Matrìca parte: bene, con attenzione e vigilanza. E subito anche le bonifiche!
di Vanni Tola
Portotorres 16/06/2014 – Oggi diventerà realtà il progetto chimica verde di Matrìca. Presenti il ministro dell’ambiente Gian Luca Galletti, il presidente di Matrìca Daniele Ferrari, l’amministratrice delegata Catia Bastioli, i rappresentanti delle istituzioni locali e regionali, sarà inaugurato, a Portotorres, il primo impianto di monomeri biobased, un avvenimento che rappresenta un segno tangibile della riconversione dell’area industriale dal petrolchimico alla chimica verde. L’impianto che sarà inaugurato oggi è impiegato per la produzione di monomeri intermedi ed esteri biobased indispensabili per la sintesi di bioplastiche Mater-Bi di terza generazione. La produzione a Porto Torres sarà concentrata sull’acido azelaico, appartenente alla famiglia degli acidi dicarbossilici che, oltre ad entrare nella formulazione del Mater-Bi, costituisce la base per plastificanti speciali, esteri ad alta viscosità e basso punto di scorrimento per il settore della lubrificazione. Entro la fine dell’anno, l’impianto inaugurato oggi dovrà essere affiancato da altri due impianti della prima parte del piano di riconversione che produrranno additivi per polimeri ed esterificazione. Una volta completata questa prima fase di investimenti, le tre unità di Matrìca produrranno nella zona industriale acido azelaico, una miscela meno pregiata di acido palmitico e stearico, acido perlagonico ed esteri C5 e C9 con relative glicerine. Si apre cosi il nuovo capitolo della chimica verde che, nonostante l’opposizione di alcuni gruppi, diventa realtà. Un progetto che persegue l’obiettivo di realizzare, nell’area industriale turritana, il più grande polo europeo della chimica verde con un investimento complessivo che dovrebbe raggiungere il mezzo miliardo di euro. I dati tecnici del progetto evidenziano che quello di Porto Torres è «il primo impianto al mondo che impiega la tecnologia di scissione ossidativa a basso impatto ambientale». L’impianto ha una capacità produttiva di circa 32mila tonnellate l’anno. Finora Matrica ha investito sul progetto 180 milioni di euro e una volta completato, si parla del pieno regime entro il 2016, darà lavoro a circa 700 persone, senza considerare le imprese dell’indotto. Un progetto rivoluzionario, hanno sempre assicurato i vertici di Novamont ed Eni, che si integra con il territorio, visto che la materia prima per le produzioni, il cardo selvatico, sarà coltivata in Sardegna. Quello che sarà inaugurato oggi non è soltanto il primo impianto di una “fabbrica di bioplastiche”: i vertici di Matrica parlano di “una bioraffineria integrata di terza generazione che, partendo dall’utilizzo di materie prime agricole e di scarti vegetali, produrrà una gamma di prodotti chimici (biochemicals, biointermedi, basi per biolubrificanti e bioadditivi per gomme) attraverso processi innovativi e a basso impatto”. La creazione di una bioraffineria integrata nel territorio, dedicata a una serie di prodotti innovativi in ottica di filiera, porterà a Porto Torres nuove produzioni chimiche a basso impatto ambientale, ponendo le basi per una reindustrializzazione che avrà effetti positivi non solo nel comparto, ma anche in tutta l’industria a valle e sull’agricoltura. I promotori del progetto parlano di una vera e propria “bioeconomia di filiera”, nel rispetto della biodiversità locale e un’opportunità per l’Italia di rilanciare, in particolare nei siti storicamente meno competitivi, un settore industriale strategico come quello chimico.
I PROBLEMI APERTI
I problemi aperti relativamente al progetto della chimica verde non sono pochi e attendono risposte certe, credibili e verificabili. – segue - Intanto si attende di conoscere lo stato dell’opera per quanto riguarda le bonifiche del territorio che avrebbero dovuto precedere la realizzazione dei nuovi impianti e rappresentano una drammatica emergenza per il territorio. Altro problema sul quale si attendono chiarimenti e precisazioni riguarda la coltivazione del cardo che dovrebbe rappresentare la materia prima dell’intero impianto di chimica verde. In particolare interesserebbe sapere a quanto ammonta attualmente la superficie agraria coltivata a cardo (campi sperimentali Novamont e coltivazioni attivate dagli agricoltori dell’area) e quale è il fabbisogno di cardo previsto (in termini di superficie agraria e di prodotto) per la messa a regime degli impianti. Collegata a questa richiesta di chiarimenti, ne segue un’altra. Nell’ipotesi che non fosse raggiunta la quantità di produzione di cardo necessaria per gli impianti, quale sarà l’ipotesi di riserva per farli funzionare ugualmente, considerato che non è certamente pensabile una demolizione degli stessi e un loro trasferimento altrove? Si pensa all’impiego di altre essenze agricole simili al cardo? Si pensa di utilizzare scarti di lavorazioni agricole e residui della macellazione? O l’ipotesi alternativa diventerebbe, gioco forza, il ricorso al trattamento dei rifiuti umidi urbani? In quest’ultima ipotesi si darebbe ragione a che denuncia da qualche tempo il rischio che alcuni impianti del progetto Matrìca, possano essere riconvertiti in più o meno efficienti inceneritori di rifiuti.
Il servizio su La Nuova Sardegna on line di oggi lunedì 16 giugno 2014
Porto Torres, la chimica verde accende i motori
L’impianto è stato inaugurato nel polo industriale dal ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti
di Pinuccio Saba
SASSARI. È stato il ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti a inaugurare stamane il primo impianto, dei sette previsti, della chimica verde. A far gli onori di casa il presidente e l’amministratore delegato di Matrìca Daniele Ferrari e Catia Bastioli, mentre alla cerimonia sono stati invitati i rappresentanti delle istituzioni regionali e locali, cioè gli stessi “attori” che poco più di tre anni fa avevano sottoscritto l’accordo di programma per la riconversione del polo petrolchimico di Porto Torres in una “bioraffineria integrata di terza generazione”, capace cioè di produrre materie plastiche e non solo utilizzando come materia prima prodotti di origine vegetale. Un accordo di programma che era stato sottoscritto oltre che dalla Regione, anche dalla Provincia di Sassari e dalle amministrazioni comunali di Porto Torres e Sassari.
Quella di oggi, in realtà, non è la prima inaugurazione: poco più di due anni fa era stato aperto il centro di ricerche che ha prodotto in tempi rapidissimi diverse assunzioni, un centro ricerche che negli intendimenti di Matrìca deve contribuire a far diventare il polo di Porto Torres uno dei centri di importanza mondiale nel settore delle bioplastiche e delle produzioni biodegradabili di origine vegetale.
Un progetto di filiera, dunque, ma soprattutto un disegno strategico di sistema. «La chimica verde ci consente di disegnare un futuro per Porto Torres e, in prospettiva, anche per altri impianti in Italia e all’estero», aveva detto Daniele Ferrari, all’epoca amministratore delegato di Polimeri Europa e presidente di Matrìca. L’investimento previsto supera il miliardo, di cui 530 milioni a carico del gruppo Eni per la bonifica dell’area e 300 milioni per la realizzazione da parte di EniPower di una centrale a biomassa che utilizzerà i residui vegetali della lavorazione. Finora sono stati investiti 180 milioni di euro e i cantieri di Matrìca hanno consentito di creare circa 200 posti di lavoro nella costruzione del primo impianto. Una volta a regime il polo della chimica verde dovrebbe occupare poco meno di 700 persone, traguardo che verrà raggiunto quando gli impianti marceranno a regime.
L’unità che è stata inaugurata oggi produrrà monomeri, intermedi per la sintesi di bioplastiche, in particolare del Mater-Bi di terza generazione brevettato da Novamont, con una capacità di 32 mila tonnellate annue. Ben più ambizioso il traguardo che si pone Matrìca una volta terminata la costruzione degli impianti, cioè arrivare a 350 tonnellate all’anno di prodotti di origine vegetale (intermedi, plastiche, lubrificanti, additivi), partendo dalle coltivazioni locali, in questo caso il cardo, ricavate mettendo a reddito i terreni marginali della Sardegna.
Il progetto aveva incassato il gradimento non solo delle organizzazioni sindacali, preoccupate per l’ulteriore perdita di posti di lavoro con la chiusura definitiva del polo petrolchimico (in realtà rimarrà attiva la filiera degli elastomeri, cioè delle gomme), ma anche delle forze politiche e delle associazioni di categoria. Con una sola perplessità legata alla tutela ambientale, prudenza ampiamente giustificata dalla pesantissima contaminazione dell’area industriale e non solo. Matrìca ha sostenuto, a più riprese, che la tipologia degli impianti e delle lavorazioni è completamente diversa, e che l’impatto della chimica verde non ha nulla che fare con sostanze altamente cancerogene derivate dal petrolio o con i metalli pesanti. Eni si è impegnata a bonificare l’area inquinata ma i 530 milioni di euro stanziati per il progetto, sono assolutamente insufficienti per eliminare i veleni che per anni, e quando le leggi di tutela ambientale erano praticamente inesistenti, sono stati scaricati nell’area industriale di Porto Torres.
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Da La Nuova Sardegna on line 16 giugno 2014 ore 18
Chimica verde, inaugurato a Porto Torres il primo impianto Matrica
Lo stabilimento è stato inaugurato dal ministro dell’Ambiente, Gian Luca Galletti
Porto Torres, la chimica verde accende i motori
PORTO TORRES. «Quello che celebriamo oggi è un fatto davvero straordinario, da un impianto di vecchia concezione si passa all’affermazione di un modo nuovo di concepire lo sviluppo attraverso la chimica verde», sono le parole del ministro dell’Ambiente, Gian Luca Galletti, che ha inaugurato lo stabilimento Matrica che ha investito 180 milioni, joint venture fra Novamont e la controllata Eni Versalis, a Porto Torres, per la produzione di materiali per la filiera «green chemistry».
«Uno stabilimento di questo genere concilia l’ambiente e lo sviluppo, che sono i due assi su cui intendiamo costruire il futuro del Paese», ha aggiunto il ministro dell’Ambiente, Gian Luca Galletti, che ha inaugurato lo stabilimento Matrìca, per la produzione di materiali per la filiera della chimica verde, nel polo industriale di Porto Torres. «Come per le bonifiche, anche sul piano dello sviluppo l’obiettivo del governo è quello di favorire la semplificazione a vantaggio degli investimenti – ha proseguito il ministro – ma continuando a tenere alto il sistema di controllo, soprattutto in campo ambientale»
«Al mondo non esiste ancora una società che abbia le conoscenze e le competenze che Versalis e Novamont hanno trasferito dentro Matrica, questo ci aiuta a capire la reale portata del progetto e le sue potenzialità, in stretta connessione con il territorio», così Daniele Ferrari, amministratore delegato di Versalis e presidente di Novamont, non nasconde la propria soddisfazione in occasione dell’avvio delle produzioni nei nuovissimi impianti realizzati all’interno del polo industriale di Porto Torres.
«Non abbiamo alcuna intenzione di “cardizzare” (è infatti dalla produzione del cardo che verranno prodotte le nuove sostanze green, ndr) la Sardegna, la sfida di Porto Torres rappresenta una grande opportunità soprattutto in termini di ricerca e innovazione – ha assicurato Catia Bastioli, Ad di Matrica – l’idea di produrre nell’isola la materia prima necessaria per le nostre lavorazioni è connessa alla possibilità di coinvolgere l’intero territorio in un processo dalle potenzialità straordinarie, anche sul piano ambientale».
Alla cerimonia di oggi hanno partecipato il sindaco di Sassari Nicola Sanna, il sindaco di Porto Torres, Beniamino Scarpa, il presidente della Provincia di Sassari, Alessandra Giudici, il presidente del Consiglio regionale della Sardegna, Gianfranco Ganau, gli assessori regionali dell’Industria, Maria Grazia Piras, e dell’Ambiente, Donatella Spano.
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