gli occhiali di Piero su…

PEPPINO MEREUPEPPINO MEREU
Il 14 gennaio 1872 nasce a Tonara il grande poeta sardo Peppino Mereu.
Una vita difficile, famiglia numerosa, persi entrambi i genitori, carabiniere a 19 anni, si congeda dopo sei anni per ragioni di salute. Malato, in urto col fratello, vive solo e campa la vita come poeta cantadore e come scrivano.
Muore l’11 marzo 1901, a 29 anni, pure ha lasciato tante poesie e più di una traccia nella cultura sarda: anche senza conoscerlo, tanti sardi hanno cantato o recitato i suoi versi, come “Nanneddu meu, su mondu est gai”.
La sua poesia in tristezza e allegria è sempre pervasa di sarda ironia (ho fatto la rima…), come quando tratteggia la maestra di scuola nell’epoca in cui si parla sardo, ma è obbligo parlare e scrivere in italiano:
Signora maestra,
per scriver minestra
no isco si cheret emma maiuscola…
La poesia si conclude con l’appello:
Non fate bordello,
facciamo l’appello:
Francesca Serpente: Presente.
Giuseppa Pignatta: Ammalata.
Gavina Pibiu: A su riu.
Luciana Gasparra: A sa giarra.
Marianna Frisciola: Cussa na’ chi non torrat a iscola.
La madre lo ha detto anche nel forno
che la maestra non capisce un corno
e pius de issa nd’ischit sa pizzinna
e dae cussu l’hat mandada a linna.

HumphreyBogart francobollo usaHUMPHREY BOGART
Il 14 gennaio 1957, a Westwood (Los Angeles) per un cancro alla gola, muore Humphrey Bogart. Affettuosamente detto Bogie, un mito del cinema in bianco e nero (quasi tutti i suoi film).
Grande amico di John Huston che nell’orazione funebre disse di lui: “non si era mai preso troppo sul serio, ma al lavoro teneva enormemente”.
Indimenticabile nei film: La foresta pietrificata, con Leslie Howard e Bette Davis; Una pallottola per Roy (sceneggiato da Huston); Il mistero del falco (regia di Huston); Casabanca con la Bergman; Acque del sud, film dove nel testo si contano due Nobel per la letteratura (Hemingway e Faulkner), sul set conosce Lauren Bacall, 25 anni più giovane, che due anni dopo sarà sua moglie; Il grande sonno; Il tesoro della Sierra Madre; La regina d’Africa (finalmente vince l’Oscar); L’ultima minaccia (quello con la battuta, ormai quasi proverbio, “è la stampa belleza e tu non ci puoi far niente”); L’ammutinamento del Caine; Sabrina; Ore disperate.
Nato a New York il giorno di Natale del 1899, amava andare a pesca in mare col suo battello, ed era un ottimo giocatore di scacchi (avrei potuto metterlo nell’elenco degli scacchisti morti a gennaio): pattò in simultanea contro Samuel Reshevsk, giocatore di livello mondiale, era arbitro nella Chess Federation, quattro sue partite si trovano su Internet.
Gli Stati Uniti gli hanno dedicato un francobollo.

MARIO GORDINI E SETTIMIO GARAVINI
Il 14 gennaio 1944 Mario Gordini e Settimio Garavini, partigiani comunisti, arrestati il 4 gennaio, dopo essere stati torturati, muoiono fucilati a Forlì. – segue -
Mario, nato a Ravenna il 28 gennaio 1911, contadino, dal 1938 nel carcere di Civitavecchia, già il 9 settembre del 1943 comandava le prime azioni delle Squadre Armate Operaie nel ravennate.
Settimio, nato a Castiglione di Ravenna nel 1914, fu tra i primi animatori della Resistenza nel ravennate. Il 4 gennaio ’44 si teneva in casa sua la riunione del comitato clandestino del PCI. La riunione si concluse a tarda notte e alcuni dei partecipanti rimasero a dormire nella casa.
La casa fu circondata all’alba da carabinieri e da fascisti, in numero di settanta, usando bombe a mano contro i partigiani, in quel momento disarmati, li costrinsero alla resa. Gordini, che era appena andato via in bicicletta, fu arrestato subito dopo.
Al plotone di esecuzione Mario rivolse queste parole:
Oggi ci siamo noi ma domani ci sarete voi.
Ancora in vita dopo la scarica di fucileria ebbe la forza di raccogliere un sasso intriso del suo sangue e di scagliarlo contro l’ufficiale che veniva a dargli il colpo di grazia.
La 28ma Brigata Garibaldi prese nome Mario Gordini e un distaccamento della stessa si chiamò Settimio Garavini.

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