in giro con la lampada di aladin sulle risorse per lo sviluppo…
Serracchiani: cofinanziamenti Ue via dal patto di stabilità
(Regioni.it 2579 – 08/10/2014) Escludere i cofinanziamenti Ue dal patto di stabilità, lo evidenzia il presidente della regione Friuli Venezia Giulia, Debora Serracchiani: “E’ necessario che anche le quote di co-finanziamento nazionale dei Fondi strutturali siano escluse dal Patto di stabilita’. Su un tema come questo la stessa Commissione europea deve attivarsi”.
- Presentato dall’assessore Raffaele Paci il Piano Regionale di Sviluppo.
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“Le risorse dell’Unione europea – spiega Serracchiani – sono escluse attualmente dai calcoli del Patto di stabilità, mentre le risorse del co-finanziamento nazionale sono incluse in tali calcoli”.
“Per permettere alle Regioni e ai Comuni di usufruire dei Fondi europei e di finanziare i progetti strategici anche della macrostrategia – sottolinea Serracchiani – è necessario superare questa situazione, permettendo di escludere dai vincoli del Patto di stabilità le somme impiegate per finanziare tali progetti all’interno di tutti i Fondi strutturali. Chiedo alla Commissione europea di attivarsi su questo tema”.
Il riferimento è rivolto anche alla macroregione adriatico-ionica, di cui si discute in questi giorni a Bruxelles nell’ambito degli Open Days, dedicato alle politiche regionali di sviluppo, e in particolare nel workshop “The EU Strategy for the Adriatic and Ionian Region”.
In tal senso Serracchiani sottolinea come questa macroregione sia “una realtà molto importante, è la terza strategia dopo quella baltica e danubiana ed è un’opportunità per la prima volta per dei Paesi di operare insieme sul trasporto marittimo, sul turismo sostenibile, e su tutte quelle azioni, ad esempio, anche dal punto di vista ambientale, che ci possono permettere di fare massa critica ed utilizzare bene dei finanziamenti europei e fare dei progetti che possono riguardare l’intera area, con uno sguardo ad est e anche all’Asia”.
Ma bisogna lavorare alla semplificazione burocratica e quindi non commettere gli errori del passato, “per rendere più snella la macroregione adriatico ionica e di poter usare i finanziamenti con un occhio anche ai limiti del Patto di stabilità. Finché la quota nazionale dei cofinanziamenti europei resterà nel Patto di stabilità, il rischio è che questi finanziamenti non vengano utilizzati a pieno”.
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(L’Unione Sarda on line) Piano regionale di sviluppo contro la crisi
Per salvare le zone interne pronti 100 mln
Piano regionale di sviluppo contro la crisi Per salvare le zone interne pronti 100 mln.
L’assessore regionale della Programmazione, Raffaele Paci ha presentato le direttrici del Piano regionale di sviluppo che si snoda su sei assi di intervento. Questa mattina Paci ha ribadito l’interesse per il rilancio delle zone interne della Sardegna.
1) Investire sulle persone; 2) creare opportunità di lavoro sostenendo le imprese; 3) puntare su una società inclusiva; 4) realizzare reti e infrastrutture; 5) gestire, tutelare e valorizzare i beni comuni, come il paesaggio e l’acqua, 6) dare a cittadini e aziende istituzioni di alta qualità. Sono queste le sei priorità del Programma regionale di sviluppo (Prs) che ha come titolo “La Sardegna cresce con l’Europa”, approvato dalla Giunta e presentato oggi pomeriggio ai sindaci e al partenariato sociale dopo l’invio ai consiglieri regionali di maggioranza e opposizione. “Il Prs coincide con il programma elettorale – ha spiegato l’assessore della Programmazione Raffaele Paci – è il programma per l’intera legislatura che prevede sia interventi per l’immediato che per il futuro. Non ci sono interventi settoriali – ha chiarito – ma politiche per tutte le imprese, gli unici soggetti che possono creare lavoro. Tutti gli interventi hanno l’obiettivo di contribuire al rilancio della Sardegna, contrastando in maniera decisa l’andamento negativo del ciclo economico”.
Il Programma regionale di sviluppo (Prs), con i suoi oltre 100 interventi, muoverà in cinque anni circa 32,5 miliardi di euro tra risorse regionali, assegnazioni statali e dotazioni comunitarie.
Nel dettaglio: per il 2015 sono disponibili 6,771 miliardi di euro, per il 2016 6,455 miliardi, per il 2017 6,457 miliardi, per il 2018 6,461 miliardi e per il 2019 6,465 miliardi.
Riguardo le risorse per il 2015:
5,5 miliardi arrivano da fondi regionali,
172 milioni da assegnazioni statali,
532 milioni da fondi strutturali nazionali (Fsc) e
407 milioni dai fondi europei della programmazione 2014-2020 tra Fesr (infrastrutture), Fse (sociale), Feasr (agricoltura) e Pon (compartecipazione nazionale).
“Non ci sono spese obbligatorie intoccabili – ha spiegato l’assessore della Programmazione Raffaele Paci – Questo significa che potremmo anche mettere mano ai nostri stipendi, come assessori o direttori. Intendo dire che si potrebbero tagliare: se si ha uno stipendio garantito si può mettere da parte qualcosa per favorire il territorio e lo sviluppo”.
ZONE INTERNE – Cento milioni di euro e un cambio di rotta netto nelle politiche regionali per non far morire e anzi rilanciare le zone interne della Sardegna. L’assessore della Programmazione e Bilancio, Raffaele Paci, ha spiegato la strategia del governo regionale al seminario sulle zone interne organizzato dalla Cisl a Mandas. “Ci sono 100 milioni a disposizione grazie alla doppia strategia sulle zone interne, quella nazionale per cui l’ex ministro Barca è già venuto un paio di volte in Sardegna, e quella regionale – spiega l’assessore Paci – . Il contrasto allo spopolamento delle zone interne si può portare avanti soltanto con un approccio complessivo e puntando tutto sul lavoro, in modo da ridurre progressivamente il gap con le zone urbane. È chiaro che la Regione non può creare direttamente lavoro, ma sicuramente può mettere in atto un programma complessivo per garantire le condizioni favorevoli affinché il lavoro ci sia – sottolinea il titolare del Bilancio – intendiamo perciò attivare una strategia integrata di sviluppo delle aree interne capace di mettere a valore quanto già realizzato nelle aree leader, il nuovo Programma di Sviluppo Rurale e la strategia nazionale per le aree interne in una logica di integrazione anche delle fonti finanziarie”. L’assessore Paci assicura che verranno stanziate risorse anche per infrastrutture e agricoltura. “Le infrastrutture sono indispensabili per potersi spostare in tempi rapidi dalle zone interne, così come è importante rafforzare l’innovazione tecnologica e le strategie contro la dispersione scolastica. Con la riorganizzazione degli enti territoriali – conclude il vicepresidente della Giunta – D’ora in poi Comuni e Unioni dei Comuni avranno un ruolo sempre più centrale e strategico”.
L‘Unione Sarda on line, Giovedì 09 ottobre 2014 17:03
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Dal sito web della RAS
Il Programma regionale di sviluppo all’attenzione delle parti sociali. Paci: la priorità è il lavoro, ma serve anche cambiare mentalità. “La Sardegna ha le carte in regola per potercela fare”". Questo documento è il punto di partenza, il nostro programma per l’intera legislatura – ha detto l’assessore del Bilancio – Stiamo mettendo a punto numerosi interventi e a sistema le nuove risorse europee oltre 5 miliardi, comprendendo le risorse infrastrutturali che ancora arriveranno. Di sicuro siamo sulla giusta strada, e io sono certo che la Sardegna ha tutte le carte in regola per potercela fare”.
CAGLIARI, 9 OTTOBRE 2014 – “La priorità è assolutamente il lavoro, dobbiamo fare in modo che si ricominci a trovare lavoro nella nostra isola. Per fare questo possiamo intervenire direttamente sul sistema economico aprendo cantieri, realizzando opere pubbliche, incentivando le imprese ma anche investendo nel lungo periodo sul capitale umano e l’innovazione tecnologica. Non dimentichiamo neanche la semplificazione amministrativa, perché in questo sistema così complesso è difficile che le imprese vengano e riescano a fare impresa, dobbiamo semplificare la burocrazia”. L’ha detto l’assessore regionale a Programmazione e Bilancio Raffaele Paci aprendo il confronto con le parti sociali sul Programma Regionale di Sviluppo, il documento che disegna le strategie socio-economiche della Giunta Pigliaru per i prossimi 5 anni.
IL PROGRAMMA REGIONALE DI SVILUPPO – E’ articolato in sei capitoli che tracciano il percorso della Giunta. 1) La strategia, ovvero individuare un’idea della Sardegna.
2) I progetti, che da quella idea di Sardegna devono derivare.
3) La crisi economica, come affrontarla attraverso riforme, piani strategici, programmi.
4) Individuazione delle fonti finanziarie a disposizione.
5) Analisi socio-economica della situazione regionale.
6) Schede del progetto con l’articolazione dettagliata di ciascuno.
“È un documento volutamente aperto - ha sottolineato l’assessore Paci – Il confronto con le parti sociali non è formale ma sarà sostanziale e sui contenuti, quindi chi riterrà di poter contribuire a migliorare questo documento può mandarci proposte di integrazione. Abbiamo messo solo nel quinto capitolo l’analisi socio-economica perché è vero, le analisi sono importanti, ma al primo posto abbiamo messo le strategie, perché è con quelle che si cambia la realtà”.
GLI OBIETTIVI DEL PRS – L’elenco delle strategie messe a punto dal governo regionale parte dall’investimento sulle persone, sul capitale umano dunque passa attraverso l’istruzione e la ricerca universitaria. “Servono interventi strutturali e culturali di cambiamento per competere ad alto livello in questo mondo sempre più globalizzato”, ha detto Paci. Elaborate le strategie, si punta a creare lavoro, con una politica per le imprese che parta dalla semplificazione burocratica e si snodi lungo un percorso che prevede meno tasse, più infrastrutture, trasporti migliori, continuità territoriale merci. Fondamentale dedicarsi e investire nelle politiche sociali e sanitarie: “La lotta a povertà e discriminazione si può fare solo garantendo istruzione e lavoro - ha più volte ribadito il vicepresidente della Giunta – Certo le emergenze vanno affrontate, ma se non si mettono tutti i cittadini nelle condizioni di studiare e lavorare le emergenze continueranno a esistere per sempre”. Altri punti strategici del Prs sono la gestione dei beni comuni, a cominciare da quelli artistici e architettonici a vantaggio e nell’interesse di tutti, le reti infrastrutturali sul territorio, la valorizzazione delle risorse e, infine, la trasparenza e la partecipazione di tutti i soggetti interessati.
I FINANZIAMENTI - “Serve un approccio complessivo alla gestione delle risorse che mettiamo a correre nei vari settori e territori. Ma serve soprattutto un radicale cambio di mentalità - ha detto l’assessore Paci – Non esistono capitoli di spesa intoccabili e credo che chi percepisce stipendi sicuri ed elevati come i nostri – assessori, dirigenti, funzionari – si deve mettere in gioco. Penso che questo valga per tutto il settore pubblico in generale, è una questione che va approfondita ma non dobbiamo pensare che esistano settori intoccabili”. Indispensabile, poi, risparmiare spendendo in maniera razionale. “Abbiamo talmente tante agenzie che abbiamo difficoltà a individuarle tutte, di sicuro serve un netto cambio di rotta. Così come nella sanità, che spendeva centinaia di milioni con la scusa che era fuori dal patto di stabilità: dal 1 gennaio 2015 non sarà più così, basta con gli sprechi”.
LE CONCLUSIONI DI PACI – “Non esiste un unico provvedimento che fa svoltare l’economia di una Regione, esistono tante piccole cose fatte nei tempi giusti e con la giusta attenzione, ma certo questo è un ottimo inizio - ha assicurato il titolare del Bilancio – Ci vorrà tempo, non promettiamo miracoli perché la situazione è davvero drammatica ma siamo convinti che agendo tutti insieme – il sistema politico, economico e sociale – riusciremo a dare le risposte giuste. Questo documento è il punto di partenza, il nostro programma per l’intera legislatura – ha concluso l’assessore del Bilancio – Stiamo mettendo a punto numerosi interventi e a sistema le nuove risorse europee oltre 5 miliardi, comprendendo le risorse infrastrutturali che ancora arriveranno. Di sicuro siamo sulla giusta strada, e io sono certo che la Sardegna ha tutte le carte in regola per potercela fare”.
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