La Fiaba del Santo Raffaele e dell’Emiro
di Vanni Tola
C’era una volta, al centro del Mediterraneo, un’isola incantata. Un paradiso di spiagge verde smeraldo, coste magnifiche. Era abitata da un popolo di pastori con una cultura millenaria, fieri del loro passato, dei loro commerci con i più importanti popoli del Mediterraneo. Un po’ meno fieri del loro presente. Negli ultimi secoli, infatti, una serie di vicende storiche che sarebbe lungo raccontare, aveva dato vita a una classe politica rivelatasi nel tempo sostanzialmente incapace di garantire sviluppo e benessere al fiero popolo sardo. Due piani di sviluppo mancati, una scelta di modernizzazione industriale rivelatasi fallimentare, crisi dell’agricoltura e della pastorizia, disoccupazione, inquinamento ambientale, burocrazia paralizzante, incapacità di spendere i contributi comunitari. Era questa la condizione dell’Isola nei tempi che vi raccontiamo. Un giorno, non molto lontano, arrivarono nell’isola incantata gli emissari di un ricchissimo signore, un Emiro di un paese lontano che pochi isolani saprebbero indicare sul mappamondo. Gli emissari, arrivati nell’isola, incontrarono subito gli amministratori locali e raccontarono che il loro Emiro aveva in mente di investire nell’isola una somma spropositata, una cifra che mai nessuno aveva investito nell’isola negli ultimi quaranta anni. Ma per fare che, domandarono gli increduli politici isolani. L’Emiro, spiegarono i pazienti emissari, intenderebbe realizzare nell’isola un centro sanitario di eccellenza che dia servizi ai sardi ventiquattro ore al giorno per tutto l’anno. Vuole fare diventare la Sardegna un centro di ricerca internazionale capace di attirare investimenti e cervelli. Trasformare l’isola in una sorta di Sylicon Valley della ricerca nel campo medico e far gravitare intorno a questo centro aziende e ricercatori. I politici ascoltavano increduli, qualcuno di loro già pensava di scendere in piazza al grido di “ a fora, a fora”, altri pensavano di fondare il comitato “ no sanità dell’Emiro, no inceneritore”, qualcuno cercava di capire meglio. “ Ma quanto intenderebbe investire in Sardegna l’Emiro?”. “ Abbastanza”, risposero gli emissari, esattamente 1,2 miliardi di euro, grosso modo quanto un punto di PIL dell’Italia. Soldi che serviranno per comprare e ristrutturare l’edificio ospedaliero esistente a Olbia, sessanta ettari di terreno circostante, apparecchiature mediche per far funzionare la struttura che dovrebbe essere operativa entro il mese di Marzo del 2015 con un’occupazione, escluso l’indotto di circa 1000 unità. Non solo ma il progetto sta già dirottando sull’isola investimenti simili e a esso collegati. La General Elettric sta per annunciare un investimento di 100 milioni di euro, la Cisco, multinazionale di apparecchiature informatiche, investirà a sua volta e altri ancora guardano con interesse a questo polo scientifico sanitario. “Naturalmente si fa a modo nostro, con i nostri tempi, il nostro calendario, altrimenti l’Emiro non ha alcuna difficoltà a trasferire l’investimento altrove”. I nostri politici, i funzionari della regione restarono allibiti. L’idea era ottima e certamente il progetto appariva allettante. “Ma noi che facciamo?” Quale sarà il nostro ruolo? Come ci inseriremo nel progetto centellinando le nostre autorizzazioni, i pareri di conformità e quant’altro? E poi, diciamocelo, dove sta la “convenienza” per noi, insomma fanno tutto loro e a noi nulla? Subito si scatenò un fuoco di sbarramento di domande di chiarimenti, di conteggi, di richiesta di studi esemplificativi, di operazioni di rilascio di pareri di conformità. La macchina burocratica regionale, scavalcata dell’efficienza degli investitori internazionali avvezzi a trattare e realizzare in tempi non biblici grandi operazioni d’investimento, cominciò a perdere la testa e non sapeva che atteggiamento adottare. Ricordava tanto il comportamento delle suocere che, dopo aver concesso il figlio alla nuora, preparano le rappresaglie per renderle difficile la vita alla malcapitata nuora. Perfino gli emissari dell’Emiro, pur con la loro proverbiale e infinita pazienza hanno dovuto constatare l’esasperante lentezza della burocrazia regionale. Prima di perdere la pazienza, gli arabi ne hanno tanta, hanno ricordato ancora una volta che stanno offrendo all’isola “incantata” ….. ma incantata davvero, un progetto unico e irripetibile. Un centro internazionale di ricerca per malattie quali il Diabete, la Sla, la Talassemia. Un centro collegato alle università e alle altre strutture internazionali dell’Emiro che operano nel mondo, una grande struttura riabilitativa per svariate patologie e un centro di ricerca medica e sanitaria di eccellenza. Sempre più ammutoliti, i politici e i burocrati regionali e perfino le caste baronali della nostra povera sanità, non riuscivano a dare segni di vitalità apprezzabili. Fu allora che il capo degli emissari dell’Emiro, dopo aver pronunciato alcune frasi in arabo che non ripetiamo per decenza, decise dare una diplomatica scrollatina all’Apparato regionale. L’annuncio fu molto esplicito: “ Entro il giorno 29 Agosto si deve firmare l’atto definitivo dell’accordo per avviare il piano d’investimento. Noi siamo decisi a investire nell’Isola, ma se non ci vogliono, saremo costretti ad andare altrove”. Gli arabi sono molto diplomatici e pazienti, ma quando si incazzano…! Stretta e la foglia, larga la via, dite la vostra…
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Dal sito web della RAS
San Raffaele, l’assessore Arru: “La Regione ha sempre rispettato gli impegni, gli ultimatum non aiutano la trattativa”
“La Regione ha sempre manifestato interesse nella realizzazione del programma di investimento intrapreso dalla Qatar Foundation – dice l’assessore regionale della Sanità Luigi Arru – Le richieste ultimative non aiutano il buon esito delle trattative”
Cagliari, 20 agosto 2014 – “Le recenti dichiarazioni del dottor Rispo, assolutamente inattese perché l’ultimo incontro fra le parti al tavolo bilaterale si è tenuto il 18 agosto, cioè appena due giorni fa, obbligano la Regione a precisare che quella in corso con la Qatar Foundation è una procedura negoziata disciplinata dalle leggi.
La Regione ha sempre manifestato interesse nella realizzazione del programma di investimento intrapreso dalla Qatar Foundation – dice l’assessore regionale della Sanità Luigi Arru – Ha sempre rispettato gli accordi sottoscritti, date comprese, e ha sempre confermato di volerli onorare in futuro. Le richieste ultimative non aiutano il buon esito delle trattative, sinora condotte con serietà ed impegno da parte di tutti i soggetti coinvolti”.
Quindi niente impedisce ai politici regionali di siglare l’accordo nei tempi concordati, cioè il 29 di Agosto. O no? Spero non trovino cavilli per rinviare ( e magari perdere l’investimento) soltanto perchè non condividono il colore della moquette.