Riparliamo della fabbrica delle creatività nell’ex manifattura tabacchi?
Per ora un pro memoria
- Alcuni precedenti su Aladinpensiero
- Per correlazione: come già segnalato da Aladin la Regione Sardegna ci informa che il Comune di Granollers (Catalogna) nell’ambito del Programma Europa Creativa sta cercando partner per un’attività di recupero di una grande fabbrica dismessa come centro di creatività. Forse qualcun altro ha già fatto la proposta per avviare tale collaborazione (Sardegna-Catalogna). Noi comunque la proponiamo. C’è tempo fino al primo ottobre per segnalare la propria disponibilità. Ecco i dettagli.
- Studio della Regione Sarda
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(…) Sarà un regalo di Natale a Cagliari e a tutta l’Isola il recupero prima architettonico, poi funzionale dell’ex Manifattura Tabacchi di viale Regina Margherita, pronta a diventare la “Fabbrica della Creatività”.
«Entro dicembre 2014 saranno terminati i lavori e gli spazi riconsegnati alla città», assicura l’ingegner Antonio Conti, già Direttore generale dell’assessorato regionale alla Cultura, l’uomo che, secondo la sua definizione, “ha trovato i soldi” per realizzare il progetto e che ci ha aperto i cancelli del cantiere nel centro di Cagliari, per una “visita guidata” negli spazi dell’opificio. Su una superficie totale di 22mila mq, i lavori hanno interessato una superficie complessiva di 16mila mq, 10mila dei quali coperti. La spesa per le casse regionali è stata di oltre 10 milioni di euro. Un impegno non da poco, ma fondamentale per restituire l’area alla collettività.
Così riporta un reportage della news on line “cinemecum” del 23 luglio scorso a firma di Carlo Poddighe
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Cagliari, sopralluogo di Gianfranco Ganau all’ex Manifattura Tabacchi: ospiterà la biblioteca del Consiglio Regionale
Sopralluogo nel cantiere dell’ex Manifattura Tabacchi di Cagliari del presidente del Consiglio regionale Gianfranco Ganau e del presidente della commissione per la Biblioteca, Antonello Peru. Accompagnati dal direttore generale dell’assessorato ai Beni Culturali della Regione Antonina Scano e dal direttore del servizio Beni Culturali, Maria Laura Corda, Ganau e Peru hanno visitato i locali che in futuro ospiteranno la Biblioteca del Consiglio regionale. L’ex Manifattura Tabacchi è interessata attualmente da un ampio intervento di ristrutturazione. I lavori, finanziati con oltre 10 milioni di euro tra fondi regionali e risorse europee, si concluderanno entro l’anno e permetteranno di recuperare un’area di 14.000 mq sui 24.000 totali. La Biblioteca del Consiglio (costituita da 50.000 volumi, 3000 dei quali di altissimo valore) andrà ad occupare uno spazio di 1.000 mq. “E’ una struttura imponente, uno spazio prestigioso che ci consentirà di mettere a disposizione di tutti il patrimonio librario del Consiglio regionale – ha detto Ganau al termine del sopralluogo – Il trasferimento della Biblioteca all’ex Manifattura rientra nel progetto più ampio della ‘Fabbrica della creatività’ che interessa la città di Cagliari. Adesso occorrerà individuare le risorse per il completamento dei lavori. Un aiuto potrebbe arrivare dalla programmazione europea”. Soddisfatto anche il presidente della commissione. “Lo spazio è bellissimo – ha commentato Peru – funzionale al raggiungimento del nostro obiettivo: rendere fruibile la biblioteca. Speriamo di dare gambe a questo progetto in tempi rapidi”.
Fonte “Tiscali News: in Sardegna”, del 9 luglio 2014
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L’edificio dell’ex Manifattura Tabacchi di Cagliari è situato nel Viale Regina Margherita e ha rivestito un ruolo importante nella storia di Cagliari per molti secoli
Ex manifattura tabacchi
Verso la fine del quattrocento, i frati minori osservanti scelsero di edificare il loro convento, nella parte bassa del quartiere Marina lungo la muraglia situata nell’odierno Viale Regina Margherita. Al corpo principale, era annessa una chiesa dedicata a Nostra Signora del Gesù, di cui attualmente restano solo poche testimonianze.
Il 22 agosto del 1717 in seguito agli attacchi Spagnoli il convento riportò gravi danni. Nel primo decennio dell’ottocento nei locali ristrutturati dell’ex convento verrà avviata la Manifattura Tabacchi. Nel 1868, una società denominata Regia, divenuto gestore della Manifattura, immise sul mercato i sigari toscani le cui vendite ebbero un riscontro talmente positivo che la fabbrica rientrò a pieno titolo nelle mani dei Savoia, e in seguito, nel 1884, allo Stato.
La Manifattura, fu una delle prime fabbriche di Cagliari, a fornire un impiego stabile e una remunerazione certa ai primi dipendenti “statali” della Sardegna. Anche la manodopera femminile beneficiò di questo contesto economico e iniziò a percepire salari piuttosto elevati, rispetto agli stipendi medi del proletariato femminile dell’epoca.
A partire dagli anni ’90 inizia per la Manifattura Tabacchi di Cagliari un periodo di crisi irreversibile dovuto all’incapacità di tenere testa alla modernizzazione e di conseguenza nel 2001 l’Ente Tabacchi Italiano ne annuncia la chiusura.
Lo stabilimento cagliaritano verrà ceduto dal Demanio ad una società del Gruppo Iri, in seguito ad un decreto del Ministero del Tesoro del dicembre del 2003. Tale cessione scatena una battaglia in Parlamento tra il Demanio e la Regione sarda, che vedrà prevalere quest’ultima nel 2006.
Fonte Cagliari Turismo Il portale turistico della città.
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- Progetto di ristrutturazione dello studio
Abis/Associati
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Su youtube: Documentario, demo version, di Enrico Spanu
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Su L’Unione Sarda del 18 marzo 2014
La fabbrica delle creatività
Ex Manifattura, riprendono gli interventi di recupero – Entro l’anno libreria digitale e laboratori per artisti
Alle 11 il martello pneumatico finisce di abbattere l’ultimo muro di quello che un tempo era il magazzino e il parcheggio riservato ai dirigenti. Gli operai sistemano le macerie e il sole batte per la prima volta in un piazzale che ora sembra enorme. Superata la prima corte, di polvere e rumore non rimane niente. E il fascino di quella che sino al 2001 era la Manifattura tabacchi esplode con tutta la sua potenza. «L’opificio ha conosciuto la monarchia, la repubblica e due Guerre mondiali», spiegano Riccardo Cianchi, direttore dei lavori e Francesco Cilloccu, suo predecessore.
PROFUMO DI STORIA I segni del passato sono il vero valore aggiunto di questi edifici sorti su fortificazioni medievali, poi diventati convento e infine manifattura tabacchi. La cappella con le foto dei lavoratori, la faccia del duce mimetizzata alla sinistra dell’altare, l’elmetto fascista utilizzato come lampadario sono un tesoro di quella che da fabbrica di sigarette si trasformerà in Fabbrica delle creatività. Tanto ancora rimane da fare nei 22 mila metri quadrati di superficie. Per sistemare la metà sono già stati spesi oltre 10 milioni di euro. «I lavori, sospesi il 25 giugno dell’anno scorso per consentire indagini strutturali, sono ripresi il 27 febbraio», aggiunge l’architetto Cianchi. «Con tre milioni di euro stiamo completando prospetti e pavimentazioni». E poi? «Abbiamo a disposizione un milione di euro per l’allestimento del Cineporto». Prima, però, ci sono da superare i tempi della gara d’appalto, dei ricorsi e della ristrutturazione.
IL FUTURO Laboratori, atelier, bar, ristoranti. Spazi vivi, animati soprattutto da ragazzi. I progetti sono tanti. Ma per inserire l’ex Manifattura nella città (abbattendo i muri dell’ingresso principale e di vico Lanuesei) serve un serio studio tra Regione e Comune. Assessore alla Cultura e sindaco viaggiano sulla stessa linea e non dovrebbe essere difficile trovare la soluzione giusta.
Ma bisogna sbrigarsi il patrimonio (Buoncammino, San Giovanni di Dio, Clinica Macciotta, caserme solo per citarne alcuni) sta crescendo in modo esponenziale.
Andrea Artizzu, su L’Unione Sarda 18 marzo 2014
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Spazi urbani: l’ex Manifatture Tabacchi di Cagliari diventerà la ‘Fabbrica della Creatività’
Redazione TAFTER Cultura è Sviluppo
10 maggio 2011
“E’ destinata a diventare la ‘Fabbrica della Creatività’. Da oggi, con la consegna ufficiale dei lavori ad un raggruppamento di imprese, l’ex Manifatture Tabacchi di Cagliari è destinata a cambiare radicalmente volto”. Lo ha detto l’assessore regionale dei Beni Culturali, Sergio Milia, illustrando le strategie della Giunta regionale per la riqualificazione dei grandi complessi di particolare interesse storico e architettonico. L’importo complessivo per la realizzazione dell’intervento del primo lotto e di quasi 5 milioni di euro che consentiranno, attraverso il recupero di una parte del complesso edilizio di interesse storico e architettonico “ex Manifattura tabacchi”, di riconsegnare a Cagliari e all’intera Regione uno tra i più importanti esempi di archeologia industriale della Sardegna. Eseguirà i lavori il raggruppamento di imprese con capogruppo l’Impresa di Costruzioni Ing. Raffaello Pellegrini s.r.l. e mandante l’IMMA S.p.A.
La Manifattura di Cagliari è, in parte, anche edificio conventuale, ma la porzione interessata dall’appalto è il più recente ampliamento del XIX-XX secolo, realizzato per finalità produttive. Finalizzati alla restituzione della Manifattura all’uso e alla vita cittadina, i lavori sono volti a rendere funzionali e accessibili in sicurezza tutti i locali interni e le Corti, nel pieno rispetto e valorizzazione delle tipologie costruttive industriali.
Il caseggiato dell’ex Manifattura, una volta restaurato, si candida a diventare un vero e proprio centro nevralgico per la filiera delle creatività, per favorire la nascita e la crescita di iniziative imprenditoriali nel campo delle produzioni artistiche e culturali, offrendo spazi fisici e multifunzionali, laboratori attrezzati, servizi logistici. In particolare, un’area destinata a laboratori sperimentali con vari ambiti: pittura-scultura (con esposizioni e aree dedicate alla formazione), musica-teatro-danza (con sale prova, sale registrazione, teatro), foto-web-cinema-cineteca (produzione digitale, postproduzione, archivi), architettura-design-grafica (atelier di architettura, zona esposizioni, seminari), tessile-ceramica-orafa (formazione ed esposizioni). Un’area espositiva e per lo spettacolo dal vivo, con spazi per workshop, sale per spettacoli teatrali, musicali e per le prove. Un’area audiovisiva, finalizzata a garantire l’acquisizione, la conservazione, la fruizione e la diffusione del patrimonio cinematografico e audiovisivo, in particolare quello legato alla Sardegna, a diffondere la conoscenza della cultura cinematografica e dello spettacolo contemporanei. L’ultimazione dei lavori è prevista all’inizio nella prossima primavera, (310 i giorni preventivati per la realizzazione dei lavori) e restituirà una testimonianza importante per la storia, la cultura e la memoria della Regione, rendendola non semplice “contenitore culturale”, non solo “Fabbrica della Creatività”, ma anche soggetto della vita cittadina da vivere quotidianamente.
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Per correlazione
Cinque cose che ho capito al Matadero di Madrid (pensando al futuro della ex Manifattura Tabacchi di Cagliari)
20 luglio 2014 alle 23:56. Vito Biolchini su vitobiolchini.it
Non esiste una immagine che possa farvi capire quanto sia grande il Matadero: accontentatevi di questa
Una settimana al Matadero di Madrid al seguito della compagnia LucidoSottile, presente con il suo spettacolo “In su chelu siat” al Fringe Festival grazie anche al Circolo dei Sardi Ichnusa diretto da Gianni Garbati. Il Matadero (ovvero l’ex mattatoio), meraviglioso centro culturale polifunzionale, il sogno di ogni artista e operatore, con spazi attrezzati per qualunque tipo di espressione artistica: dal teatro all’arte contemporanea, dal disegno al cinema, dalla musica alla letteratura, senza dimenticare la cultura digitale e audiovisiva, gli spazi per i bambini e il tempo libero. Una struttura gigantesca, mirabilmente recuperata e nemmeno del tutto utilizzata tanto è grande. Ripeto, un sogno.
Eppure anche Cagliari potrebbe avere il suo Matadero: è l’ex Manifattura Tabacchi. Sia chiaro, Cagliari non è Madrid, ma neanche il Matadero è la Manifattura, visto che lo spazio spagnolo è (ad occhio) almeno tre volte (almeno) quello cagliaritana. Ma è chiaro che stiamo parlando di due luoghi simili per concezione e destinazione. E quindi il Matadero è l’esempio perfetto a cui si potrebbe guardare per definire meglio il futuro di quella che dovrebbe diventare la nostra “fabbrica della creatività”.
Prima lezione: multidisciplinarietà.
Uno luogo culturale che oggi voglia essere all’avanguardia deve dare spazio a tutte le forme di espressione artistica, le quali devono essere libere di interagire fra di loro. Arte contemporanea, musica, teatro, cinema, letteratura e cultura digitale devono stare assieme perché è dal loro incontro che nasce l’arte di oggi. E se dovessi dire quale fra queste forme d’arte traina le altre, direi senza dubbio l’arte contemporanea. Ma nessuna tra quelle che ho menzionato dovrebbe mancare, nessuna.
Seconda lezione: professionalità.
Al Matadero la qualità dei tecnici e dell’organizzazione è di prim’ordine, comparabile con quella che generalmente si trova nei nostri teatri lirici. Allo stesso modo la programmazione è di altissimo livello, non stiamo parlando di sale prova date a dilettanti ma di spazi super attrezzati messi a disposizione di professionisti o aspiranti tali. Da qui discende la terza lezione.
Terza lezione: per gestire uno spazio del genere servono risorse pubbliche ingenti. Molto ingenti.
Inutile girarci attorno, una struttura come quella di cui stiamo parlando (che stia a Madrid o a Cagliari) ha bisogno di essere sostenuta economicamente dalle amministrazioni pubbliche in maniera convinta e continuativa: ovvero, stiamo parlando di milioni di euro all’anno. Ripeto, milioni di soldi pubblici. Certo, anche i privati possono fare la loro parte (e al Matadero la fanno, e infatti la struttura è stata presa ad esempio anche dal New York Times), ma nella misura in cui l’amministrazione pubblica (che è proprietaria dell’immobile e avvia il progetto) è in grado di investire risorse importanti, perché la cultura (come la sanità) in tutta Europa è sostanzialmente pubblica, e attira i capitali privati quando è gestita da amministrazioni che hanno le idee chiare e che puntano a promuovere un progetto innovativo. E questa è la quarta lezione.
Quarta lezione: una struttura del genere deve parlare la lingua del futuro.
Vi faccio un esempio. Al Matadero ho vissuto una situazione esemplare: i tecnici erano tutti adulti, gli artisti tutti giovanissimi. E i primi erano al servizio dei secondi. Fuor di metafora, una struttura del genere vive di sperimentazione, di provocazioni, di tentativi, di utopie. Non è il salotto buono di casa dove ricevere gli ospiti, ma il salotto buono messo a disposizione di ventenni visionari e folli, a cui tutto deve permesso. E dire che non è il salotto di casa significa che in un posto del genere una istituzione come l’Università non ci sta a fare nulla (giusto per capirci).
Quinta lezione: l’interazione con la città.
Uno spazio del genere deve essere luogo d’incontro non solo per i giovani ma anche per le famiglie, una alternativa alla passeggiata nelle città mercato. Un luogo vivo, dove passare il proprio tempo libero.
A Cagliari i lavori alla Ex Manifattura si sono quasi conclusi ma ancora nessuno sa bene chi gestirà lo spazio e per farci cosa. Si è solo deciso che lì verrà trasferita la biblioteca del Consiglio regionale, e nulla più. Il progetto della “fabbrica della creatività” deve secondo me essere rivisto, perché dalla sua concezione sono passati quasi dieci anni e soprattutto nel progetto non è scritto chi gestisce gli spazi, con quali risorse e con quale grado di interazione con la programmazione culturale della città di Cagliari.
Insomma, al momento si brancola nel buio. Com’è d’altronde da tradizione quando a Cagliari e in Sardegna si parla di cultura, arte e spettacolo. Però ormai il tempo stringe e la Manifattura non può essere l’ennesima occasione perduta per la cultura in Sardegna.
Comunque, per chi fosse interessato, ecco il link al sito del Matadero di Madrid.
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