L’autunno caldo in Sardegna: il dramma della disoccupazione, gli annunci, le promesse e le speranze. Il dibattito e oltre
Dopo una lunga stagione estiva è arrivato l’autunno. Un autunno caldo come da tradizione. Ed in effetti questo autunno caldo lo sarà per davvero. Guardiamoci un po’ intorno. Milleseicento dipendenti di Meridiana rischiano il licenziamento. La lotta sindacale, ancora in corso, probabilmente riuscirà a limitare il numero di licenziati ma la vicenda si concluderà certamente con un ulteriore incremento della disoccupazione regionale. Altra vicenda. Durante l’estate, una serie di problemi burocratici e procedurali ha fatto correre il rischio alla Sardegna di vedere sfumare uno dei più grandi finanziamenti mai proposti per l’isola. Ci riferiamo naturalmente all’investimento della Quatar Foundation per la realizzazione ad Olbia di un importante centro ospedaliero e di ricerca medica. Un progetto da 1,2 miliardi di euro con una previsione occupazionale di almeno mille unità e la prospettiva di generare attività indotte. La società General Eletric ha già confermato un intervento di 100 milioni per la realizzazione le apparecchiature elettroniche dell’ospedale e la Cisco un investimento per quelle informatiche. Nell’occasione la burocrazia e la lentezza della pubblica amministrazione si sono riconfermate come uno dei principali ostacoli per lo sviluppo. Fortunatamente la vicenda ha avuto esito positivo, il progetto sarà realizzato con i tempi e le modalità dei grandi imprenditori capaci di programmare e gestire grandi investimenti. Il tutto accadrà in cinque o sei mesi in una regione nella quale, per realizzare pochi chilometri di una arteria stradale, si impiegano decenni. Certamente una salutare lezione per la programmazione regionale. Altro tema caldo del nostro caldo autunno, la Chimica Verde. Qualche mese fa abbiamo partecipato alla solenne inaugurazione degli impianti Matrìca di Portotorres. Era presente il ministro Galletti e i maggiori responsabili del progetto. La produzione dell’impianto sarebbe dovuta iniziare dopo qualche mese ma ancora non se ne ha notizia. Molto poche le comunicazioni sulla materia prima da impiegare, quel cardo che è stato oggetto di tante discussioni. Si è saputo soltanto che la sperimentazione della coltivazione si è conclusa positivamente. Tra le righe degli interventi dei relatori abbiamo colto la notizia che, nella fase iniziale della attività produttiva, la materia prima non sarebbe stato il cardo locale ma una sostanza oleaginosa di origine vegetale proveniente dalla Spagna attraverso il mare. In queste settimane si è registrato grande fermento negli ambienti sindacali che lamentano un ritardo da parte dell’Eni nel completamento del progetto e nell’avvio della produzione. Il timore è che l’Eni possa procedere ad un drastico dimensionamento del progetto Chimica Verde in coerenza con la propria strategia industriale che prevede una riduzione del numero degli impianti operanti in Italia. Pronta la smentita del Presidente della Regione Francesco Pigliaru che, in occasione di un recente convegno di studi svoltosi a Sassari, ha dichiarato di aver avuto assicurazione dalla Ad di Matrica Katia Bastioli che l’investimento su Portotorres non avrebbe subito rallentamenti. Intanto però si registra la decisione di Matrìca di non realizzare la centrale a biomasse prevista inizialmente dal progetto e la sua sostituzione con due impianti minori per la produzione di vapore, con buona pace di chi temeva che tale impianto potesse essere trasformato in un inceneritore di rifiuti. La mancata realizzazione della centrale a biomassa, che da sola rappresenta un investimento di ben 230 milioni dei 730 complessivi , é indubbiamente un taglio significativo dell’investimento inizialmente programmato. Un altro dato certo, indicatore di un ridimensionamento del progetto in atto, è rappresentato dal cambio di velocità di Matrica nella realizzazione degli impianti. Gli altri cinque impianti previsti all’interno del progetto “Chimica Verde” infatti non saranno realizzati comunque ma soltanto in relazione alle condizioni di mercato. Il che significa che potrebbero anche non essere realizzati o realizzati soltanto in parte. Meglio attendere ancora un po’ e raccogliere altri elementi prima di trarre conclusioni definitive ma l’allerta è d’obbligo. Noi riteniamo comunque che, a prescindere dalla fondatezza o meno delle notizie relative alla completa realizzazione del progetto Matrìca resti aperta una questione di fondo che chiameremo la “campagna del cardo”. Ancora oggi non è dato sapere infatti quanti ettari di terre marginali siano state coltivate a cardo per alimentare l’impianto della chimica verde, eccezion fatta per i campi sperimentali gestiti direttamente da Matrìca. Attendiamo di sapere che risultati concreti abbia determinato l’accordo Matrìca-Coldiretti per promuovere tra gli agricoltori la coltivazione di cardo. Questo perché è un dato di fatto – e lo si desume da precise ed esplicite affermazioni dei tecnici di Matrìca – che l’operazione chimica verde ha un senso ed una validità economica soltanto in funzione della capacità di reperire la materia prima (cardo) in prossimità degli impianti e in un raggio di poche decine di chilometri. L’approvvigionamento di materia prima da altre aree geografiche (cardo o altre essenze oleaginose) può avere un senso soltanto nella fase iniziale di avvio della produzione ma non può rappresentare la soluzione definitiva. Certo se fosse fallita la “campagna del cardo” e non esistesse una soluzione di ricambio (impiego di altre colture oleaginose disponibili) la situazione sarebbe realmente problematica. Un ultima riflessione. Si registra un crescente interesse da parte di imprenditori stranieri per investire nell’isola i loro capitali. Il Presidente Pigliaru ha dichiarato che “ il 2015 sarà l’anno dell’agricoltura perché il mondo vuole cibo di qualità e i cinesi hanno iniziato a bere latte. E io ho la fila di investitori esteri che vogliono terra, produzione sicura, contratti”. Prospettive di occupazione e ulteriore sviluppo anche in agricoltura? Naturalmente saranno le benvenute. Come pure sarà certamente ben accolto il progetto della svizzera Keelfeld di investire nell’area industriale di Truncu Reale (Portotorres)50 milioni di euro per creare 400 posti di lavoro. L’industria produrrebbe macchinari destinati al settore alimentare. Insomma ci pare di poter affermare che l’autunno sardo sarà un autunno con molta carne al fuoco, con molte proposte in discussione, con molte dinamiche in atto nel comparto industriale. E’ sempre più urgente e necessario che la Regione Sardegna riesca a dotarsi di una razionale, efficiente e realistica politica industriale che sappia orientare, dirigere e controllare le politiche dello sviluppo e per l’occupazione.
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UNGARETTI : SOLDATI
Soldati
Si sta come
d’autunno
sugli alberi
le foglie
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