Investire con convinzione nella Green Economy

ape-innovativaLe autorità hanno consapevolezza del problema energetico? Quale sarà lo sviluppo dell’energia nei prossimi 10/15 anni?
La Regione Sardegna punta sulla Green Economy attraverso lo sviluppo di una programmazione “verde”

di Alessandro Ligas, TTecnologico
Dopo anni difficili, dopo otto trimestri di recessione, si intravedono i primi timidi segnali di ripresa: qusto è quanto dimostra il rapporto annuale GreenItaly 2013. Il bel paese è già in movimento. Sono più di 3 milioni i green jobs a cui si affiancano altre 3 milioni e 700 mila figure “attivabili” dalla green economy.
Lo studio dimostra che questo modello economico premia chi investe su conoscenze, nuove tecnologie, capitale umano ed innovazione, tanto che, il 61,2% di tutte le assunzioni previste nel 2013 e destinate alle attività di ricerca e sviluppo delle nostre aziende, sarà coperto da green jobs.
In Sardegna sono state 8.450 le imprese che hanno investito, tra il 2008 e il 2013, in prodotti e tecnologie – segue –
Graduatoria regionale secondo la numerosità delle imprese che hanno investito o investiranno tra il 2008 e il 2013 in prodotti e tecnologia Green (fonte Rapporto Green Italy 2013)
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“verde”. Le imprese che hanno fatto eco-investimenti sono riscontrabili anche sul piano occupazionale. Il 21,3% delle imprese che prevede di assumere nel 2013 (circa 70mila imprese) sono imprese eco investitrici che doppiano quelle non investitrici (10,9%). Le imprese Sarde hanno creduto a questo modello economico tanto che la Sardegna si trova al 12° posto nella “Graduatorie secondo la numerosità assoluta delle assunzioni non stagionali di green jobs previste dalle imprese nel 2013” e se verifichiamo “la graduatoria sull’incidenza sul totale delle assunzioni della regione di lavoratori non stagionali” la nostra regione si classifica terza.
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Graduatorie regionali secondo la numerosità assoluta delle assunzioni non stagionali di green jobs in senso stretto previste dalle imprese nel 2013 e secondo la relativa incidenza sul totale delle assunzioni della regione (valori assoluti* e percentuali)

Le figure professionali che operano nel green sono particolarmente qualificate e, anche quando si tratta di figure operaie specializzate, devono possedere competenze particolari (in termini di problem solving, capacità di lavorare in gruppo, di curare relazioni con i clienti ecc..). La Regione Sardegna, attraverso al programma Green Future, ha voluto investire in questo modello economico, dando diverse opportunità sia ai giovani disoccupati sardi che alle imprese.

Durante l’evento tenutosi al Sardegna Hotel in via Lunigiana a Cagliari, evento che è stato anche il momento finale per la consegna degli attestati per i corsisti del progetto green Future “Tecnico della progettazione ed elaborazione di sistemi di risparmio energetico” si è cercato di fare il punto sulla Green Economy in Sardegna.
Ci si è chiesto se le autorità hanno consapevolezza del problema energetico? Quale sarà lo sviluppo dell’energia nei prossimi 10/15 anni? Queste sono soltanto alcune delle domande a cui si è tentato di dare risposta.
Al riguardo riportiamo una sintesi dei principali interventi.
Gian Luca Rosetti, Consosrzio SIES, ha cercato di fare una panoramica sulla condizione della Green Economy in Sardegna. “Molto spesso la Green Economy la si identifica come quella dei parchi eolici ma per il territorio quali benefici porta l’installazione di questi sistemi? Hanno un impatto sul territorio molto importante, possiamo confrontarlo con l’impatto che hanno i tralici dell’enel. Ma qual è la sostanziale differenza? Questa si configura nel beneficio comune, condiviso ed accettato. Sappiamo benissimo che i tralici dell’enel sono “brutti”, ingombranti ed hanno un impatto sull’ambiente importante, ma li accettiamo proprio perché sappiamo che portano un beneficio comune: portano l’energia elettrica. Possiamo dire lo stesso delle pale eoliche?
Rosetti aggiunge “un giorno un amministratore mi ha fatto vedere il nuovo parco eolico che aveva fatto installare sul suo territorio ed io gli ho chiesto: ma questo parco genera dei benefici tangibili? Ad esempio la sua bolletta energetica è diminuita. La sua risposta è stata no. Ma allora perché far installare mostri del genere? E qui la domanda “ma gli amministratori hanno reale consapevolezza del problema energetico? E come lo affrontano?”. Sicuramente in un’ottica generale, nazionale, di produzione energetica abbiamo un vantaggio, ossia non acquistiamo l’energia dalle altre nazioni, inoltre i dati confermano che la Regione Sardegna, energeticamente parlando, è autonoma, anzi diamo una mano al resto del paese, ma questo nel territorio che benefici porta? Sicuramente in questo processo troviamo delle idiosincrasie in chi ci amministra, perché non fa il nostro interesse, in chi installa, perché distrugge e deturpa la naturale bellezza della Sardegna, ma queste antipatie vengono superata attraverso la creazione di reti che danno letture differenti alla sostenibilità trovando le connessioni giuste con gli imprenditori e con gli amministratori.
Rosetti conclude “finchè non si assoceranno interventi di produzione di energia al soddisfacimento diretto dei cittadini, questi ultimi vedranno i pali, i pannelli, gli impianti come corpi estranei, invasivi e imposti dall’alto, senza nessun motivo sensato utili all’accettazione di questi interventi”.
Per creare questi presupposti è necessario conoscere, controllare e programmare, solo così si potrà parlare in Sardegna di pianificazione energetica e sviluppo del territorio.
La green economy deve essere pensata attraverso nuovi modelli in processi già esistenti. Oggi siamo tutti consapevoli che le risorse sono limitate e che abbiamo l’esigenza di razionalizzare di trovare letture differenti in termini di sosteniblità.
Lamacchia ALigasDice Francesco Lamacchia, direttore del Centro di Foramzione Unoeffe, “È un nuovo mondo quello con cui oggi ci confrontiamo, un mondo in cui gli imprenditori attenti alla salvaguardia dell’ambiente sviluppano business sostenibili nel settore delle energie rinnovabili”.
Anche Massimo Magno direttore del Centro Ricerche IED – centro che offre servizi di consulenza strategica, formazione personalizzata di alta qualità, tailor made ed advanced training, progetti ed iniziative di sviluppo e di innovazione – ha sottolineato come si senta l’esigenza di leggere la realtà in modo diverso trovando i link con imprenditori con competenze e visione attraverso la cooperazione e la voglia di fare network. Questo network viene anche attraverso la creazione di nuove imprese nella Green Economy.
“Per portare la Sardegna ad un rinnovamento – afferma Massimo Magno – abbiamo bisogno di puntare a nuovi network per realizzare il “salto di qualità” per il sistema produttivo sardo. Attraverso questi programmi di alta formazione per i disoccupati, per le imprese e per i professionisti su supporta la crescita di giovani startup”. Ha concluso il direttore del Centro ricerche IED dicendo che “nei settori delle green economy, come negli altri settori, è molto importante persistere nei propri obiettivi. Ciò che creerà veramente valore sarà quando noi riusciremo a dare ai giovani le giuste motivazioni per poter persistere raggiungere i propri obiettivi”

Luca Galassi, direttore Servizio Governance della Formazione Professionale, Regione Sardegna, è intervenuto sottolineando l’importanza data dalla Regione ai temi ambientali ed allo sviluppo di imprese attraverso il programma Green Future. Un programma concepito all’interno di una programmazione più ampia, finanziata dal POR Sardegna e dal Fondo Sociale Europeo 2007-2013/Asse II Occupabilità, rivolta alla sostenibilità soprattutto nei settori emergenti e in quelli che rappresentano i punti di forza del territorio. Ha detto: “Sono state erogate risorse importanti e non mancheranno le opportunità per sviluppare imprese attraverso programmi e finanziamenti di bandi specifici”.

La chiave della sostenibilità e della Green Economy sta iniziando a aprire le porte di nuovi business nella Regione, sicuramente è difficile scardinare l’esistente ma per avere prospettive c’è bisogno di nuove reti e di nuove idee.

Fonte: Rapporto GreenItaly 2013 (http://www.symbola.net/assets/files/GREENITALY-2013_1383234863.pdf)

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