Buon 2014 ! I migliori auguri per la Sardegna e per i sardi. Forza paris nei suoi significati di forza insieme e forza uguali!

valentina foto di repertorio
di Franco Meloni
PENSIERO CREATIVO PER IL FUTURO GOVERNO DELLA SARDEGNA
Attilio Mastino, presidente
Salvatore Cubeddu, vice presidente
Giuseppe Pulina/ Sandro Dettori, agricoltura
Michela Murgia/ Vito Biolchini/ Nicolò Migheli, cultura e sport
Gianni Loy/ Piera Loi/ Salvatore Melis, lavoro
Aldo Berlinguer/ Tore Cherchi, economia e bilancio
Alessandro Bianchi/ Cristiano Erriu, urbanistica e enti locali
Maria Del Zompo/ Ettore Cannavera, sanità
Massimo Dadea/ Antioco Gregu, Bustianu Cumpostu lavori pubblici
Gianfranco Bottazzi/ Andrea Murgia, industria,
Paolo Maninchedda/ Gianfranco Fancello, trasporti
Aide Esu/ Francesco Soddu, turismo
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E’ una provocazione? E’ una proposta? Come volete. Il mio intento è solo affermare che nel centro sinistra e nei raggruppamenti indipendentisti e sovranisti ci sono persone di grande capacità, affidabili e prive di coinvolgimenti giudiziari. Ne elenco solo alcune, prese dentro le variegate componenti di quell’area e avuto naturale riguardo alla rappresentanza di genere, generazionale e alla provenienza sociale e territoriale. Non guardate troppo alle assenze. Qualcuno potrebbe giustamente dolersi di non esserci. Si può fare di meglio? Certamente. E poi c’è da lavorare per tutti, per tutti gli uomini di buona volontà che vogliono mettere a disposizione scienza e impegno per la Sardegna, costruendo fiducia e alleanze tra generazioni. Solo come appunto (punta ‘e billettu) ricordo che c’è da costruire buone teorie su come sviluppare l’economia, in sintonia con l’impegno planetario, al riguardo seguendo sollecitazioni di varie provenienze, tra le quali mi piace richiamare quelle di papa Francesco. Tornando alla situazione sarda e alla contingenza politica, si potrebbe anche obiettare che ci sono persone rispettabili e competenti anche nel centro destra. Vero. Ma ritengo che il compito di governare la Sardegna spetti oggi al centro sinistra, dopo cinque anni di autentico disastro delle giunte Cappellacci. E’ possibile che il medesimo giudizio sia condiviso dalla maggioranza degli elettori sardi e che dunque il centro sinistra vinca le elezioni e riesca a portare al governo della Regione quanto di meglio dei figli della Sardegna? E’ possibile. Io lo credo. La condizione è che tutte le componenti di quest’area trovino un programma condiviso, una candidatura comune per un presidente che rappresenti tutti e che tutti rispetti, senza illusioni leaderistiche. Ci vuole responsabilità nei confronti della Sardegna e dei sardi, pensando soprattutto alle giovani generazioni, e consapevolezza che si vince insieme. Forza paris dunque, nei suoi significati di forza insieme e forza uguali! E’ il migliore augurio che possiamo farci. Per quanto possiamo, anche dalle pagine di questa nostra news contribuiamo a questo scopo, nella via pratica indicataci da Gramsci del pessimismo della ragione e dell’ottimismo della volontà.
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Pessimismo della ragione, ma ottimismo della volontà.
La foto di Valentina vuole rappresentare proprio questo bellissimo concetto del nostro conterraneo Antonio Gramsci
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Sardegna-bomeluzo22
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Bellezze-nuragiche su aladinews
La Sardegna senza Sardi?
Demografia e sviluppo nel prossimo futuro

di Vanni Tola
“La Sardegna senza Sardi?”. Era questo il titolo di un convegno svoltosi a Sassari nei giorni scorsi. Un importante momento di discussione che ha stimolato ulteriori riflessioni nel merito di un problema poco esaminato: l’evoluzione demografica della Sardegna. Da decenni nell’isola si registra un incremento demografico negativo. In altri termini, il numero dei nuovi nati e degli immigrati è notevolmente inferiore a quello degli emigrati e dei deceduti. Gli studiosi di fenomeni demografici, elaborando dati reali (censimenti Istat in particolare), hanno indagato sul fenomeno e formulato delle previsioni prefigurando scenari futuri e realizzando ipotesi di evoluzione dell’andamento demografico fondate e attendibili. La considerazione che deriva dalla sintesi di tali elaborazioni è che la Sardegna rischia nei prossimi decenni un’implosione demografica. Una situazione che potrebbe essere caratterizzata da una consistente riduzione del numero dei sardi (alcuni parlano di 300-400 mila unità in meno, ed è l’ipotesi meno pessimistica), dalla scomparsa di centinaia di comuni minori, da un costante invecchiamento della popolazione attiva e da un insufficiente inserimento di intelligenze giovanili nel sistema Sardegna. Ipotesi preoccupanti, difficili da accettare perché pongono in discussione certezze consolidate. La millenaria civiltà isolana messa in crisi dal fenomeno delle “culle vuote”? Eppure è cosi. L’indice di natalità dell’isola è notevolmente inferiore, circa la metà, di quello che sarebbe necessario per mantenere costante la popolazione. L’indice dell’incremento demografico è negativo ormai da decenni in quasi tutta la Sardegna con l’unica eccezione di alcune limitate aree costiere (della Gallura, del Cagliaritano e del Sassarese). Centinaia di paesi potrebbero scomparire per mancanza di abitanti già dai prossimi decenni. La programmazione economica della Sardegna, i programmi di sviluppo, le strategie delle forze politiche impegnate nell’ennesima tornata elettorale, non possono più ignorare il problema, devono anzi considerarlo il punto di riferimento per qualunque nuova ipotesi riguardante lo sviluppo dell’isola. Alcuni esempi. Non ha più senso oggi, per la maggior parte delle amministrazioni comunali, predisporre piani urbanistici di sviluppo considerato che si va incontro a importanti decrementi della popolazione. Allo stesso modo occorre rivedere la progettazione e il ridimensionamento di una serie di servizi pubblici (in primo luogo sanità, edifici scolastici e altri) con riferimento alle previsioni di spopolamento delle aree amministrate. Naturalmente le previsioni demografiche sono appunto delle previsioni, non sono realizzate con la speranza che si concretizzino ma soprattutto per consentire la possibilità di intervenire in modo adeguato per governare le dinamiche in atto. Già alcuni studiosi propongono una lettura meno pessimistica degli scenari di decremento della popolazione, qualcuno formula perfino l’ipotesi che il decremento della popolazione possa perfino rappresentare una opportunità per determinare migliori condizioni di vita per i Sardi “residui”. Altri propongono di esaminare la possibilità di invertire le tendenze demografiche registrate e prevedibili per il futuro prossimo. Una proposta molto interessante e innovativa e che farà certamente discutere è quella avanzata dal prof. Pulina direttore del Dipartimento di Agraria dell’Università di Sassari. Partendo dalla considerazione che in Sardegna si registrano tassi di natalità che sono tra i più bassi al mondo e che i giovani continuano a emigrare, Pulina propone di attivare interventi concreti ed efficaci per invertire la tendenza ad un significativo spopolamento della Sardegna e delle zone interne in particolare. La principale attività dell’isola, l’agro-pastorizia, stante l’attuale andamento demografico tende a diventare nei prossimi decenni una attività praticata quasi esclusivamente da lavoratori anziani, e perfino a essere fortemente ridimensionata nel suo ruolo e nelle sue potenzialità economiche. La soluzione indicata è quella di programmare, per i prossimi dieci anni, l’accoglienza di quindicimila coppie di immigrati, un vero e proprio progetto di ripopolamento o se preferite di riantropizzazione di vaste aree dell’isola come è avvenuto in altre parti del mondo, per esempio in Argentina e Australia. Un progetto che non deve essere inteso esclusivamente in termini di trasferimento di forza lavoro bensì come progetto di inclusione di persone nella nostra realtà garantendo loro progetti di vita validi e accettabili a cominciare dal diritto di cittadinanza per i loro figli. La realizzabilità di tale progetto potrebbe essere favorita da finanziamenti europei già disponibili, ad esempio le risorse del programma Horizon 20.20 per le politiche di integrazione. Milioni di euro che potranno essere spesi dal 2014, se si avrà il coraggio, la capacità e la lungimiranza di predisporre adeguate programmazioni. La Sardegna potrebbe essere la prima realtà europea a realizzare un piano di questo tipo. L’isola si candiderebbe così a diventare un’area geografica di accoglienza e gestione programmata di flussi migratori che potrebbero, a loro volta, concorrere a rivitalizzare una società tendenzialmente minacciata di estinzione o comunque di un drastico ridimensionamento del proprio ruolo nel mondo. Ancora una volta la discussione, il confronto, lo studio di ipotesi di sviluppo valide e alternative alle logiche e alle scelte del passato ci pone drammaticamente di fronte alla necessità di compiere uno sforzo straordinario di elaborazione politica, di crescita culturale, di formulazione di strategie economiche alternative con le quali ci dovremo misurare. Saremo in grado di farlo?

One Response to Buon 2014 ! I migliori auguri per la Sardegna e per i sardi. Forza paris nei suoi significati di forza insieme e forza uguali!

  1. admin scrive:

    APPELLO DI GIOVANI DEL CENTRO SINISTRA SARDO (28 dic 13)

    A tutti i militanti e i simpatizzanti del CentroSinistra sardo
    Ai nostri gruppi dirigenti
    Al popolo democratico e progressista sardo

    “Care amiche ed amici, compagne, compagni e democratici, stiamo affrontando una delle fasi più critiche del CentroSinistra, della sinistra e del Partito Democratico in Sardegna, in un periodo politico tra i più difficili per la nostra isola e in un momento di profondo cambiamento impresso dalle elezioni politiche 2013 e dai quasi tre milioni di elettori che hanno partecipato al congresso nazionale del Pd.

    Scriviamo oggi questa lettera aperta perché non vediamo altro modo con cui esprimere la nostra crescente preoccupazione per le prossime elezioni regionali sarde dal momento che, in attesa di direzioni e assemblee regionali dei maggiori partiti della coalizione, siamo ancora fermi ed ingessati di fronte ai maggiori problemi che attanagliano il CentroSinistra, l’unità dei democratici e dei progressisti, la nascita e la consacrazione della coalizione della speranza in Sardegna.

    Qualche mese fa, Francesca Barracciu ha vinto le primarie di PD e Psi per diventare il candidato Governatore della Regione Sardegna, e alcuni giorni dopo è arrivato un avviso di garanzia nei suoi confronti e nei confronti di tanti Consiglieri Regionali di tutti gli schieramenti politici.

    Conosciamo tutti l’entità dello scandalo che sta sconvolgendo la nostra politica regionale e per questo non ci dilunghiamo nel descrivere la situazione che impone comunque forti riflessioni in un periodo in cui la distanza tra il popolo, le istituzioni e i rappresentanti politici è siderale.

    Una cosa ci preme sottolineare: a due mesi dalle elezioni regionali non sappiamo ancora con certezza chi sarà il candidato della coalizione di CentroSinistra.

    Perché è in seria difficoltà la tenuta stessa della coalizione a causa dell’incertezza dei maggiori partiti che la compongono sull’importantissimo nodo della candidatura a Presidente. La coalizione sarebbe dovuta crescere, ed essere già in campagna elettorale: invece siamo ancora fermi dopo aver perso, per il momento, un importante ed identitario alleato come i Rossomori, ed aver assistito al litigio tra la candidata vincente alle primarie e il segretario regionale della Cgil, le Acli, e il movimento culturale di don Cannavera.

    Il “governatore” uscente è in campagna elettorale perenne con l’utilizzo della sua carica istituzionale e della Zona Franca, e la lista guidata dalla scrittrice Michela Murgia ha iniziato da qualche mese il suo percorso elettorale. Noi invece siamo fermi, in attesa di chissà cosa.

    Qualcuno sottolinea che Francesca Barracciu sia legittimata dalla vittoria delle primarie ma questo silenzio e soprattutto l’imbarazzo di tanti militanti dirigenti e amministratori del Partito Democratico e di Sinistra Ecologia Libertà, l’uscita dei Rossomori, la mancata interlocuzione con Irs, fanno riflettere e ci pongono un interrogativo che vorremo sottoporre anche a voi: perché tutti assieme non facciamo capire che per il bene del CentroSinistra e della Sardegna è meglio che tutti gli indagati per peculato facciano subito un passo indietro in vista delle elezioni regionali 2014?

    Risolveranno le loro vicende giudiziarie e noi siamo convinti che, se dimostreranno di aver agito nel rispetto della legge, usciranno puliti indenni e più forti di prima.

    Ma in questo momento di generale scollamento dalla politica sentiamo il bisogno di scendere in campo senza delle macchie che potrebbero minare il risultato elettorale, perché tra i tanti saremo anche noi ad andare nei quartieri e nelle case popolari, nelle università, nei territori periferici di provincia, nei deserti industriali e nei campi agricoli abbandonati, nelle scuole e nelle palestre fatiscenti a dover chiedere il sostegno per il CentroSinistra.

    In questi giorni sta arrivando nelle case dei sardi un sondaggio sul futuro candidato della regione per la coalizione del CentroSinistra. Il sondaggio noi lo abbiamo già fatto tra la gente che ogni giorno incontriamo in giro, al bar, in treno, all’università, nei mercati, in mensa, in autobus, alle poste e in altri luoghi nei quali il malessere dovuto alla crisi è sempre più accentuato: ciò che emerge è la richiesta di un profondo cambiamento, di un nuovo modo di affrontare la politica ed il suo rapporto con il popolo, di profonda legalità nelle istituzioni democratiche e nel governo dei beni comuni, di umiltà umanità e serietà.

    Su twitter abbiamo lanciato l’hashtag #allertapoliticaSAR che prende spunto dal più drammatico e doloroso #allertameteoSAR lanciato in rete nei giorni dell’alluvione in Sardegna. Noi siamo convinti che un gesto forte, coraggioso e simbolicamente rilevante, di sacrificio con un passo indietro da parte di tutti gli indagati, non rimarrebbe senza conseguenze, ma anzi, che la forza del suo esempio rappresenterebbe la leva per mettere in moto seppur tardivamente la riflessione e l’autocritica di quanti ancora non hanno trovato l’equo bilanciamento tra le proprie legittime aspirazioni personali e l’interesse del CentroSinistra, della sinistra sarda e di tutto il popolo sardo in una fase delicata come questa.

    È necessario cambiare passo e ridiscutere tutto. I nostri partiti, le nostre storie, i nostri principi non possono essere osteggio di vanità personali ed autoassoluzioni. Crediamo che il CentroSinistra possa tornare ad essere unito e competitivo con una profonda discussione interna che riesca a trovare una candidatura condivisa e competitiva per la Presidenza della Regione, con l’allargamento della coalizione a quelle soggettività politiche che possono dare qualcosa in più al CentroSinistra dal punto di vista politico e programmatico come Irs, Rossomori, Sardigna Libera.

    Ma in particolare, occorre che tutto il “ceto politico” della sinistra e del centrosinistra sardo faccia un passo indietro per dar vita alla nascita di una nuova classe dirigente da mettere al servizio del governo della regione e dei territori feriti e dimenticati. Abbiamo voglia di far politica, di essere protagonisti di una nuova “primavera sarda” che possa iniziare nel marzo 2014 con la nascita di un governo democratico e progressista nella nostra regione, che possa dare risposte ai disoccupati, ai giovani, agli studenti, ai disabili, ai precari, agli operai delle nostre fabbriche desertificate dalle false promesse di chi da 5 anni di assoluto nulla governa questa regione.

    Vogliamo essere determinanti nella costruzione di questa alleanza “della speranza” per la Sardegna che parte dell’asse Pd-Sel, abbiamo le energie per farlo, ma tanti di noi saranno costretti a tirarsi indietro nel caso in cui la situazione continui a restare tale e non si riesca a costruire un CentroSinistra vincente, solido, trasparente e orgoglioso dei suoi massimi esponenti e rappresentanti.

    Chiediamo di ammainare le bandiere dei nostri partiti, degli orgogli personali, delle correnti e aree politiche organizzate, per unire tutto il popolo democratico, progressista, della sinistra e degli autonomisti verso la vittoria alle regionali e la liberazione, con un governo competente e forte, delle più alte istituzioni regionali. Siamo tutti necessari e lo saranno soprattutto coloro che andranno sotto il gelo e la pioggia a febbraio ad attacchinare la notte i manifesti, a portare casa per casa i volantini, nelle piazze e nei mercati, mentre nessuno, è indispensabile.

    Mostriamo ancora una volta di essere diversi. Il nostro tempo è adesso, non possiamo rischiare di perdere altri 5 anni”.

    I giovani del CentroSinistra

    (le sigle riportate rappresentano l’adesione associativa e politica dei firmatari che si esprimono a titolo personale)

    Stefano Murroni – Consigliere Comunale Mogoro, Pd

    Michele Schirru – Sel, coordinatore Arbus/Ass. Regionale Sel

    Federico Porcu – Pd

    Stefano Boi – Forum delle Idee Sel

    Eugenio Lai – Sindaco di Escolca, Sel

    Mattia Soi – CentroSinistra (studente universitario fuorisede)

    Gianluca Tocco – Sel, ex Consigliere Comunale Iglesias/Ass. Regionale Sel

    Ilaria Caria – vice sindaco di Samassi, Pd

    Alessandra Casu – Assessore Comunale Villacidro, Sel

    Niccolò Schirru – Assemblea Regionale Sel

    Stefano Masia – Sel

    Laura Contini – CentroSinistra

    Francesca Tuveri – Sel, coordinatrice Guspini/Ass. Regionale Sel

    Federica Carta – Sel

    Alessio Roascio – Sel

    Laura Contini – CentroSinistra

    Pier Francesco Lisci – Sel/Ass. Regionale

    Carlo Usai – Sel, coordinamento provinciale Medio Campidano

    Veronica Porcu – Consigliere Comunale Villaputzu/indipendente di sinistra

    Fabio Moi – Consigliere Comunale, indipendente di sinistra

    Gabriele Piredda – militante indipendente del CentroSinistra

    Cristina Ferru – militante indipendente del CentroSinistra

    La raccolta delle adesioni è aperta all’indirizzo “primaverasarda2014@gmail.com”

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