fatto quello che quello americano ha fatto nei confronti della General Motors e delle grandi compagnie assicurative: ha pagato il conto con fondi pubblici applicando il principio “too big to fale” troppo grandi per fallire. Non c’erano altre vie per evitare il disastro, ma questo dovrebbe implicare una maggior tolleranza di un minimo sforamento italiano o francese del famoso 3% di deficit pubblico che sembra imposto dal Padre Eterno! A noi servono fondi per finanziare il disastro idro-geologico e creare nuova occupazione, se superiamo il 3% di deficit deve essere tollerato dai talebani di Bruxelles, anche perché non ha alcun fondamento scientifico. Il secondo aspetto sono i segnali di fallimento della grande erogazione di moneta da parte della Fed americana e dalla Banca centrale giapponese. Dopo un breve segnale di ripresa in Giappone il Pil è in netto calo, negli Usa è in atto un fenomeno molto istruttivo: il Pil è cresciuto bene, intorno al 3%,ma i consumi non crescono, anzi diminuiscono. Ma allora che ripresa è? In realtà il governo ha stampato una enorme quantità di moneta che, ovviamente, è finita nelle banche, ma non è arrivata ai consumatori, ma si è indirizzata verso la speculazione borsistica. E infatti il livello della borsa è cresciuto e questo è stato calcolato come ripresa (con le statistiche si può fare di tutto, ho insegnato in una facoltà di scienze statistiche della Sapienza e ne ho visto di tutti i colori,e una delle conseguenze di affidare ad uno strumento impreciso come il Pil tutte le valutazioni di politica economica ). Sia gli americani che i giapponesi hanno seguito un vecchio precetto Keynesiano: immettere liquidità nel sistema.Ai tempi di Keynes,1929, il criterio era giusto e ha avuto successo, ma ora, con lo strapotere della finanza che antepone i suoi interessi a quelli del paese, le cose sono cambiate totalmente. E poi ora siamo in una economia globale. Se la moneta stampata di corsa e in gran quantità non si trasforma in investimenti, nuova occupazione e aumento dei consumi, si viene progressivamente creando una nuova bolla finanziaria: il valore delle azioni cresce ma non cresce il valore del capitale delle imprese. Poichè i corsi azionari, certamente includono le tendenze del mercato, ma, di fatto, le azioni sono quote del valore del capitale dell’impresa. Se la creazione di liquidità ha gonfiato il prezzo delle azioni, ma il valore del capitale reale non è cresciuto, prima o poi la bolla si sgonfia di colpo. Non sappiamo quando e nemmeno quali saranno le conseguenze negative. Ma credere che si possa salvare l’economia solamente stampando moneta è ridicolo e pericoloso.
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