in giro con la lampada di aladin…

lampadadialadmicromicro132- Il Banco di Sardegna smobilita le piccole agenzie. Giacomo Meloni a domanda risponde su Democraziaoggi

democraziaoggiIl Banco di Sardegna smobilita le piccole agenzie
4 Settembre 2014. Giacomo Meloni a domanda risponde. Su Democraziaoggi

La Confederazione Sindacale Sarda nei giorni scorsi ha denunciato la decisione del Banco di Sardegna di chiudere alcune piccole agenzie. Ne parliamo con Giacomo Meloni, Segretario generale della CSS.

D.- A quanto pare il Banco di Sardegna smobilita…
R.- Sì, proprio così. Sono 10 i paesi dell’interno, dove il Banco di Sardegna ha deciso di chiudere le proprie Agenzie.

D.- Dieci? Son tanti…
R.- Precisamente, sono Allai, Lei, Baratili, Zerfaliu, Segariu, Assolo, San Pasquale, San Pantaleo, Cannigione, Bassacutena, oltre all’agenzia 4 ad Olbia e la 9 a Sassari.

D.- Che valutazione date di questa decisione?
R.- Il timore del Sindacato Sardo è che la chiusura di queste prime 10 “Agenzie minori” serva alla Capo Gruppo BPER per saggiare la “resistenza” delle Amministrazioni e delle Popolazioni locali e verificare il via libera, (implicitamente dato dalla Fondazione Banco e dalla Giunta Regionale, con l’assenso per la cessione della Sarda leasing e con il silenzio, su tutte le altre operazioni di smantellamento dei Servizi centrali della Banca) a proseguire nel progetto di spogliamento della Banca Sarda.

D.- Una vera e propria svolta nella politica del Banco, che una volta si vantava di avere nel territorio una diffusione pari alle parrocchie…
R. – Il Coordinamento Sindacale Sardo della CSS ha denunciato come i criteri assunti dalla Bper per misurare la produttività delle Agenzie in Sardegna, non tengono conto del contesto territoriale dove le attività d’impresa sono legate al territorio, hanno una conduzione, in genere familiare, e sono estranee a forme di “competizione di mercato” e finalizzate a garantire un duraturo reddito ai componenti.

D.- Ci sarà, immagino, un calo di depositi, data la crisi…
R. – Paradossalmente non è così.In questi centri “poveri” la raccolta del risparmio ha raggiunto nel 1° semestre del 2014 quote del 145%, un dato che non ha riscontro anelle economie “spinte”. Sono state e lo sono tuttora “il granaio” della nostra Banca.

D. – Forse BPR ha una cultura emiliana, non quella isolana…
R. – Sì, certo. Questo modo di vivere il lavoro e l’economia ha profonde ragioni culturali che chi “abita nell’isola” conosce bene, forse non permette di raggiungere grandi numeri nel breve tempo, ma di certo permette di resistere dignitosamente anche in tempi di crisi.

D. – Sono aspetti che caratterizzano la nostra economia e un modello di produrre e vivere il territorio in modo equilibrato
R.- …e una Banca con ancora il 49% delle azioni di proprietà pubblica, dovrebbe avere la sensibilità di capire e sostenere.

D.- Qui però devono farsio sentire la Fondazione del Banco e la Regione…
R.- Non abbiamo dubbi che la Fondazione Banco di Sardegna e la Regione debbano riflettere a fondo sulle scelte imposte dal vertice della BPER alla Banca Sarda e sulla validità dell’accordo di cessione (51% delle Azioni) fatto nel 2001 per evitare altri pesanti “dazi” ai Sardi.

D.- E voi come state reagendo?
R.- Nei giorni scorsi la Confederazione Sindacale Sarda ha avviato il programma d’incontri con i Sindaci dei 10 paesi dell’interno, dove il Banco di Sardegna ha deciso di chiudere le proprie Agenzie.
Ieri c’èm stato l’incontro con il Sindaco di Segariu Marino Tronci.
Venerdì e sabato incontreremo i Sindaci di comuni di Assolo, Zerfaliu, e Baratili e la prossima settimana i Sindaci di Allai e Lei. Molto importanti saranno anche gli incontri con il Sindaco di Arzachena, Olbia e Tempio dove sono previste la chiusura degli sportelli nelle Frazioni di Cannigione, San Pantaleo, San Pasquale e Bassacutena.

D.- Cosa vi aspettate da questi incontri?
R. – I Sindaci e il Sindacato Sardo si confronteranno alla ricerca delle ragioni utili a far desistere Il CDA della Banca dalla decisione di chiudere il servizio Bancario, di regola unico sportello presente nel paese interessato. In alcuni paesi sono presenti anche le poste che attendono con favore la chiusura dello storico sportello Banco per acquisirne i clienti, specie tra i pensionati.

D.- Insomma, volete organizzare una resistenza alla chiusura…
R. – Non solo resistere, ma anche proporre soluzioni alternative alla chiusura delle Agenzie, che, fra l’altro, disattende gli impegni assunti dal Presidente del Banco con il piano industriale presentato a luglio 2012.

D.- E’ vero in quel Piano non erano previste chiusure di filiali in Sardegna. Ma ormai della volontà dei governanti sardi, a livello nazionale, tutti se ne fregano…
R.- E noi invece lavoriamo a far sì che non sia così.

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