LE ELEZIONI REGIONALI RILANCIANO INDIPENDENTISMO E SOVRANISMO. VERSO LE ELEZIONI EUROPEE. Adesso ci sono i tempi e ci sono i numeri per fare sistema, misuriamoli alle prossime elezioni Europee. Abbiamo una nuova occasione per essere natzione, per essere espressione vera della cultura politica sarda ed essere un individuo sociale e politico unico in grado di lasciare proprie impronte nel territorio europeo, del quale è comunque oggi parte. Il nazionalismo sardo ha il dovere generazionale di porsi il problema della sua soggettività nell’ambito europeo, anche andando oltre e rimandando le tendenze contingenti di antieuropeismo e di anti euro.

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ELEZIONI 2014
SE L’INDIPENDENTISMO VUOLE LA DELEGA DI GOVERNO METTA IN MEMORIA E PREPARI UNA PROPOSTA DI SISTEMA

SE L’INDIPENDENTISMO VUOLE LA DELEGA DI GOVERNO METTA IN MEMORIA E PREPARI UNA PROPOSTA DI SISTEMA
18 febbraio 2014
COMUNICATO STAMPA
Questa volta nel non voto c’è maturità, è un segnale chiaro. I sardi non hanno trovato, nella scheda, ciò che aspettavano e ciò che sembrava loro quasi scontato. Aspettavano una proposta di sistema, da parte del nazionalismo sardo, in grado di togliere il governo della Sardegna al sistema italianista e invece hanno trovato ben 19 simboli di genesi sarda di cui 12 indipendentisti o sovranisti, divisi in 6 coalizioni. Tutti con l’obbiettivo di diventare egemoni invece fare sistema per cogliere l’occasione, assolutamente favorevole, che si presentava. Le 12 liste indipendentiste o sovraniste hanno avuto una cifra elettorale di circa 170.000 voti di lista e di 220.000 voti al presidente. Tolti i voti di astensione endemica, è corretto presumere, che almeno 200.000 voti non siano stati espressi perché mancava il loro referente elettorale e che tali voti sicuramente non sarebbero andati alle coalizioni italianiste in quanto presenti. Se anche soltanto la metà dei voti esprimibili ma non espressi fossero andati ad una proposta elettorale di sistema indipendentista-sovranista, oggi Michela Murgia o altro sardo libero sarebbe stato governatore e in Sardegna sarebbe “cambiato il mondo”.
Di questo esame non superato bisogna fare subito memoria e non perdere tempo a cantare piccole vittorie di consolazione. Per favore lasciamo perdere la cultura tutta italiana delle piccole vittorie di consolazione, l’esame non è stato superato ma non è una sconfitta è stata una fase che si poteva saltare ma evidentemente i tempi non erano ancora maturi. Non perdiamoci neanche tanto tempo a stabilire responsabilità per la mancata occasione, le responsabilità si sono ma ne parleremo in seguito. Constatiamo che ADESSO ci sono i tempi e ci sono i numeri.
Adesso ci sono i tempi e ci sono i numeri per fare sistema, misuriamoli alle prossime elezioni Europee. Abbiamo una nuova occasione per essere natzione, per essere espressione vera della cultura politica sarda ed essere un individuo sociale e politico unico in grado di lasciare proprie impronte nel territorio europeo, del quale è comunque oggi parte. Il nazionalismo sardo ha il dovere generazionale di porsi il problema della sua soggettività nell’ambito europeo, anche andando oltre e rimandando le tendenze contingenti di antieuropeismo e di anti euro.
Apriamo il discorso, convochiamo insieme una grande assemblea della nazione. SNI, come sempre è pronta a qualunque sacrificio per entrare nel sogno e farlo diventare realtà

BITZI 18-02-14 anno 153° Dominazione Italiana
IL COORDINATORE NAZIONALE

Bustianu Cumpostu

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