gli occhiali di Piero su…
GIAMBATTISTA VICO
Nasce a Napoli il 23 giugno 1668 Giambattista Vico, filosofo di grande valore, non abbastanza riconosciuto anche perchè non adeguatamente studiato a scuola.
Tutti sanno citare, senza approfondire, la frasetta “corsi e ricorsi storici”, vale a dire gli stadi della civiltà, che però non è una legge della storia, ma solo una possibilità. Ma c’è tanto altro da apprezzare in Vico.
Di famiglia povera, sostanzialmente autodidatta, modesto professore di eloquenza, una vita tormentata da problemi familiari e finanziari.
Il suo pensiero è antitetico all’apriorismo, alla pretesa di poter matematizzare la natura. Si conosce solo ciò di cui si è autori; non esiste un unico metodo di ricerca; fantasia e memoria hanno altrettanto valore che la ragione, senza di esse non ci sarebbe la poesia; nel campo umano non ci sono certezze assolute; Il “cogito ergo sum” ci dà conto di esistere (ma chi ne dubitava?), ma non ci dice nulla su come il pensiero si produce.
Vico muore a Napoli il 23 (o il 20?) gennaio 1744, a 76 anni.
Nell’ultimo periodo della vita aveva subito la perdita della memoria, tanto da non riconoscere I figli, solo in punto di morte riacquistò lucidità e morì recitando un salmo di Davide.
“Si diedero gli stolti dotti a calunniare la verità”.
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