Seminario sul crowdfunding del 28 aprile 2014. Approfondimenti sulla pagina fb https://www.facebook.com/events/1460561747513598/

Il-parlamento-in-duomo-Figari

Il-parlamento-in-duomo-FigariLunedì 28 aprile 2014 Seminario sul crowdfunding per le Imprese e le Associazioni – Palazzo dei Congressi Sala D piano terra (accesso dal piazzale CONI). La pagina fb dell’evento
PROGRAMMA PROVVISORIO - segue -

PROGRAMMA PROVVISORIO
- Indirizzi di saluto della Camera di Commercio (Presidente Giancarlo Deidda – Segretario generale Luca Camurri).
- Le iniziative per l’innovazione della Camera di Commercio (Giampiero Lecis, Giampiero Uccheddu)
- Il Crowdfunding nel mondo del credito (Riccardo De Lisa – Università di Cagliari)
- Le iniziative della Sfirs in materia di crowdfunding (Presidente Tonino Tllocca)

- Presentazione di piattaforme crowdfunding
. Equity Crowdfunding, un record italiano per un business innovativo (Carlo Piras, Stars Up);
. Una piattaforma che coniuga il crowdfunding, la co-creazione e il social commerce (Claudio Bedino, Starteed), in collegamento skype.

- Interventi programmati: Vincitori del Contamination Lab dell’Università di Cagliari

Dibattito

Coordina i lavori Franco Meloni, direttore di Aladinews

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La pagina fb dell’evento
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Il-parlamento-in-duomo-FigariNotizie sul dipinto in locandina e appena sopra
IL PARLAMENTO IN DUOMO (1927-28)
Olio su tela di FILIPPO FIGARI
CAGLIARI, CAMERA DI COMMERCIO

La tela – una delle due eseguite per il nuovo Palazzo del Consiglio provinciale dell’economia di Cagliari – è oggi bisognosa di restauro. Raffigura una scena ambientata all’epoca della dominazione pisana: “ai lati di una grande pala d’altare, presso la quale pregavano i priori del Comune prima di partecipare all’adunanza che già si forma intorno agli inviati di Pisa, stanno i capi dei Gremi cittadini” (La sala Figari, 19 agosto 1928). La pala d’altare, che cita il cinquecentesco Retablo di Sanluri (Cagliari, Pinacoteca Nazionale), è perciò un anacronismo. La gamma cromatica meno incandescente che in passato e i riferimenti iconografici a Masaccio e a Piero della Francesca rivelano la volontà già espressa da Figari in una lettera a Raffaele Contu, di essere a posto con le intenzioni del 900, pur “senza essere un novecentista” (R.Contu 30 agosto 1927)

tratto da Storia dell’arte in Sardegna
Pittura e scultura del primo 900
a cura di Marco Magnani e Giuliana Altea. Collana coordinata da Salvatore Naitza

Volume finanziato dal Banco di Sardegna e dalla Fondazione Banco di Sardegna

Ilisso Edizioni, 1995
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retablo di s eligio pinacoteca nazionale cagliari
Retablo di S. Eligio

Info Pinacoteca Nazionale – Cagliari
Retablo di Sant’Eligio Nazione – Italia
Città – Cagliari
Luogo di conservazione – Pinacoteca Nazionale di Cagliari
Categoria – Dipinti
Inventario – DI10
Materia e tecnica – Tempera su tavola
Autore – Maestro di Sanluri
Dimensioni – cm 447,2 x 333,8
Datazione – Inizi XVI secolo

Il doppio trittico, completo di predella e polvarolo, proviene dalla chiesa di San Pietro a Sanluri, paese al quale l’autore di questo retablo deve la propria denominazione. Ma questa opera, di dimensioni ragguardevoli, aveva la sua collocazione originaria presso la chiesa dedicata a Santa Maria di Gesù, una chiesa dei frati Minori Osservanti, ed era collocata nella cappella del gremio dei Fabbroferrai: ecco spiegata l’intitolazione a Sant’Eligio, patrono dei lavoratori dei metalli, e la presenza di un santo appartenente all’ordine dei francescani, come Sant’Antonio.

Ciò che balza all’occhio immediatamente, a parte le dimensioni del retablo (alto m. 4,46 e largo m. 3,57), è lo stato di degrado della pellicola pittorica. Il restauro dell’opera non poté porre rimedio alla caduta di colore che interessa la parte superiore del retablo e dovette limitarsi ad un intervento di tipo conservativo: pertanto oggi non sono più leggibili i pannelli superiori centrale e laterale sinistro.

Osservando i piccoli lacerti di pittura rimasti in questi scomparti, si intuisce nel pannello sinistro la presenza di una graticola, attributo tipico del San Lorenzo, mentre nel pannello centrale si riconosce un angelo in volo, presente di solito nelle Annunciazioni o nelle Madonne in maestà.

Negli altri scomparti osserviamo: in alto a destra, San Leonardo, riconoscibile grazie ai ceppi e alla foglia di palma, simboli del suo martirio; nel pannello sottostante troviamo il Sant’Antonio da Padova, che fu trasformato in Sant’Andrea, con l’inserimento di una croce e di un manto poi rimossi dal restauro. A sinistra, anche se molto danneggiato, è ancora visibile un Santo vescovo, con mitria, pastorale e piviale. Nel pannello centrale Sant’Eligio vescovo è seduto sul trono in atteggiamento benedicente.

Nel polvarolo sono raffigurati Santi, profeti e personaggi biblici; da sinistra in basso: San Giuliano, San Nicola di Bari, Davide (frammenti); al culmine un calice eucaristico fra una coppia di centauri; di seguito, sulla destra: Isaia, Malachia, Sant’Antonio abate e San Sebastiano.

Interessante è la predella, con episodi della vita del Santo: il sogno premonitore della madre, Sant’Eligio nella sua bottega di orafo, Sant’Eligio che pesa due selle davanti al re Clotario; al centro, un Cristo in pietà sorretto da tre angeli e, di seguito: Sant’Eligio che dà l’elemosina agli storpi, la consacrazione vescovile di Eligio e le spoglie del Santo venerate da alcuni devoti.

In questo retablo si osserva l’adozione di moduli prospettici provenienti dalla penisola: il trono su cui è assiso il santo è raffigurato secondo una prospettiva con punto di fuga centrale, presenta una articolazione dello spazio complessa, che riprende sensibilmente la Fortezza del Botticelli agli Uffizi. Anche negli scomparti laterali lo spazio è descritto secondo le regole della prospettiva, e la profondità della scena è misurabile grazie alla presenza delle piastrelle. Un tentativo di rifarsi a moduli classicheggianti si rinviene anche nei finti bassorilievi alle spalle dei Santi nei pannelli laterali.

Contatti con l’arte umbro-romana sono evidenti nei bellissimi Santi Giuliano e Sebastiano rappresentati nel polvarolo.

Il retablo manifesta contatti anche con la pittura iberica, visibili nello schema della predella. Inoltre i fondi oro, i panneggi e i broccati delle vesti (nei pannelli centrali) descritti con grande realismo, le figure allungate dei Santi, il coronamento stesso dei pannelli superiori, i particolari degli interni descritti nella predella, rimandano ancora a dei moduli iberico-fiamminghi tardogotici.

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