in giro con la lampada di aladin…
- Alla Fiera di Cagliari il convegno ecclesiale regionale sulla crisi economica. «Alla ricerca di soluzioni per superare le difficoltà» – Monsignor Zedda su L’Unione Sarda.
«Alla ricerca di soluzioni per superare le difficoltà»
- Monsignor Zedda
Chiesa sarda a convegno non per celebrare un anniversario ma «per guardarsi allo specchio e chiedersi se sta facendo tutto quanto è suo dovere fare».
Monsignor Giovanni Paolo Zedda è vescovo di una diocesi stanca di indossare la “maglia nera” per disoccupazione e macerie industriali, da Alcoa a Portovesme. «Il Papa a Cagliari ci ha indicato delle strade, che sono poi quelle del Vangelo», dice Zedda «e proprio sull’onda del suo viaggio di un anno fa, come Vescovi abbiamo coinvolto tutta la comunità cristiana per un discernimento serio e verificare cosa possiamo fare a partire dalla nostra testimonianza di vita ma, allo stesso tempo, stimolando un impegno creativo alla ricerca di soluzioni alla drammaticità del momento».
«Le prime parole che Papa Francesco ha sentito a Cagliari sono state quelle di un disoccupato», aggiunge don Giulio Madeddu, delegato regionale della CES per la Pastorale del lavoro, «e dal Papa la Chiesa ha ricevuto un mandato preciso, dare concretezza alla sua testimonianza». Fra gli impegni che la Chiesa intende assumere c’è una «maggiore sobrietà e trasparenza nell’uso dei beni delle nostre Diocesi», si legge testuale nella Lettera pastorale dei Vescovi, «con una più attenta valorizzazione del patrimonio immobiliare a servizio della comunione ecclesiale e del bene comune».
«Non si tratta», precisa monsignor Zedda, «di scegliere di essere poveri tanto per esserlo, quanto di saper utilizzare i beni a nostra disposizione con responsabilità e sguardo evangelico». (p.ma.)
L’Unione Sarda domenica 26 ottobre 2014
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«Priorità al lavoro e alla dignità»
I vescovi spronano i laici cristiani – Alla Fiera di Cagliari il convegno ecclesiale regionale sulla crisi economica.
Nessuna ricetta in tasca ma tanta voglia di andare incontro alle difficoltà delle persone. La Chiesa sarda non sta alla finestra davanti a una crisi economica senza precedenti. Certo, non ha soluzioni precostituite, ma solo un Vangelo che impone di essere al fianco dei più deboli: poveri, disoccupati, cassintegrati, famiglie in difficoltà e la lista potrebbe allungarsi. Del resto, proprio il Papa, lo scorso anno in città, diede voce al mondo del lavoro e ascoltò il grido di aiuto. Un insegnamento che l’episcopato isolano ha assunto come strada da seguire.
La prova è arrivata ieri alla Fiera di Cagliari durante il convegno ecclesiale regionale “La comunità cristiana in Sardegna di fronte alla crisi a un anno dalla visita di papa Francesco”. Le parole non scivolano via leggere: si parla di crisi industriale e tracollo della credibilità politica ed economica, di maggiori tensioni sociali e fenomeni di disgregazione, di spopolamento delle zone interne. Monsignor Giovanni Paolo Zedda, vescovo di Iglesias e delegato della Conferenza episcopale sarda per la pastorale sociale e del lavoro, parla di impegno educativo, dispersone scolastica, formazione professionale, diseguaglianza sociale, corruzione. «Serve dare priorità al lavoro e alla dignità umana. Come vescovi non abbiamo soluzioni tecniche ma non possiamo disinteressarcene. Il progresso sociale è compito della politica ma non dobbiamo dimenticare il ruolo dei laici cristiani in collaborazione con tutti i cittadini: dobbiamo promuovere la cultura della vita e dell’incontro, anziché quelle dello scarto e dell’idolatria di se stessi». E se l’assessore regionale alla Programmazione e Bilancio Raffaele Paci parla di «equità, solidarietà e sviluppo, ovvero un patto sociale per far rinascere la Sardegna», il sindaco di Cagliari Massimo Zedda aggiunge: «Se in città non operasse la Caritas le situazioni di povertà, abbandono e solitudine sarebbero ancora più drammatiche».
Serve un radicale cambiamento di mentalità. Ne è convinto l’economista Vittorio Pelligra che insiste molto su educazione e formazione: «Il carattere si forma o non si forma nei primi dieci anni di vita ed è la radice delle disuguaglianze. A parità di studio, una persona otterrà risultati migliori o peggiori a seconda di quello che è successo, appunto, nei primi 10 anni di vita». Bisogna dunque investire sulle famiglie. «La Chiesa isolana, che non ha problemi elettorali – aggiunge – deve darsi questo obiettivo: progettare oggi la Sardegna che sarà fra 15-20 anni. La tutela dei diritti non sia un costo ma un investimento».
Alessandro Atzeri
L’Unione Sarda, 26 ottobre 2014
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- L’intervento dell’assessore regionale Raffaele Paci al Convegno. Su Sardegna Dies
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