Riprendiamoci la Scuola popolare di Is Mirrionis! Riprendiamoci la città!
Ambiente, Lavoro, Salute, Casa, Istruzione… Mettetele nell’ordine che volete: sono tutte esigenze prioritarie che vanno soddisfatte insieme, che non vanno messe in alternativa una rispetto alle altre. Quando è successo abbiamo avuto disastri! E, allora: avanti con il progetto di ricupero dell’ex centro sociale di Is Mirrionis, già sede della Scuola Popolare e del Comitato di Quartiere, come “centro di aggregazione sociale”. Insieme, in modo organizzato, si deve lottare per ottenere il rispetto di tutti i diritti: all’istruzione, alla casa, alla salute, al lavoro, ad un ambiente vivibile…
Parlando di diritto alla casa per tutti e, in modo particolare, per i meno abbienti, chiediamo che fine abbia fatto il “piano di intervento per l’edilizia popolare del Comune di Cagliari” reso pubblico dallo stesso Comune nell’estate del 2012.
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Case popolari: ecco il piano della Giunta Zedda
Fonte: web cagliaripad.it 22 agosto 2012
a cura di: Andrea Deidda
Le mosse del Comune per le nuove case popolari. La giunta Zedda nel suo primo anno di attività tenta di far fronte all’emergenza “case popolari”: decine di migliaia i cagliaritani che vi abitano, tantissime anche le richieste che affollano le graduatorie. Si punta sulla riconversione di ex scuole e alla riqualificazione degli immobili fatiscenti, novità in vista per piazza Granatieri di Sardegna.
Le stime effettuate dagli uffici dell’amministrazione sono eloquenti: a Cagliari la popolazione che abita in edifici Erp (Edilizia Residenziale Pubblica) è costituita da oltre 16 mila persone. E’ scritto nella relazione allegata alla delibera di Giunta 157: “La disponibilità di alloggi popolari nella città è di oltre 6.000 appartamenti. Se si considera che, in tali alloggi, il nucleo medio familiare è di 3 o 4 persone e che la popolazione di Cagliari è di circa 160.000 unità, si stima che il 10-15% della popolazione cagliaritana risiede in alloggi Erp. Le poche case che si riesce ad assegnare sono esclusivamente le case di risulta, ovvero le case che per vari motivi sono dell’amministrazione comunale o di Area”.
Case vecchie e fatiscenti.Il patrimonio edilizio in città non è certo dei migliori, come si può notare a San Michele. Qui l’ultimo progetto dell’assessorato comunale ai Lavori Pubblici prevede la riqualificazione di alcune palazzine in piazza Granatieri di Sardegna. Lo scorso 7 agosto infatti il Comune ha presentato la proposta per partecipare a un bando regionale in modo da ottenere 3 milioni di euro(da sommare a 135 mila euro comunali). Con i fondi a disposizione verrebbero recuperati sei dei dodici edifici tra le vie Meilogu, Val Venosta e Monte Acuto. Gli immobili attualmente versano in una situazione di grave degrado “dovuto all’assenza quasi totale di manutenzione ordinaria – è scritto nella scheda allegata alla delibera – nonché alla insufficiente manutenzione straordinaria. Hanno seri problemi strutturali, di infiltrazioni, di distacco di parti di intonaco e di copriferro, pericolo di caduta dei portelloni”. L’intervento riguarderà anche la sistemazione della rete di smaltimento dei reflui fognari, i parcheggi, la riprogettazione degli spazi verdi, per il gioco, ricreativi, “l’individuazione di spazi da adibire ad orto urbano, la sistemazione degli spazi per attività sportive”.
Le ex scuole trasformate in abitazioni. Oltre al caso di piazza Granatieri di Sardegna, a giudicare dalle ultime scelte dell’esecutivo di centrosinistra la strada intrapresa sembra essere quella di trasformare le scuole dismesse: è il caso di via Piovella, via Flumentepido e via Donizetti.
Il progetto presentato alla Regione per via Monsignor Piovella prevede la demolizione dell’edificio della scuola Lussu e la costruzione di tre palazzine di sette piani per un totale di 42 alloggi. Il tentativo è quello di utilizzare 4,3 milioni di euro del bando regionale per interventi di edilizia a “canone sostenibile”.
In via Flumentepido invece a febbraio la Giunta aveva destinato quasi 5 milioni al recupero dell’ex complesso scolastico, per edilizia a canone sociale. Il progetto preliminare, approvato su proposta dell’assessore Luisa Anna Marras, prevede la demolizione dell’edificio esistente e la costruzione di due stabili di quattro piani da sedici appartamenti ciascuno, per un massimo di 142 residenti.
Idem in via Donizetti: a maggio sono stati stanziati quattro milioni di euro per quaranta nuovi appartamenti. Il progetto preliminare prevede la demolizione dell’ex struttura scolastica tra via Donizetti, via Boito e via Rossini e la costruzione di alloggi a canone moderato. La struttura avrà quattro piani con quattro appartamenti per piano e altri quattro più locali per uffici e servizi al piano terra. Il 70% degli appartamenti sarà destinato all’affitto, con diritto di riscatto per i locatari, mentre il restante 30% sarà destinato allo scorrimento delle graduatorie comunali.
Nonostante i progetti rimangono ancora alcuni importanti nodi da sciogliere, uno riguarda il contratto di quartiere Mulinu Becciu, per il quale il ministero delle Infrastrutture nel 2005 stanziò 8 milioni 480 mila euro: lo scopo era quello di costruire un edificio da 72 alloggi che permettesse di eliminare le “case parcheggio”. A Gennaio la Giunta in Aula rassicurò sulla volontà di procedere, da allora nessuna notizia. Di recente invece il Ministero avrebbe chiesto al Comune la disponibilità a mandare avanti il progetto. Infine c’è il quartiere di Sant’Elia che ancora attende dalla Regione i 37 milioni per la riqualificazione. I vertici di Area, convocati in diverse occasioni dalla commissione comunale al Patrimonio ancora non si sono presentati.
Per quanto riguarda il rione di Santa Teresa, nel cuore della municipalità di Pirri, a luglio sono stati messi a disposizione 290 mila euro per i lavori di “sistemazione e di differenziazione” delle utenze degli allacci idrici in via Sanna. Nel Programma Triennale delle Opere Pubbliche 2012-2014 è stata poi inserita la manutenzione straordinaria nel complesso Erp di via Sanna, via Del Lentisco, via dei Carrubi e via Trexenta. Prevista la spesa di un milione di euro (fondi regionali).
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