gli occhiali di Piero su…
DON LORENZO MILANI
Il 27 maggio 1923 nasce a Firenze Lorenzo Milani.
Studia a Milano, maturità classica, poi Accademia di Brera, forse l’interesse per la pittura sacra lo indirizza alla conoscenza del Vangelo.
Tornato a Firenze, a vent’anni entra nel Seminario Maggiore per farsi sacerdote.
E’ cappellano a S.Donato di Calenzano, dove fonda una scuola popolare per giovani operai e contadini. Nel 1954 è già nel mirino della Curia che lo spedisce nella sperduta Barbiana. Qui fonda la scuola per i ragazzi che hanno finito le elementari.
Pubblica “Esperienze pastorali” (1958), pochi mesi dopo il libro viene ritirato dal commercio per ordine del S.Uffizio, perchè “inopportuno”.
Nel 1965 scrive una lettera molto critica ai cappellani militari toscani che avevano definito l’obiezione di coscienza “estranea al comandamento cristiano dell’amore e espressione di viltà”.
La lettera viene incriminata: apologia di reato, Don Lorenzo processato, prima assolto, poi condannato in appello, quando lui è già morto.
Nel 1967 viene pubblicata “Lettera a una professoressa”.
Don Lorenzo muore un mese dopo, il 26 giugno 1967.
La biografia di Don Lorenzo Milani illustra bene che razza di paese fosse l’Italia fino al 1968 e come la sua parola abbia aiutato a fare qualche passo avanti (anche se oggi molti volenterosi vorrebbero farci fare tanti passi indietro).
A proposito della Grande Guerra scrisse: “Avete detto ai vostri ragazzi che quella guerra si poteva evitare? Che Giolitti aveva la certezza di poter ottenere gratis quello che fu poi ottenuto con 600mila morti?”
Sulla Seconda Guerra Mondiale: “… dal ’39 in là fu una frana, i soldati italiani aggredirono una dopo l’altra altre sei patrie che non avevano attentato alla loro: Albania, Francia, Grecia, Egitto, Jugoslavia, Russia.
Era una guerra che aveva per l’Italia due fronti. L’uno contro il sistema democratico, l’altro contro il sistema socialista. Erano e sono per ora i due sistemi politici più nobili che l’umanità si sia data. L’uno rappresenta il più alto tentativo dell’umanità di dare, anche su questa terra, libertà e dignità umana ai poveri. L’altro il più alto tentativo dell’ umanità di dare, anche su questa terra, giustizia e eguaglianza ai poveri”.
Scrisse “L’obbedienza non è più una virtù, ma la più subdola delle tentazioni”.
Su questo concetto e sul suo insegnamento un’intelligente regista, Mina Mezzadri (è scomparsa nel 2008, a 81 anni) elaborò un lavoro teatrale che la Cooperativa Teatro Sardegna mise in scena a Cagliari, con Franco Noè e Tino Petilli.
HO SBAGLIATO MA NON MI SCUSO
Miracolo! Tre sardi al Parlamento Europeo!
E io, con tanti altri (sostanzialmente tutti inascoltati), dal 5 giugno dell’anno scorso, che mi sgolavo a chiedere che cambiasse la legge italiana e la Sardegna avesse un collegio suo e non in condominio con la Sicilia ( tre volte più di noi), per avere la certezza di una presenza sarda a Brussels.
Temevo, e non ero il solo, che neppure un sardo sarebbe stato eletto.
Da vent’anni nessun sardo veniva eletto e, vent’anni fa, soltanto uno, l’ultima volta nessuno, neppure con 117mila voti.
Invece, miracolo!, tre sardi eletti! bello e incredibile…
Sbagliai a prevedere che nessun sardo sarebbe stato eletto.
Ho sbagliato, ma non mi scuso: ai miracoli preferisco una legge giusta e una certezza positiva. Ma se qualcuno preferisce i miracoli, rispetto la sua fede.
Tra cinque anni la stessa legge e, naturalmente, lo stesso miracolo.
WILD BILL HICKOK
Altra leggenda del vecchio West, un po’ verità, un po’ romanzo.
James Butler Hickock nasce il 27 maggio 1837 a Troy Grove, un paesino nella contea di LaSalle (Illinois). Pony express, pistolero, scout dell’esercito, sceriffo, giocatore. Amico di Buffalo Bill e (forse anche amante) di Calamity Jane.
Ucciso a tradimento mentre gioca a poker, ha in mano due assi e due 8, tutti neri: la mano del morto. E’ il 2 agosto 1876, a Deadwood (Dakota). Cinque anni prima era uscito un libro su di lui, dove risultava già morto eroicamente. Rappresentato in molti film, tipicamente con la sedia addossata alla parete e lo sguardo all’ingresso del saloon per prevenire i malintenzionati. Per una volta che non lo fece…
POETESSE SCONOSCIUTE
NOTTE DI LUNA
Notte di luna e brezza tra le canne,
ora del ritorno dei ricordi,
foglie e ombre nel silenzio dei baci.
Anni passati in attesa di luci sul mare,
di navi a vele tese,
giorni di sole, notti d’amore.
Se i sogni non si arrendono
le notti di luna piena diventano insonni
e la brezza che si leva dal canneto
sembra una voce umana.
(Marisol Duarte De Roberti)
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Le foto di Soru, Moi e Ciccu sono tratte dalla news on line “Tiscali in Sardegna”
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