In giro con la lampaladin sul patto di stabilità…
- Patto di stabilità, fine dei vincoli di spesa? I comunicati [ di Presidenza del Consiglio dei Ministri - Regione Sardegna]. Su SardegnaSoprattutto del 31 maggio 2014
- Il punto di vista di Alessandro Spano. Su L’Unione Sarda di oggi 31 maggio 2014. La riflessione a caldo di Giuseppe Melis Giordano, sulla sua pagina fb.
- Abolizione del patto di stabilità: è vera gloria? Una cosa sola è certa: ora la Sardegna deve riformare la sua sanità. Vito Biolchini su vitobiolchini.it.
- Le prime notizie su Aladinews (realtà e auspici). – Le “interpretazioni autentiche” di Francesco Pigliaru (sulla sua pagina fb) e di Raffaele Paci (alla presentazione del rapporto Crenos), sfreddano gli entusiasmi.
… e sul rapporto Crenos
- Il rapporto Crenos nella rassegna stampa Unica di sabato 31 maggio 2014
(L’Unione Sarda 31 maggio 2014) «Adesso scelte forti»
- «Molti i dubbi»
«Premessa: non ci sono dati sufficienti. Però…».
Però?
«Potenzialmente mi pare un intervento interessante, ma non è vero che la Sardegna è fuori dal Patto di stabilità. Si tratta piuttosto di un accordo che consente di modificare i vincoli del Patto, cosa auspicata da tutti».
Cosa significa?
«Non si tratta di poter spendere di più, ma di avere una maggiore libertà nell’impiegare le nostre risorse. In altre parole, se prima in base ad algoritmi molto complessi si stabiliva un tetto di spesa, per la Sardegna circa 2 miliardi e 400 milioni ma con la sanità esclusa, ora si dice: la Regione consideri tutte le spese, sanità compresa, e rispetti il pareggio di bilancio, al netto di quella parte che deve lasciare allo Stato per contribuire a coprire il debito pubblico, circa 600 milioni».
Sta dicendo che la sanità ha un ruolo importante in questo discorso?
«Se prima la Regione non aveva alcun interesse a risparmiare sulla sanità, esclusa dal Patto, adesso, se contiene le spese in questo settore mantenendo l’efficienza del servizio, può investire in altri campi. Ma è necessario appunto razionalizzare. Il cuore del problema è qui, a meno che non aumentino le entrate complessive, cosa che mi sembra complicata nell’attuale quadro macroeconomico».
Una scommessa?
«La storia ci dice che in Sardegna mettere mano alla sanità è difficile. Servono scelte molto forti. E diminuire la spesa cercando di mantenere la qualità può essere un’arma a doppio taglio».
Il discorso porta al San Raffaele di Olbia.
«Investire sul San Raffaele significa acquistare da lui prestazioni sanitarie, si parla di un centinaio di milioni, bisogna però che il sistema sanitario generale resti all’altezza. E questo in assenza di un piano sanitario aggiornato e di un piano di riordino della rete ospedaliera. In ogni caso è necessario investire. Ma ripeto: il quadro è molto incerto».
Altre incognite?
«Sì. Come saranno calcolati gli accantonamenti che lo Stato attribuisce alla Regione? E ancora: dal prossimo anno cambieranno tutte le norme contabili e non si sa quali saranno gli effetti sul calcolo dei vincoli del Patto di stabilità. Il diavolo si nasconde nei dettagli».
R. C.
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Le dichiarazioni di Raffaele Paci nel resoconti di Alfredo Franchini su La Nuova Sardegna di sabato 31 maggio 2014.
Paci: «Conta la credibilità della Regione»
CAGLIARI Raffaele Paci è intervenuto ieri alla presentazione del Rapporto Crenos: «Mi piacerebbe intervenire da economista ma sono qui a rappresentare quella politica buona senza la quale non si va da nessuna parte». Inevitabile il tema del Patto di stabilità per il quale solo il giorno prima sono state cambiate le regole. L’assessore alla Programmazione ha ribadito che «restiamo dentro al Patto» ma con il solo obbligo del pareggio di bilancio. L’isola contribuirà al risanamento della finanza pubblica, (attraverso gli accantonamenti), ma potrà spendere le altre risorse liberamente. «I pilastri dell’azione di governo», ha detto Paci, «sono l’istruzione e la buona amministrazione che deve quindi semplificare le procedure». Quello che conta – è la tesi di Paci – è la credibilità delle istituzioni. «Con il governo non abbiamo firmato niente», afferma l’assessore, «mica dobbiamo andare dal notaio. C’è un comunicato ufficiale su carta intestata Palazzo Chigi e questo basta». La giunta – dice Paci – si è rapportata al governo in modo diverso partendo dall’analisi e dai grafici: «Abbiamo usato il metodo Crenos», spiega l’assessore al Bilancio, «e il governo ha riconosciuto la nostra credibilità». Il modello di accordo seguito per la Sardegna dovrebbe essere riproposto alle altre regioni speciali, a cominciare dalla Valle d’Aosta. In realtà, Trento e Bolzano hanno già sperimentato il cambio delle regole che è stato proposto alla Sardegna per il 2015. «Ora dipende da noi», conclude l’assessore, «ogni euro che riusciremo a risparmiare potrà essere adoperato per gli investimenti».
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