gli occhiali di Piero su…
GIOVANNA D’ARCO
Il 30 maggio 1431 muore a Rouen, 19 anni, arsa viva sul rogo, Giovanna d’Arco. Sottolineo “viva”, perchè si evitò al boia di farla morire per asfissia prima di darla alle fiamme. Il processo fu una porcata anglo-borgognona con la regia del vescovo Pierre Cauchon (pr. cochòn). Non era accusata di nulla, doveva essere incriminata dalle sue stesse parole nel corso degli interrogatori. Fu trovata, pensa un po’, eretica, ma il vescovo le concesse di ricevere la comunione (a un eretico!).
Così commenta Arnault, il cane di Giovanna, ne “La casa dello Strego”:
“Cauchon, Pierre Cauchon, ma foi, il a été un vrai cochon!”
SANDRO GALLO
A lui è dedicata la strada principale del Lido di Venezia.
Nato a Venezia il 30 maggio 1914, laureatosi a Padova, fa l’insegnante.
La notte di capodanno del 1942 bisticcia con un fascista in piazza S.Marco: lui viene arrestato, il fascista no. Condannato al confino per un anno.
Dopo l’8 settembre ’43 organizza la lotta armata nel Cadore, nome di battaglia Garbin (Maestrale).
Realizza con successo diverse azioni contro i tedeschi: ne assalta un presidio a Cortina e li mette in fuga, fa saltare un ponte di collegamento per le loro truppe..
Il 20 settembre 1944, a Lozzo di Cadore, attacca con altri quattro una colonna motorizzata tedesca: lui e due dei suoi cadono in combattimento.
FALSE BIOGRAFIE
PABLO PICASSO
Pablo, figlio della genovese Maria Picasso, era sardo. Era nato (non si sa la data precisa) a Carloforte, isola di S.Pietro, dove la mamma, in vacanza presso suoi parenti originari di Pegli, ebbe una storia con un simpatico pescivendolo di Portoscuso, che chiamava tutti cugini e incantava le donne con occhiate di pesce fresco.
Maria, abbandonata con un figlio, senza marito, non ebbe il coraggio di tornare a Genova e, con un certo Jose’ Ruiz, pittore, uomo bizzarro ma di idee avanzate, andò a Malaga.
Ruiz sposa la donna e fa battezzare il bambino con nomi altisonanti: Pablo Diego Jose’ Francisco Juan Maria Cipriano, cognome Ruiz (ovvio) e Picasso. Dichiara che il bambino e’ nato a Malaga il 25 ottobre 1881, ma lo tiene nascosto perché ha già tre anni. Per evitare noie la famiglia si sposta a Barcellona. Pablo emerge come enfant prodige, facile! E’ più grande dell’età che dichiarano! Espone in Galizia a 14 anni! ( ma ne ha 17…). Ricordando qualcosa della prima infanzia ha un duro confronto con la madre che gli rivela le sue origini sarde. Fugge a Parigi.
Senza un soldo (e’ il periodo blu), ma dotato di simpatia e fascino, eredità del padre sardo, si fa mantenere dagli amici e seduce una donna dopo l’altra (il periodo rosa…).
Si sposa e si separa, non divorzia (il trauma infantile gli impedisce di lasciare del tutto una donna). Chiama il figlio non Pablo, ne’ Paul, ma Paulo e nell’intimità Pauleddu.
Nel 1907 dice di recarsi in Africa, invece viene in Sardegna dove rimane incantato dalle maschere dei mamuthones che riprende nei quadri del periodo (detto africano, ma dovrebbe dirsi sardo): traccia evidente ne Le Demoiselles d’Avignon, dove le due figure di destra sono decisamente sarde.
Significative per la struggente nostalgia delle origini sono le opere in cui ritrae la danza sardesca, il gioioso ballo tondo: alta in alcune la colomba della pace, in altre a vivaci colori le figure stilizzate come nelle antiche ceramiche sarde, che certo studio’ nei suoi viaggi segreti in. Sardegna.
Non volle mai rivelare il suo segreto per non ferire la memoria della madre, ma tanti suoi comportamenti, specie con le donne, spiegati banalmente come malattia o come carattere chiuso d’artista, si spiegano solo conoscendo la verità del dramma della sua nascita.
Morì a Barumini scivolando nel nuraghe il 6 aprile 1973, un aereo da Elmas lo condusse in Francia, dove ne constatarono la morte due giorni dopo, età ufficiale 91 anni, ma in realtà erano quasi 95.
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