in giro con la lampada di aladin… E il Galsi?

lampadadialadmicromicro- «La Regione ci ripensi sul Galsi». Il metano nell’Isola: un pool di esperti dirà che strada seguire – I vertici della società vogliono convincere la Giunta Pigliaru a credere ancora nel gasdotto.
Giuseppe Deiana su L’Unione Sarda

Forse non è detta l’ultima parola sul Galsi. La decisione della Regione di abbandonare la società che vorrebbe realizzare il gasdotto tra l’Algeria e la Sardegna, contenuta in una delibera del maggio scorso, non piace ai vertici del gruppo pubblico-privato costituito ormai oltre dieci anni fa. E ora si vuole fare di tutto per convincere la Regione a cambiare idea. I vertici della società saranno a Cagliari l’8 settembre per chiedere al governatore Francesco Pigliaru che la Regione rimanga all’interno di Galsi, anche con una quota minima.
 L’idea è quella di insistere sulla permanenza della Regione, attraverso Sfirs (la finanziaria della Regione), nel capitale di Galsi, società costituita da Sonatrach, il colosso algerino dell’energia, e da altri importanti gruppi italiani. Se il progetto del gasdotto appare ormai tramontato o quantomeno in una fase di stasi, è anche vero che Galsi potrebbe comunque avere interesse a realizzare almeno la dorsale sarda, anche perché il progetto per quest’opera è pronto. Ecco perché si chiede alla Regione, e dunque, alla Sfirs, di non abbandonare del tutto la società.
 La posizione della Regione è ben definita ed è contenuta nella delibera 17/14 del 13 maggio 2014. In quel documento la Giunta Pigliaru specifica che è meglio abbandonare la società dal momento che la decisione sulla realizzazione del gasdotto viene continuamente rinviata, e che la prossima data utile per arrivare a una scelta definitiva potrebbe essere anche tra un anno e mezzo. Il nodo riguarda i contratti per la fornitura del gas: gli algerini hanno fissato l’eventuale prezzo del metano a un livello che i vertici di Galsi ritengono troppo alto così come non piace la clausola take or pay , ossia quella che fissa i termini del contratto di fornitura, a un costo stabilito per tutta la durata dell’accordo. Condizioni che imporrebbero sia alla Sardegna che al resto della penisola (il piano prevede poi l’approdo del gasdotto a Piombino) prezzi troppo alti e poco convenienti.
 Nella stessa delibera in cui la Regione stabilisce che la Sfirs esca dal capitale sociale di Galsi, viene deciso anche di scegliere un advisor tecnico che supporti la finanziaria regionale nelle decisioni. In particolare, la Regione chiede sostegno sulla metanizzazione dell’Isola, che invece non è in discussione. Dunque, il metano prima o poi arriverà. Come, però è tutto ancora da decidere. L’attività dell’advisor servirà proprio per questa ragione. Si dovrà decidere quale scelta può essere più conveniente: insistere con il gasdotto con tutto ciò che ne consegue in termini di prezzi e di durata della fornitura. Oppure, optare per esempio per uno o più rigassificatori, da sistemare in alcune aree costiere già interessate da attività industriali, come ad esempio Sarroch o Porto Torres. O ancora, costruire piccoli depositi costieri, magari facilmente raggiungibili dal mare, per stoccare il gas da distribuire anche con le autocisterne nelle aree di bacino in cui è diviso il territorio regionale.
 «Per attrarre le imprese devi dimostrare di avere energia termica a basso costo», spiega il segretario regionale della Fictem-Cgil, Giacomo Migheli, «in questo quadro la soluzione più conveniente dal punto di vista economico potrebbe essere quella del rigassificatore». Le altre due soluzioni, il0 gasdotto e i depositi costieri, hanno due handicap, secondo il sindacalista della Cgil: «Il primo che la realizzazione anche del solo tratto Sardegna-Toscana avrebbe tempi lunghissimi. Mentre i depositi dovrebbero essere alimentati con le autocisterne e il trasporto su gomma avrebbe un impatto ambientale molto forte oltre che un costo molto elevato, visto che le autobotti dovrebbero attraversare 8 la Sardegna e il costo del gas a quel punto sarebbe molto simile a quello del Gpl».

8 agosto 2014, Giuseppe Deiana su L’Unione Sarda

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