la lampada di aladin sul referendum scozzese pensando alla Sardegna
Autodeterminazione dei Popoli, referendum della Scozia, decisioni dei Sardi. Convegno nel Salone di Palazzo Viceregio, Cagliari 15 settembre 2014
- Indipendenza, l’esempio scozzese
Delegazione dall’Isola a Edimburgo per il referendum di giovedì – «Una lezione per la Sardegna». Sul Wall Street Journal un paragone tra le due realtà . Su L’Unione Sarda
- Sedda: un risultato raggiunto grazie ad anni di buon governo. Il segretario del Partito dei sardi: «Forse da noi i tempi per una consultazione non sono maturi» . Su L’Unione Sarda.
- Referendum Scozia, dalla moneta al petrolio al whisky ecco la posta in gioco. Su Il fatto quotidiano.
L’Unione Sarda, 15 settembre 2014
Indipendenza, l’esempio scozzese
Delegazione dall’Isola a Edimburgo per il referendum di giovedì – «Una lezione per la Sardegna». Sul Wall Street Journal un paragone tra le due realtà
Sventolava a Capo Frasca, tra le tante, una bandiera che qualcuno non ha identificato. Una grande X bianca (la croce di Sant’Andrea, in realtà) in campo azzurro. È il vessillo della Scozia, portato dagli indipendentisti sardi al sit-in contro le servitù. Dopo la grande manifestazione di sabato scorso, l’attenzione dei partiti identitari isolani si sposta su Edimburgo: il referendum per l’indipendenza, giovedì 18, sarà uno spartiacque per i movimenti separatisti di tutta Europa.
Dalla Sardegna partirà mercoledì sera una delegazione di osservatori, composta da diverse forze politiche (e già il fatto che ci sia una spedizione unitaria è una novità rilevante). I rapporti tra l’indipendentismo sardo e quello scozzese sono di vecchia data, c’è la sensazione che quello che accade lassù possa essere un esempio per le aspirazioni di autogoverno diffuse a queste latitudini.
ANALOGIE E DIFFERENZE Se n’è accorto persino il quotidiano statunitense Wall Street Journal, che nei giorni scorsi ha pubblicato un ampio servizio sulle speranze che una parte della politica sarda ripone sul voto scozzese. E i punti di contatto tra le due situazioni vengono analizzati nei corsi che l’università di Edimburgo sta dedicando al referendum.
Certo, i due contesti non coincidono del tutto: a partire dal fatto che la Scozia non è una delle aree depresse del Regno Unito, rappresenta anzi una delle sue regioni più ricche. Grazie anche al petrolio del Mare del Nord. Però è simile la richiesta di non essere più costretti a girare al governo londinese le proprie tasse.
L’analogia riguarda anche le servitù militari: il primo ministro del governo scozzese Alex Salmond ha già preannunciato, in caso di vittoria dei sì all’indipendenza, il no alle armi nucleari nel suo territorio. Questo comporterebbe il trasloco dei sommergibili britannici dalla base di Faslane.
LA SPEDIZIONE Ricostruendo il quadro sardo, l’articolo del Wall Street Journal ricorda la recente avventura elettorale di Michela Murgia con Progres e altre liste, e riporta alcune considerazioni del segretario del Partito dei sardi Franciscu Sedda, che si è speso molto per organizzare la delegazione unitaria che sta per partire. «Nel gruppo ci sarà anche Irs», conferma Simone Maulu, che accompagnerà Gavino Sale, appena rientrato dalla Diada di Barcellona, «e verranno i Rossomori. Forse anche qualche consigliere regionale non indipendentista». Potrebbe aderire la Sinistra sarda, e Sel guarda alla cosa con interesse.
La pattuglia del Partito sardo d’Azione sarà guidata dal presidente Giacomo Sanna, e comprenderà il consigliere regionale Christian Solinas. «Mi auguro che la grande iniziativa politica dello Scottish national party – dichiara Sanna – e la straordinaria prova di coesione del popolo scozzese, siano di stimolo per ritrovare unità tra le forze politiche che in Sardegna si battono per l’indipendenza».
Probabile la presenza a Edimburgo anche di Sardigna natzione, mentre gli attivisti di Progres che studiano o lavorano in Scozia hanno organizzato per sabato prossimo un convegno nella capitale: «I problemi di lavoro ci impediscono di partire dalla Sardegna – spiega il segretario nazionale Gianluca Collu – ma il partito sarà presente. Comunque vada, sarà un momento importantissimo per la Scozia: ora anche i partiti inglesi stanno promettendo un autogoverno più marcato. Può essere un segnale per la politica sarda, a partire dal tema delle servitù: ci vorrebbe più decisionismo, senza limitarsi a chiedere un riequilibrio».
Giuseppe Meloni
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L’Unione Sarda, 15 settembre 2014
Sedda: un risultato raggiunto grazie ad anni di buon governo
- Il segretario del Partito dei sardi: «Forse da noi i tempi per una consultazione non sono maturi»
Per Franciscu Sedda, segretario del Partito dei sardi e uno dei principali organizzatori della delegazione isolana a Edimburgo, tra Scozia e Sardegna ci sono molte analogie: ma per alcuni versi la nostra isola sembra un po’ un negativo fotografico della realtà scozzese. «Loro per secoli hanno avuto una coscienza di nazione senza avere un proprio parlamento», spiega il leader indipendentista, «noi da 60 anni abbiamo un nostro parlamento, senza avere coscienza di nazione».
Ma allora non ha senso paragonare le due situazioni.
«Invece le analogie le vide già dieci anni fa Lloyd Quinan, allora deputato dello Scottish national party. Durante una visita in Sardegna disse: siete come la Scozia 40 anni fa».
Sotto quale profilo?
«Perché da noi si iniziava a registrare una presa di coscienza sui temi dell’autodeterminazione».
Ma come hanno potuto ottenere un referendum per separarsi?
«Non hanno aspettato l’indipendenza per fare lo Stato, costruire la Scozia. Gli indipendentisti si sono presi la responsabilità di governare, e hanno governato bene».
Eppure quando sono arrivati a governare non erano la maggioranza.
«Anche qui c’è una curiosa inversione con la Sardegna: il voto all’Snp superava il favore diffuso per l’indipendenza, da noi è il contrario».
Il loro movimento non è tanto basato sul fattore identitario e sulla lingua, ma su altri fattori. Quali?
«L’identità è servita a creare una base, ma soprattutto hanno creato l’idea di un modello di società più equa e solidale di quella del Regno Unito, più giusta e più pacifica».
Però la loro situazione economica è ben diversa dalla nostra, sono tra le regioni ricche del Regno Unito.
«Ma come noi hanno visto la crisi dell’industria e delle miniere. La vera differenza è che hanno investito sul capitale umano, le loro università sono tra le migliori al mondo».
Lei auspica un referendum di questo genere anche in Sardegna?
«Attenzione: il referendum non serve a creare un sentimento di indipendentismo. Ratifica ciò che c’è già. Il leader Snp Salmond dice: once in a lifetime ».
Cioè: una sola volta nella vita.
«Noi potremmo dire a balla sola . Lo fai se hai buone probabilità di vittoria, e soprattutto quando – come in Scozia – c’è l’accordo per accettarne gli esiti, quali che siano». (g. m.)
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Da L’Unione Sarda on line, 16 settembre 2014
16 settembre 2014
Sei consiglieri regionali in Scozia
- Delegazione allargata ai non indipendentisti
Ci saranno almeno sei consiglieri regionali sardi a Edimburgo giovedì prossimo, quando gli elettori scozzesi decideranno col referendum se restare nel Regno Unito o separarsi. La delegazione unitaria dei partiti indipendentisti (e non solo) isolani sarà presentata ufficialmente oggi in una conferenza stampa. Ma i nomi non sono un segreto.
Partiranno Gavino Sale (Irs), Emilio Usula e Paolo Zedda (Rossomori), Augusto Cherchi (Partito dei Sardi) e Alessandro Unali (Sinistra sarda). Il sesto, il capogruppo sardista Christian Solinas, sarà comunque in Scozia con la delegazione del suo partito, distinta dall’altra – ma non separata – perché il Psd’Az andrà insieme all’Ale, l’Alleanza libera europea dei partiti nazionalitari.
I consiglieri regionali porteranno ai loro interlocutori scozzesi il “Messaggio delle donne e degli uomini di Sardegna al Popolo della Scozia”, proclamato ieri a Cagliari nel corso del convegno della Fondazione Sardinia sulle analogie tra le due realtà. «La grandezza di quello che sta accadendo in Scozia – spiega Salvatore Cubeddu – è che loro hanno deciso di decidere per se stessi. I sardi vogliono decidere per se stessi?». «Non possiamo mancare all’appuntamento del 18 settembre», ha ribadito nel corso del convegno il leader di Sardigna natzione Bustianu Cumpostu: «Dobbiamo trarre lo stimolo per manifestare l’esistenza della nazione sarda, e far sì che la Sardegna diventi la Scozia dell’Italia».
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