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democraziaoggiServitù, generali e arabi: palle a intermittenza?
21 Giugno 2014
di Amsicora su Democraziaoggi

Che Francesco Pigliaru abbia le palle è fuori discussione e lo ha dimostrato l’altro giorno a Roma dichiarando guerra ai generali sulla questione delle servitù militari. Peccato che le abbia meno nei confronti degli arabi, che vengono a colonizzare una parte della nostra bella terra di Sardegna. Palle a intermittenza o servitù con diverso trattamento? Perché, amici miei, non potete negare che di servitù si tratti nell’uno e nell’altro caso. E non so quali siano migliori. Certo le basi non mi piacciono e fin da quando ho smesso i pantaloni corti e cantavo quella bella canzonetta che, più o meno, fa così “buttiamo a mare le basi americane e prepariamo la rivoluzione…“. Quest’anno poi ricorre il centenario del 1914, l’inizio di un lungo e terribile massacro, l’avvio della guerra civile europea, che ha distrutto il Vecchio Continente e ucciso milioni di lavoratori e contadini. Come essere a favore di chi si addestra alla guerra? Fuori le basi, dunque, senza se e senza ma.
Ma anche gli alberghi esclusivi, per ultraricchi con spiagge riservate, mi piacciono poco, perché non mi garbano le esclusioni e ancor meno gli ultraricchi, che, per esserlo, tolgono ai poveri. E allora butterei a mare non solo le basi militari, ma anche quelle turistiche, entrambe col cartello “vietato l’ingresso ai non autorizzati”, generali o ricconi che siano.
Sapete cosa mi preoccupa nella intermittenza delle palle di Francesco? Che se a Teulada avessero tolto le basi sulle dune di P. Pino, oggi lì ci sarebbe una riserva a favore dei resort a 5 stelle e tanti scassi non solo di colline e di monti di sabbia, ma anche di balle. E domani? Del diman – si sa – non c’è certezza. ma qui non è proprio così. Dunque, lo scasso, i resort e le privative di litorali sono non solo probabili, ma sicuri, perché invocati da sindaci e spesso, anche dalle popolazioni male informate. Buttiamo a mare i generali e imbarchiamo gli sceicchi o i fondi d’investimento per colonizzare i luoghi? E i miei poveri pescatori sulcitani? Finalmente liberi di pescare, voi direte. Di pescare cosa? Bombe inesplose o già scariche? Ma intanto perderanno l’indennità di fermo che ora consente loro di campare. E allora? Allora, bisogna avere le idee chiare sul che fare dopo di quei luoghi oggi occupati dalla basi. Dobbiano sapere a quali usi sociali li destiniamo. Se no, poche chiacchiere, dalle servitù per i giochini di guerra dei generali si passerà a quelle per i passatempi dei ricconi, mentre alle popolazioni rimarrà solo qualche bricciola, ma l’asservimento dei luoghi a poteri altrui, generali o gruppi d’investimento che siano, rimarrà. E allora, per favore Francesco, fai un discorso a tutto tondo e svela nobis il mistero: cosa faremo delle base alfine liberate?

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