Terzo Rapporto sull’economia del mare
Unioncamere ha presentato il “Terzo Rapporto sull’economia del mare”, il 30 aprile a Gaeta, nell’ambito dei III Stati generali delle Camere di commercio dedicati al settore. Il rapporto ha messo in risalto dimensioni e potenzialità di un settore che ha grandi potenzialità di sviluppo.
Ecco i documenti:
Terzo Rapporto sull’economia del mare – pdf, 4.7MB
Comunicato stampa – doc, 360.5kB
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(dal sito di Unioncamere) “L’economia del mare – ha detto il presidente di Unioncamere, Ferruccio Dardanello – è una risorsa che genera ricchezza, occupazione e innovazione secondo un modello collaborativo e sostenibile. Il mare unisce settori e tradizioni diverse in un tessuto imprenditoriale diffuso che può essere una leva straordinaria per il rilancio dell’Italia”.
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Sardegna, i numeri dell’economia del mare
Pubblicato da amaregaeta06 il 12 maggio 2014
1,6 miliardi di euro, 8.968 imprese per un totale di 38mila addetti tra alloggio, ristorazione, ittica, cantieristica, merci e passeggeri. Sono i numeri dell’economia del mare sarda del 2013 nell’ultimo rapporto Unioncamere presentato da Confartigianato.
Un’industria che si allarga alle attività sportive, all’estrazione marina e alla ricerca ambientale. Come si spiega l’enorme numero di attività imprenditoriali? «La maggior parte sono micro-piccole aziende artigiane – spiega il presidente di Confartigianato Imprese Sardegna Luca Murgianu – che sono cresciute, nell’ultimo anno, di circa il 2%».
Al livello nazionale il valore aggiunto della Sardegna piazza l’isola alla decima posizione. Prima regione è il Lazio con 6,4 miliardi di euro, seguito dalla Liguria con 4,7 miliardi. «Sono regioni che, ovviamente, non hanno l’estensione costiera che abbiamo noi – ha aggiunto Murgianu – parametro utile per conoscere la potenzialità ma che poi deve trovare sfogo in un mercato ancora tutto da creare. Questo deve far riflettere su quanto ancora ci sia da lavorare e da investire in questo settore. Abbiamo un patrimonio tutto da scoprire che, se sfruttato a dovere, genererebbe circa 2,8 miliardi di ulteriore valore aggiunto ovvero un totale di quasi 4,5 miliardi sulla nostra Sardegna, che andrebbe a incidere per il 14,9% sul totale dell’economia isolana».
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