in giro con la lampada di aladin per Galsi e dintorni
- Bye, bye, gasdotto Galsi, arrivano i rigassificatori? La posizione del Gruppo d’intervento giuridico
- Anche sul manifesto sardo
- Galsi, un no che inquieta. E sull’energia serve una moratoria, esattamente come nel 2004 si fece con la Salvacoste. Vito Biolchini sul sito vitobiolchini.it
- About Galsi sul sito della RAS.
- Pratica dell’obbiettivo. Gruppo d’intervento giuridico; per il Galsi la Giunta regionale disponga una “consultazione pubblica preventiva” - Sulla democrazia partecipativa sempre pertinenti e di sicuro riferimento le parole del prof. Umberto Allegretti (intervista di Unicafor del 2 aprile 2008)
- Una scelta economicista e rinunciataria: il commento di Aladin - segue -
Un commento del direttore di Aladin, pubblicato sul sito vitobiolchini.it
Lo sblocco degli 11 milioni non giustifica certo l’uscita dal Galsi, con la rinuncia ad una quota partecipativa che, seppure di minoranza, consentiva alla Regione Sarda di avere un titolo concreto per essere presente nella formazione delle politiche energetiche che riguardano il Mediterraneo del Sud. Certo se la Regione è incapace di pesare sulle politiche energetiche italiane ed europee, in sostanza se non ha persone e risorse politiche e intellettuali per reggere tale presenza, bene ha fatto ad uscire … Ma è una rinuncia che allo stato sembra invece avere motivazioni prevalentemente economiciste. L’uscita dal progetto Galsi nel ribadito perseguimento della scelta di metanizzazione della Sardegna non può che rilanciare la soluzione navi metanifere + rigassificatori, come osserva Mario Guanziroli. Ne è pienamente consapevole Stefano Deliperi – che con il Gruppo d’intervento giuridico ha meritoriamente approfondito la questione (http://gruppodinterventogiuridicoweb.wordpress.com/2014/05/16/bye-bye-gasdotto-galsi-arrivano-i-rigassificatori/) – e che salutando favorevolmente il disimpegno su Galsi mette in guardia rispetto ai rischi permanenti con il proseguimento del programma anche senza il gasdotto di mare. Che fare allora? Allo stato, associandomi alle perplessità di molti rispetto alle scelte della Giunta Pigliaru (mi riferisco particolarmente al citato Raffaele Deidda) ritengo che la questione abbia necessità di essere ripresa in modo aperto e per quanto possibile partecipato, ovviamente organizzando la partecipazione alla formazione delle decisioni che devono essere assunte conclusivamente dal Consiglio e dalla Giunta regionale, anche attraverso la pratica della “procedura di consultazione pubblica preventiva aperta all’intera collettività regionale” proposta dallo stesso Gruppo d’intervento giuridico (http://gruppodinterventogiuridicoweb.wordpress.com/2012/05/17/la-consultazione-pubblica-preventiva-un-metodo-per-il-miglioramento-e-la-condivisione-delle-grandi-opere/). Sempre in argomento credo sia utile soprattutto nell’attuale fase di crisi della partecipazione democratica istituzionale (non dimentichiamo la scarsa rappresentatività del Consiglio regionale e della Giunta in relazione agli esiti elettorali) proporre con forza la pratica della democrazia partecipativa. Segnalo in proposito le interessanti e utili elaborazioni universitarie che hanno nel prof. Umberto Allegretti, docente cagliaritano dell’Università di Firenze, un autorevole riferimento anche di rilievo internazionale (ecco il video di un suo intervento a un convegno su”Partecipazione e comunicazione”, tenutosi a Cagliari nei gg 1 e 2 aprile 2008: https://www.youtube.com/watch?v=LphdCFcmmN4)
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