la sediata di Vanni in testa a…
Si fa presto a dire Qatar!
di Vanni Tola
Ma che Qatar d’Egitto. Pardon della penisola araba. Ma che cacchio vogliono questi arabi da noi? Arrivano, propongono un finanziamento di 1,2 miliardi di euro della loro Qatar Foundation Endowment per completare l’ex San Raffaele di Olbia e farne un centro medico di eccellenza e pretendono perfino di concludere l’affare in un mese altrimenti se ne vanno in Germania. Ma quando mai un investimento del genere si decide in un mese? Noi per fare un ospedale impieghiamo almeno venti anni tra studi, appalti, autorizzazioni, divisione dei posti letto tra i primari. Questi invece hanno fretta. Poi se anche lo realizzassero, questo centro medico di eccellenza, come si integrerà nella rete ospedaliera esistente? Che ne sarà delle “baronie” ospedaliere e universitarie? Chi comanderà nel nuovo ospedale? E i sindacati della triplice potranno avere un ruolo decisivo nelle assunzioni del personale o faranno tutto gli arabi col criterio della competenza? Anche noi dobbiamo campare. E poi c’è in problema fondamentale non di poco conto. Noi conosciamo poco la lingua araba, le loro usanze, le consuetudini. Direi che non le conosciamo per niente. Scommettiamo che non ci fanno neppure mettere i Crocefissi nelle stanze e le Madonne nei corridoi? E poi quali sono le “percentuali” applicate nel Qatar per la concessione degli appalti agli amici durante le gare? Noi non sappiamo neppure come si dice “tangente” in arabo? No, no, meglio non rischiare, che vadano pure a farselo in Germania il loro centro medico all’avanguardia. Noi ci prepariamo un bel piano trentennale per la riforma della sanità in Sardegna, con calma, senza fretta. E’ cosi che si fa.
Da che mondo è mondo, a qualsiasi latitudine, il monopolio pubblico è sinonimo di inefficienza e corruzione. L’ Italia è tra i paesi più corrotti non per caso, per via dell’ ingerenza del pubblico su una parte enorme dell’ economia e della società, non solo Alitalia, Rai, poste, ecc. anche le migliaia di “partecipate” e la sanità che è il buco più grande del debito pubblico. Quindi nessuna meraviglia, anche perché più che in altri paesi il pubblico è nelle mani di partiti privati, privatissimi. Non solo FI di Berlusconi, 5 stelle di Grillo, l’ affondato Italia dei valori di Dipietro, il PD ha solo un’”azionariato” più largo, con le cosiddette correnti. Che fare? Bisognerebbe azzerare le regioni, il Senato, privatizzare sul serio RAI, Alitalia, ecc. tagliare costi improduttivi con feroce determinazione e trasferire risorse a chi crea valore aggiunto per il suo prossimo (non a burocratici “posti di lavoro”).Ma i nostri partiti mai si tireranno la zappa sui piedi, malgrado un debito pubblico in continua crescita mese dopo mese, grazie a tasse altissime vivono di rendita, loro e i loro amici con gli amici degli amici…Io sogno un commissario che venga dall’ estero, per un paese fallito prima che economicamente da un punto di vista civile ed etico.