Alle fondamenta della Scuola Popolare di Is Mirrionis
“Avanguardie rivoluzionarie infelici, incapaci di porsi in un rapporto umano e democratico con gli altri, daranno i futuri oppressori e controllori dell’anima e del corpo e i nemici isterici della felicità popolare” (citazione da L’erba voglio, rivista di base per una scuola antiautoriataria degli anni 70)
Commento (riportato su Gulp, novembre/dicembre 1971)
Ci sembra significativo nel presentare l’esperienza della scuola popolare riportare quanto scritto dai compagni de “L’erba voglio”. Crediamo chiarifichi senza dubbi cosa NON vogliamo fare.
La nostra scuola, senza velleitarismi, vuole che il discorso rivoluzionario della riappropriazione del potere da parte delle masse lavoratrici nasca dalle esigenze stesse dei lavoratori, che, assumendo coscienza della propria situazione, devono essere gli autori primi del processo di emancipazione della classe.
La scuola è uno strumento importante.
Per questi motivi rifiutiamo qualsiasi impostazione propagandistica: affrontando la realtà senza illusioni, prendendo coscienza dei nostri limiti, delle contraddizioni in cui siamo immersi, delle nostre possibilità di essere fautori del radicale cambiamento per un mondo più umano.
In questo senso la scuola non è solo per gli operai, ma per tutto coloro che la portano avanti.
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Altri fondamentali riferimenti: il pensiero, l’opera, gli scritti di don Lorenzo Milani.
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