Il piano straordinario per i giovani e gli adolescenti: un lontano ricordo….

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 di Michela Loi

Che dire del piano straordinario per i giovani e per gli adolescenti, in attuazione della Legge Regionale 3/2008, articolo 8, comma 37, per il quale la Regione Sardegna ha predisposto specifici bandi per la presentazione di progetti e pubblicato graduatorie definitive di soggetti beneficiari?

Si può dire che ad oggi è sparito dalle priorità della Regione. Infatti, non solo non è stato dato l’anticipo previsto dall’articolo 16 dell’avviso pubblico che regolava l’erogazione dei finanziamenti, ma non si riesce ad avere notizia di quando questo avverrà…e intanto saltano i cronoprogrammi, le attività procedono con tutte le incertezze conseguenti, i lavori rallentano o non partono perchè senza soldi si può far poco, anche nel mondo della promozione sociale…

Quanto è difficile raggiungere il Direttore Generale, nessuna risposta né per telefono, né via mail…Gli uffici ci rispondono che è una questione politica, ma anche l’Assessore dov’è? Dov’è la politica che si riempie la bocca con la parola GIOVANI quando si tratta di definire le priorità non con i programmi, ma con la spendita vera e propria delle risorse?

Questo era l’obiettivo della linea di finanziamento regionale: “Gli obiettivi individuati mirano quindi a promuovere e incentivare l’informazione, la partecipazione, la socializzazione, la qualificazione del tempo libero e la rappresentanza dei giovani nel contesto sociale di appartenenza, in ambito regionale e in ambito europeo; in coerenza con quanto previsto dalla strategia di Lisbona”. 

Mai obiettivo fu più lontano, la strategia di Lisbona non è più una realtà, ma un sogno a cui diventa sempre più difficile credere. Ha poca importanza nella sostanza delle cose il famigerato patto di stabilità, nessun finanziamento alla politica è stato sospeso, nessuno stipendio interrotto…si fermano solo le attività degli altri, delle persone lontane che non si conoscono e che sono poche, e insieme possono fare un delicato fronte comune.

È troppo chiedere a chi occupa le ampie poltrone della Regione, che notoriamente non fa fatica a portare il pane a casa, di impegnarsi in obiettivi che hanno senso per tutta la collettività, invece, di giocare figurativamente a tennis o ping pong in Consiglio Regionale? Faccio appello all’intelligenza media dell’essere umano affinché la domanda qui posta non venga assimilata all’anti-politica. Ritengo che abbiamo bisogno di politica, e anche di persone serie, che usano il mondo dei numeri non solo per fare la conta della maggioranza in consiglio, ma soprattutto per indicare risultati positivi a cui ragionevolmente si vuole aspirare: numero di giovani coinvolti nell’ambito del piano straordinario predisposto per loro, numero di occupati, numero di giovani impegnati nella politica, numeri di contratti di lavoro seri stipulati, a voi finire la lista.

Per i dettagli

http://www.regione.sardegna.it/j/v/55?s=1&v=9&c=389&c1=1346&id=23110

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