in giro con la lampada di aladin… su San Raffaele, Qatar e dintorni…
- “Il Qatar finanzia i terroristi dell’Isis”: ragazzi, ma chi ci stiamo mettendo in casa? E sul San Raffaele la Regione resterà col cerino in mano?. Vito Biolchini su vitobiolchini.it
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By sardegnasoprattutto / 23 maggio 2014 / Società & Politica
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“Il Qatar finanzia i terroristi dell’Isis”: ragazzi, ma chi ci stiamo mettendo in casa? E sul San Raffaele la Regione resterà col cerino in mano?. Vito Biolchini su vitobiolchini.it
21 agosto 2014 alle 17:09
Mistero: manco fosse il terzo segreto di Fatima (che poi alla fine lo hanno pure svelato). Niente: non si sa niente e niente probabilmente si deve sapere. Per il secondo giorno di seguito i lettori dei quotidiani sardi hanno appreso che nella trattativa per l’apertura dell’ospedale privato di Olbia San Raffaele (ma non si chiamerà così, alla fine ci sarà un nome legato alle nostre tradizioni sarde e non vedo l’ora di saperlo) ci sono due misteriosissimi impedimenti che mettono addirittura a rischio l’intero accordo. “Rispo renda noti gli ostacoli cui fa riferimento” ha detto ieri il senatore e segretario regionale del Pd, Silvio Lai. Ma l’uomo del Qatar in Sardegna si è guardato bene dal parlare, così come l’assessore alla sanità Arru, che si è limitato a dichiarare che “nella trattativa in corso bisogna rispettare la legge”. Dunque il Qatar chiede qualcosa che va contro la legge? Ma quale legge? Quella sanitaria o quella (che ne so) urbanistica?
Ah, saperlo! I giornali sardi non hanno tutta la curiosità che ho io e continuano a fare paginate su paginate praticamente sul nulla. Nella foga di rendere nota la posizione di quel deputato o di quell’altro assessore, si sono perfino dimenticati di una questione fondamentale che forse potrebbe aiutarci a comprendere quali sono i due misteriosissimi ostacoli che mettono a rischio l’accordo.
Nel trattare la vicenda il presidente Pigliaru è stato indubbiamente abile perché ha subordinato l’effettiva operatività dell’accordo a due precise deroghe che il governo nazionale è chiamato a concedere: la prima riguarda l’aumento dei fondi per la sanità privata, la seconda invece il numero dei posti letto. Senza queste due deroghe la Sardegna potrebbe dare il via libera all’operazione San Raffaele solamente togliendo i 55 milioni di euro destinati all’ospedale olbiese alle altre cliniche private sarde e tagliando ai grandi e piccoli ospedali isolani i quasi 250 posti letto destinati a regime alla mega clinica del Qatar.
Voi il famoso decreto che Renzi si era impegnato a portare già da giugno in Consiglio dei ministri l’avete visto? Direi di no. Anzi, lo scorso 2 agosto l’ospedale privato sardo era rimasto fuori dal famoso “Sblocca Italia”, al punto tale che la Nuova Sardegna il giorno dopo aveva titolato: “Sblocca Italia, fuori l’ospedale San Raffaele”. “Nel maxidecreto, 351 milioni per la 131 e la Sassari-Alghero, manca la deroga promessa per la struttura sanitaria olbiese”.
Eh già, e adesso come si fa? Perché, come spiegava benissimo la Nuova
a giurare che la deroga per il nuovo ospedale privato di Olbia, finanziato dal Qatar e gestito dal Bambin Gesù di Roma, sarebbe stata inserita nel primo decreto utile sono stati il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Graziano Delrio, e il ministro alla Salute, Beatrice Lorenzin. Lo avevano scritto insieme nella famosa lettera d’intenti consegnata al presidente della Regione, Francesco Pigliaru, prima che la stessa Regione desse come poi ha fatto il via libera all’ingresso del San Raffaele nel Sistema sanitario regionale. Ebbene, stando alla prima bozza del decreto, il giuramento non sarebbe stato mantenuto e senza la deroga la riapertura del cantiere alle porte di Olbia rischia di saltare. (…) Dunque, è il Governo, come giurato da Delrio e dal ministro Lorenzin, che deve fare ancora tutto ma non ha fatto nulla. È possibile che fra lunedì e martedì Palazzo Chigi rimedi alla dimenticanza e inserisca il San Raffaele (considerato un’incompiuta seppure privata) nel decreto legge «Sblocca Italia». Se non lo facesse, la partita con il Qatar (che in settimana dovrebbe presentare l’offerta d’acquisto per la struttura) rischia di ritornare punto e a capo.
E qui infatti siamo.
Ora, perché Lucio Rispo, l’uomo della Qatar Foundation, non accusa apertamente di inadempienza il governo Renzi e se la prende invece con Pigliaru e la Regione? Le ipotesi sono due.
La prima: date per scontate le deroghe governative (destinate ad arrivare, seppur in extremis), sul tavolo ci sono questioni extrasanitarie riguardanti altri possibili investimenti del Qatar in Sardegna. Investimenti di che natura? Sarebbe bello saperlo, ma dalla Regione nessuno parla (e se nessuno fa domande, stare zitti è anche più facile). Spesso si legge sui giornali di un possibile interessamento degli emiri alla compagnia aerea Meridiana, ma non bisogna dimenticare che il Qatar è anche il proprietario del Consorzio Costa Smeralda (vedi alla voce “mattone”). È probabile dunque che sia in corso una trattativa segreta e che proprio su quel fronte ora l’uomo del Qatar mandi i suoi inquietanti messaggi ai quali la politica sarda può rispondere sono in maniera cifrata.
Seconda ipotesi: le deroghe governative probabilmente non arriveranno (il ministro Delrio, che aveva dato la sua parola, ora non è più nelle grazie di Renzi, e comunque non sarebbe il prino “pacco” che Pigliaru e la Regione si prendono da questo governo) e allora il Qatar prova a mettere sotto pressione la Regione, che teoricamente potrebbe comunque dare il via libera al nuovo San Raffaele. In che modo lo abbiamo già spiegato prima: tagliando alle altre cliniche private i 55 milioni destinati al San Raffaele e togliendo agli ospedali sardi i 250 posti letto previsti ad Olbia. In questi caso sarebbe la Regione a rimanere con il cerino in mano, perché verrebbe accusata di voler bloccare un progetto “che prevede investimenti miliardari in Sardegna”, secondo la vulgata che ama diffondere il senatore olbiese del Pd, Giampiero Scanu.
Dunque al momento la Regione si trova in mezzo a due colossi: il Qatar e il governo Renzi. Il primo fa il gioco sporco, il secondo pure. Perché nei giornali sardi non si parli di queste cose proprio non lo capisco.
È chiaro che poi se è difficile fare due più due, figuriamoci pretendere di fare due elevato due.
Oggi il quotidiano La Stampa di Torino ha pubblicato un articolo con questo titolo: “Iraq: l’islamismo da esportazione del Qatar”.
Attacco:
Con un tesoro di oltre 2 miliardi di dollari lo Stato Islamico (Isis) di Abu Bakr al-Baghdadi è il gruppo terrorista più ricco del Pianeta e la pista dei soldi porta allo Stato sospettato di esserne il maggiore finanziatore: il Qatar.
Cess!
Il ministro dello Sviluppo tedesco Gerd Mueller punta l’indice sull’Emirato di Doha in un’intervista alla tv Zdf, spiegando che «i soldati del Califfo terrorista vengono pagati dal Qatar». È un passo che segue quello del vicecancelliere Sigmar Gabriel, ministro dell’Economia, che pochi giorni fa aveva suggerito ai colleghi dell’Ue di «iniziare a discutere chi finanzia Isis».
E ancora:
Citando analisi americane, David Cohen ha aggiunto che «il Kuwait è l’epicentro del finanziamento dei gruppi terroristi in Siria» mentre il Qatar ne costituisce il retroterra grazie ad «un habitat permissivo che consente ai terroristi di alimentarsi».
E inoltre:
«Il Qatar ha una doppia identità – spiega Ehud Yaari, il più apprezzato arabista d’Israele – da un lato ospita soldati Usa e accoglie uomini d’affari israeliani ma dall’altra finanzia i più feroci gruppi terroristi sunniti». In effetti l’Emirato guidato da Tamim bin Hamad Al Thani è stato messo all’indice da Arabia Saudita ed Egitto per il sostegno che diede ai Fratelli Musulmani di Mohammad Morsi e l’isolamento nella Lega Araba è cresciuto a seguito della scelta di Doha di schierarsi – unico Paese arabo – a favore di Hamas nel conflitto di Gaza con Israele. Fino al punto che fonti di Al Fatah hanno rivelato al giornale arabo Al-Hayat che «il Qatar sta sabotando il negoziato egiziano per una tregua permanente nella Striscia» e in particolare avrebbe «minacciato di espulsione il leader di Hamas Khaled Mashaal per impedirgli di accettare le più recenti proposte formulate dal Cairo».
Ragazzi, ma chi ci stiamo mettendo in casa?
La situazione è comunque suggestiva: a circa 50 km dall’arsenale di La Maddalena, da dove verranno prelevate le armi che l’Italia manderà ai curdi per combattere il califfato islamico che secondo un ministro tedesco è sostenuto dal Qatar, il Qatar potrà aprire una mega clinica privata. Ho capito bene?
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Per correlazione
Il Qatar non è solo oro che luccica. Nicolò Migheli su SardegnaSoprattutto
By sardegnasoprattutto / 23 maggio 2014 / Società & Politica
Il signor Bonaventura mediorientale ha staccato l’assegno del miliardo. Tutti felici e contenti. L’ospedale San Raffaele di Olbia si farà. Duecentosessanta posti letto, medicina d’avanguardia, mille occupati previsti. Un progetto nato ai tempi dei governi Berlusconi e poi travolto dalle vicende oscure di don Verzé. Già con il presidente Cappellacci e il governo Monti, i fondi sovrani del Qatar manifestarono l’interesse per la struttura sanitaria in costruzione. Il centrosinistra, allora all’opposizione, mostrò contrarietà all’intervento dei petrodollari del Golfo. Oggi evidentemente qualcosa è cambiato.
La firma degli impegni a Palazzo Chigi, presenti Renzi, Pigliaru e Lucio Rispo il responsabile per l’Italia della Qatar Foundation Endowement. La crisi della finanza occidentale ha rappresentato una opportunità per i fondi sovrani che il Qatar ha saputo cogliere; oggi dopo gli Usa è il massimo investitore straniero in Europa. È di pochi giorni fa l’acquisto del 6% della Deutsche Bank, l’istituto di credito che nel 2011 si liberò dei titoli di stato italiani mettendo in seria difficoltà il Paese. Il Qatar in Italia ha acquisito la maison di moda Valentino, l’Hotel Four Seson di Firenze, il Gallia di Milano e l’ospedale Bambin Gesù di Roma, una quota del rigassificatore di Rovigo e il Consorzio Costa Smeralda.
I rapporti economici tra Italia e il paese mediorientale hanno una ampia possibilità di sviluppo nel settore difesa. Sono in ballo contratti per la fornitura di elicotteri, aerei d’addestramento, sistemi di guerra elettronica ed imbarcazioni. Già oggi, come scrive il periodico online Analisi Difesa, piloti dell’aereonautica qatarina si addestrano in Italia, la manutenzione degli aerei da trasporto C130 viene garantita a Doha da personale italiano. La guardia personale dell’emiro Al-Thani è addestrata dagli incursori del Col Moschin. Un rapporto con una petro -monarchia assoluta, che pur con un paese di soli due milioni di abitanti – il 75% immigrati-, ha ruolo geopolitico da potenza regionale.
La tv satellitare Al-Jazeera molto ha fatto per suscitare le primavere arabe che si sono tradotte in primavere islamiste. Il Qatar finanzia i Fratelli Mussulmani in concorrenza con i Sauditi che, a loro volta, appoggiano i gruppi salafiti. Entrambi i paesi sono dietro la rivolta siriana e i gruppi estremisti sono responsabili di stragi di civili, anche con l’uso di gas nervino, come ha dimostrato l’indagine indipendente del MIT di Boston. Una guerra che in tre anni, secondo l’Osservatorio siriano dei diritti umani, ha prodotto 162.402 vittime di cui 8.607 bambini. Il Qatar ha impegnato proprie truppe per abbattere Gheddafi e tutt’ora è coinvolto sul terreno appoggiando i Fratelli Mussulmani. Mentre in Siria e Libia Al-Thani favorisce le rivolte, reprime duramente il dissenso interno.
“Ah,quando toccherà a quel paese/il cui stolto sovrano/crede di potersi affidare all’esercito americano/Ah, quando toccherà a quel paese il cui popolo ha vuota la pancia/mentre il suo governo decanta le lodi dello sviluppo della finanza/ Ah, quando toccherà a quel paese/di cui sei cittadino la notte e al mattino dopo ti svegli apolide/ Ah, quando toccherà a quel regime repressivo ed autoritario.” Per questi versi inseriti in una poesia sulla rivolta tunisina, il poeta Al-Ajami è stato condannato all’ergastolo, dopo le proteste internazionali, il 21 ottobre 2013 i giudici di Doha hanno ridotto la pena a quindici anni di carcere.
Lo sviluppo finanziario e delle costruzioni fanno del Qatar uno dei paesi che più assorbono immigrazione, soprattutto indiana e nepalese. Il governo pensa di poter assumere un altro milione di operai stranieri per la costruzione degli stadi necessari per i Mondiali di calcio del 2022. Lavoratori tenuti in condizioni terribili, quest’anno decine di nepalesi sono morti per le fatiche e per gli orari interminabili sotto il sole cocente. Tutte queste cose Renzi le conosce molto bene, anzi sa di più, perché diversamente da noi può leggere i rapporti della diplomazia e dei servizi. Quest’ultimi molto introdotti nel mondo arabo.
Se il governo Monti poteva ignorare la realtà quatarina per un principio di realpolitik, non così dovrebbe essere per un governante che si definisce di sinistra, sensibile ai diritti umani e ai processi di pacificazione. Lo stesso dovrebbe valere per il presidente Pigliaru e per la sua giunta. Aldilà dell’aspetto etico, che per una persona di sinistra non dovrebbe essere secondario, restano alcune domande. Ci si rende conto che l’immissione così forte di capitali da parte di un fondo sovrano, quindi di un paese straniero, è un sistema per condizionare la politica e le scelte economiche del paese ricevente? Investire in cultura, istruzione e sanità è una modalità di esercitare un softpower per ottenere consenso su altre scelte, quindi, cosa vuole il Qatar? Il Piano Paesaggistico Regionale fa parte dello scambio? La rinuncia al Galsi e la prevista costruzione di rigassificatori è in relazione con gli investimenti catarini?
Il primo ministro britannico William Ewart Gladstone sosteneva che i paesi non hanno né amici né alleati ma solo interessi. Visto che sembriamo tornati alle politiche di potenza ottocentesche, quale è l’interesse dell’Italia in questi scambi? Favorire i contratti di Finmeccanica? Nel caso della Sardegna quali sono i reali costi e i benefici? Visto che la giunta Pigliaru ha più volte dichiarato che vuole operare scelte in piena trasparenza, questo è il momento per cominciare.
One Comment
Antonello Murgia 23 maggio 2014 at 13:41
oltre ai risvolti di cui parli nel tuo bell’articolo, che condivido, ce ne sono anche di più preoccupanti, legati proprio all’investimento specifico in Sanità. Una sanità nella quale il privato assume un ruolo concorrente e non più solo integrativo di quello pubblico è condannata a subire il condizionamento che in questo settore il privato esercita in tutto il mondo, tanto più in un sistema nel quale il privato trae la quota maggiore di finanziamento dal convenzionamento invece che dalla libera professione pura: lievitazione dei prezzi e riduzione della qualità (salvo che per una fascia molto ristretta disposta a pagare cifre molto alte).
Tu aggiungi un’altra notizia, che non conoscevo ma a questo punto sospettavo, a quelle in mio possesso: il Qatar ha già rilevato il Bambin Gesù di Roma e il fatto che anche l’Ospedale olbiese si chiamerà così mi fa pensare che la struttura rilevata dal Qatar passerà dall’ala milanese ove era stata concepita (San Raffaele) a quella romana. Argomento anche questo che sarebbe importante, se confermato, perché stanti i notevoli costi di gestione delle strutture sanitarie, è facile ipotizzare che da un lato farebbe ordinaria amministrazione, semplicemente sottraendo utenza agli altri ospedali sardi e in particolare a quelli viciniori (Olbia e Nuoro: che ne pensa il neoassessore alla Sanità Luigi Arru?) e costringendo la Giunta regionale a tagliare ancor più drasticamente del previsto i posti letto pubblici. Dall’altro fungerebbe come “agenzia di viaggi” per trattamenti sanitari che sarebbero forniti in Ospedali fuori dalla Sardegna: del resto, le professionalità (sarebbe utile sapere anche per fare cosa) non si inventano dall’oggi al domani e per realizzare un polo di eccellenza sarebbe verosimilmente necessario che qualcuno venisse a svolgere la sua attività professionale prevalente se non esclusiva ad Olbia. E’ più facile pensare che qualche luminare o presunto tale possa venire in Sardegna a svolgere un’attività di consulenza per programmare poi gli interventi ulteriori all’esterno.
Il dato più importante credo sia espresso dalla quota parte del bilancio sanitario regionale, tornato prepotentemente sopra il 50% rispetto al bilancio totale. La sanità smuove cifre rilevantissime e fa gola ai privati: l’operazione Qatar/Bambin Gesù di Olbia va configurandosi perciò, a mio avviso, come un progetto abile ma dannoso per la collettività, per accaparrarsi una fetta importante della torta, di cui faranno le spese i sardi. I quali pagheranno gran parte dei costi economici della struttura attraverso il convenzionamento col SSR e saranno poi costretti a subire le conseguenze della lievitazione dei costi con un taglio ai LEA (Livelli Essenziali di Assistenza) e passaggio di prestazioni a pagamento (per via delle compatibilità economiche) facendo così scivolare sempre più un diritto costituzionale verso il privilegio per chi può permetterselo
Da L’Unione Sarda on line di mercoledì 27 agosto 2014 ore 18.30
S. Raffaele: raggiunto accordo Regione-Qatar
La firma a settembre con Renzi e Pigliaru
Accordo raggiunto tra la Regione Sardegna e la Qatar Foundation per il nuovo ospedale che nascerà sulle ceneri dell’ex San Raffaele di Olbia. La notizia, anticipata dall’ex governatore sardo Ugo Cappellacci, è stata confermata dalla Regione.
“Grazie alla determinazione della Qatar Foundation sono stati rimossi gli ostacoli e gli intoppi e finalmente è stato raggiunto l’accordo sul San Raffaele di Olbia”, ha detto Cappellacci. Ora dovrà essere ratificato dal Ceo della Qatar Foundation alla presenza del premier Renzi. La firma definitiva che sancirà la nascita del nuovo polo sanitario d’eccellenza della Gallura probabilmente arriverà nei primi giorni di settembre, tra il Ceo della Qatar Foundation, Tashid Al-Naimi, il governatore sardo Francesco Pigliaru ed il presidente del Consiglio Matteo Renzi. Alla riunione-fiume iniziata ieri a Cagliari hanno preso parte, oltre a Pigliaru, l’assessore regionale della Sanità, Luigi Arru, il manager italiano della Qatar Foundation, Lucio Rispo, e la rappresentate del Bambin Gesù, partner clinico della Qfe, Maria Osti.
“Il fatto che si possa coronare il sogno ed il lavoro di oltre tre anni svolto nella precedente legislatura – ha commentato l’ex governatore Cappellacci – è motivo di grande soddisfazione, ma soprattutto apre una prospettiva importante per la nostra terra. Ora si passi subito alla fase operativa senza ulteriori indugi, tentennamenti o intoppi burocratici. Ora anche lo Stato centrale faccia la sua parte, modificando la norma contenuta nella spending review montiana e quella della legge Balduzzi sulla distribuzione dei posti letto nelle Regioni – ha concluso Cappellacci – affinché anche l’ultimo ostacolo sia superato e finalmente si possa dare il via libera finale all’operazione San Raffaele Olbia”.
Dal sito web della RAS, mercoledì 27 agosto 2014, ore 19,19
Ex San Raffaele: passo decisivo verso la firma dell’accordo tra Regione e Qatar FoundationDopo una proficua maratona di 16 ore di discussione è stato compiuto un passo decisivo Tra Regione e Qatar Foundation Endowmentcon con la la definizione dei particolari dell’intesa per la realizzazione a Olbia di un ospedale specialistico e di un centro di ricerca scientifica ad esso collegato, completando e ristrutturando radicalmente l’edificio dell’ex San Raffaele.
CAGLIARI, 27 AGOSTO 2014 – Tra Regione e Qatar Foundation Endowment è stato compiuto un passo decisivo oggi alle 15, dopo una proficua maratona di 16 ore di discussione tra i tecnici delle due delegazioni, con la definizione dei particolari dell’intesa per la realizzazione a Olbia di un ospedale specialistico e di un centro di ricerca scientifica ad esso collegato, completando e ristrutturando radicalmente l’edificio dell’ex San Raffaele.
I dettagli del progetto, del valore complessivo di 1,2 miliardi, e dell’accordo saranno comunicati contestualmente alla firma, prevista per i prossimi giorni dopo il via libera definitivo dei vertici della Qatar Foundation Endowment e della Presidenza della Regione.
“Siamo abituati a comunicare e commentare i fatti – ha detto il presidente Francesco Pigliaru – e i fatti sono che in questi mesi abbiamo lavorato seriamente e duramente e che ora siamo in grado di firmare nei tempi previsti l’accordo che darà il via alla realizzazione del progetto. E’ la dimostrazione che la Sardegna sta diventando un partner affidabile per gli investitori stranieri”.