Ci ha lasciati Giommaria Cherchi

lutto
Ci ha lasciati Giommaria Cherchi, uomo politico, poeta, professore. Uomo di punta del PCI sassarese, ha ricoperto numerosi incarichi nel Comune di Sassari, è stato Presidente della Provincia, ha vinto il premio di poesia “Città di Ozieri”. Molti lo ricorderanno per il suo impegno politico e sociale, molti altri come raffinato scrittore e poeta. Io lo voglio ricordare come professore di lettere in una scuola media superiore, il mio professore. Veniva a scuola in giacca e camicia bianca abbottonata sul collo fino all’ultimo bottone, mai con la cravatta. Sempre al fianco degli studenti in lotta, era considerato dall’allora Preside un insegnante “facinoroso” che sobillava gli studenti altrettanto facinorosi. Il sessantotto stava per arrivare. Lui rispondeva alle critiche con un sorriso carico di garbata ironia. Ci ha insegnato ad amare e capire la storia, ad approfondire le vicende storiche cercando di comprendere la vera origine degli avvenimenti. Ha stimolato in noi l’interessarsi per le problematiche sociali e politiche del paese. Talvolta, con discrezione, ci invitava ai suoi comizi e, spesso, prima di salutarci ci offriva un bicchiere di vino al bar. A quelli di noi diventati di sinistra, proponeva di dargli del Tu, come era consuetudine tra i compagni. Nessuno è mai riuscito a farlo, per noi era e restava il professore. Forse ora… addio Giommaria. (vt).

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Morto il politico e poeta Giommaria Cherchi
SASSARI. È morto Giommaria Cherchi, figura importante della politica e della cultura isolana. Nato a Uri nel 1922 già da giovanissimo militò nel Partito Comunista e fu eletto consigliere regionale per due legislature, la prima nel 1954. Antifascista, tra il 944 e il 1946 fece parte del gruppo di intellettuali che ruotò attorno alla rivista democratica sassarese “Riscossa”. Fu più volte consigliere comunale a Sassari e venne eletto presidente della Provincia negli anni Ottanta.
Ma il ruolo di primo piano di Cherchi non fu soltanto nella politica ma anche nel campo della letteratura. Laureato in Lettere a Cagliari nel 1946 fu infatti anche un poeta lirico raffinato: accanto ai saggi storici (fra i quali fu molto apprezzato quello sugli anni sassaresi di Palmiro Togliatti) pubblicò raccolte di liriche a partire dal 1961 mentre negli anni più recenti ha dato alle stampe raccolte di versi nel dialetto natale, il Logudorese e in vernacolo sassarese.
Cordoglio è stato espresso in città da chi lo ha conosciuto a vario titolo, tutti ne ricordano le doti di equilibrio, serietà e onestà personale. Tra le testimonianze quella di Guido Melis pubblicata su facebook: «Fu un ottimo presidente della Provincia e con lui il gruppo di storici di cui facevo parte collaborò sempre con grande facilità. Ne conserverò un buon ricordo».
L’hanno ricordato su fb anche lo scrittore Salvatore Mannuzzu e il politico Raffaele Mannoni che era un giovane consigliere provinciale quando lo connobbe nel 1980: «Stavamo su due parti opposte, ma la stima era reciproca».
Giommaria Cherchi viene considerato come un maestro nell’arte delle politica per molte generazioni. I funerali si svolgeranno oggi alle 16 in cimitero

Il ricordo di Giommaria Cherchi, scritto da Guido Melis sulla sua pagina fb
E’ morto Giommaria Cherchi. Mi spiace molto. L’avevo conosciuto bene in più occasioni e in vari contesti. Come politico, sebbene appartenesse a un mondo che mi è stato estraneo (contiguo forse, ma estraneo) ne apprezzavo le doti di serietà e onestà personale (quanta differenza rispetto a ciò che è venuto dopo!). Come storico, autore per esempio del volume Editori Riuniti su Togliatti a Sassari dedicato al breve soggiorno del Togliatti adolescente nella nostra città agli inizi del Novecento, ne avvertivo la correttezza, la serietà e l’attenzione alle fonti, mai strumentalizzate in nome di tesi di parte. La persona era riservata, un po’ scostante mi pare. Ma può darsi che lo fosse con me, per ragioni di generazione e d’ordine politico (negli anni ’68 e seguenti ero un “contestatore”) . Certo fu un ottimo presidente della Provincia e con lui il gruppo degli storici di cui allora facevo parte (ci chiamavano, spiritosamente, “i brigaglisti rossi”, dal nome del nostro leader Brigaglia) collaborò sempre con grande facilità. Ne conserverò un buon ricordo.

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