Col naso all’insù osservando la Cometa
Scienza e tecnologia
di Vanni Tola
Il prossimo Natale registrerà un cambiamento straordinario nell’evoluzione del pensiero umano e nelle conoscenze scientifiche dell’Umanità. La mitica Stella Cometa che preannuncia l’arrivo dei Re Magi non sarà più un oggetto misterioso e fantastico bensì qualcosa di reale, un oggetto spaziale misurabile, osservabile attraverso le immagini riproposte sui media e del quale conosceremo perfino la composizione chimico-fisica. Il “miracolo” è il risultato di un’impresa scientifica straordinaria, in assoluto la più grande impresa mai realizzata dall’uomo, che manda in archivio perfino lo sbarco dell’uomo sulla luna di circa quarantacinque anni fa e le vicende della Stazione Scientifica Internazionale in orbita intorno alla terra a 450 Km di distanza che ospita da decenni gruppi di astronauti che vivono e lavorano nello spazio per periodi di circa sei mesi. Il miracolo scientifico e tecnologico è stato realizzato dalla navetta spaziale Rosetta e dal suo lander Philae che, alle ore 17 del 12 Novembre 2014, si è posato sulla cometa 67/P Churymov-Gerasimenko cominciando la propria attività di ricerca con l’invio alla Terra di spettacolari immagini del corpo celeste appena raggiunto. Quasi un film di fantascienza realizzato dall’attività della Agenzia Spaziale Europea con un notevole e sostanziale contributo dei ricercatori e della tecnologia italiana. Le tappe principali della missione Rosetta delimitano i confini di una operazione quasi al limite dell’impensabile. La missione Rosetta inizia con il lancio nello spazio del veicolo spaziale il 2 Marzo 2004, ben dieci anni fa. Il veicolo effettua, per due volte, una manovra di “rimbalzo” tra la Terra e Marte per vincere le resistenze fisiche spaziali e realizzare una sorta di “presa di rincorsa” per raggiungere la cometa 67/P dopo essere passata in prossimità degli asteroidi Steins e Lutetia. Il viaggio è lungo, si tratta di percorrere ben 511 milioni di Km, mica una passeggiata. Per facilitare il viaggio e “risparmiare” preziose energie la navetta spaziale, il giorno 8 Giugno 2011, viene posta in una stato di ibernazione, tutti i macchinari e gli apparecchi di bordo spenti. Sul volo vigila soltanto il computer di bordo che governa il viaggio e provvederà poi, il 20 Gennaio del 2014, a riattivare le apparecchiature della navetta una volta arrivati in prossimità della cometa. In questi giorni Rosetta ha raggiunto l’obiettivo in un luogo lontanissimo dello spazio e ha inviato sulla sua superficie il lander Philae, una sofisticata sonda-laboratorio che, dopo l’atterraggio, si è ancorata al suolo. Nelle prossime ore provvederà a prelevare campioni di roccia, ad analizzarne la composizione e ad eseguire una serie di altre importanti rilevazioni. Tutti i dati raccolti dal lander Philae raggiungono la navetta Rosetta rimasta nell’orbita della cometa e, da questa, vengono trasmessi alla Terra dove arriveranno dopo un viaggio di oltre 30 minuti. Meglio, molto meglio di qualunque libro di fantascienza e dei migliori film sullo spazio mai realizzati. Il fatto che le comunicazioni tra Rosetta e la Terra avvengano nel breve termine di trenta minuti non tragga in inganno sulla reale distanza della cometa dal nostro pianeta. Cinquecentoundici milioni di Km corrispondono, grosso modo, a 3,5 Unità Astronomiche. Una Unità Astronomica è l’unità che indica la distanza media tra il pianeta Terra e il Sole cioè circa 150 milioni di Km. Giusto per avere un’idea e per cominciare ad abituare la nostra mente a valutare l’infinitamente grande come già facciamo con l’infinitamente piccolo, potremmo concludere che la nostra fantastica cometa 67/P, con le sue 3,5 Unità Astronomiche di distanza dalla Terra, è molto più lontana del pianeta Marte ( che dista “soltanto” 1,5 U.A.) e molto più vicina alla Terra del pianeta Giove ( che invece dista 5,2 U.A.). Concludiamo con una interessanti riflessione di Seneca che nel suo Le naturales quaestiones dedica il VII libro all’osservazione delle comete. Quasi una profezia : “ Il mondo ha movimenti irrevocabili, solo alcuni abbiamo imparato a conoscere. Verrà poi qualcuno a dimostrare in quali regioni del cielo corrano le comete, perché errino separatamente dagli altri corpi celesti, quale sia la loro grandezza e natura (erit qui demonstret aliquando in quibus partibus cometae currant, cur tam seducti a ceteris errent, quanti qualesque sint)”. Poi arrivò Newton.
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