con gli occhiali di Piero…
CITAZIONE DELLA SERA
Dint’a na grotta scura
dormeno ‘e zampugnare:
dormeno, appese a ‘e mura,
e ronfano, ‘e zampogne
quase abbuffate ancora
‘a ll’urdema nuvena:
e, ghianca, accumparesce e saglie ncielo,
dint’ ‘a chiara nuttata, ‘a luna chiena.
(Salvatore di Giacomo, Nuttata ‘e Natale)
In Sardegna ci vuole un re.
Tradotto il libro del 1714 di Vincenzo Bacallar
“La Sardegna paraninfa della pace.”
Notizia presa da Tramas de amistade.
Di Bacallar ho scritto qualcosa il 23 novembre (vedi Aladin Pensiero).
Un piano segreto per la sovranità: 1712-1714
www.tramasdeamistade.org
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Salvatore di Giacomo, Nuttata ‘e Natale
(dal sito http://guide.supereva.it/bibliofilia/interventi/2010/11/natale-in-lingua-napoletana ) L’autore della poesia “Nuttata ‘e Natale” è Salvatore di Giacomo, il padre della poesia napoletana. Anche lui sceglie di parlare di una grotta. Non è quella però dove nasce il Bambinello. In questa riposano due sconosciuti zampognari, personaggi di non secondaria importanza del presepe. Il poeta sceglie un’angolazione laterale all’evento, lasciando immaginare al lettore tutto quanto è accaduto in precedenza e quello che accadrà dopo, di lì ad un’ora. In una grotta che non è buia ma “scura” come può essere quella di un cuore ed un animo senza luce interiore, dormono gli zampognari. Sono tanto stanchi per il lavoro svolto che sono crollati a dormire in quella grotta. Appese al muro “dormono” anche le loro zampogne che ronfano, russano, ancora gonfie dell’aria che ha suonato l’ultima novena. Nel frattempo, fuori sale in cielo la luce bianca di una luna che rischiara la notte. Manca più di un’ora e si sentono i botti accompagnati dai bagliori dei bengala, mentre si balla e si canta in tutto il vicinato. Il bambinello non è ancora nato, il vescovado non è stato ancora aperto. La gente dopo d’aver mangiato esce di casa sazia e accaldata. Il vento freddo si infila dappertutto filtrando attraverso la cancellata che chiude l’ingresso alla grotta. Sulla paglia pungente della stalla dormono stanchi gli zampognari. Un soffio di vento freddo e intenso passa e scivola su quei corpi che, “a ppare a ppare”, riposano l’uno affianco all’altro. Gli zampognari hanno finito il loro lavoro, hanno diffuso col suono delle loro zampogne l’annuncio della nascita ed ora si riposano, sfiniti, anch’essi in quella grotta scura. In un’altra grotta, quel buio scuro scomparirà per quella nascita che essi avevano tanto cantata. Ma essi forse non se ne renderanno conto. Tutto resta umano.
Nuttata ‘e Natale
Dint’a na grotta scura dormeno ‘e zampugnare:
dormeno, appese a ‘e mura,
e ronfeno, ‘e zampogne
quase abbuffate ancora
‘a ll’urdema nuvena;
e, ghianca, accumparesce e saglie ncielo,
dint’ ‘a chiara nuttata, ‘a luna chiena.
Dormeno: a mezzanotte
cchiù de n’ora ce manca;
e se sparano botte,
s’appicceno bengala,
e se canta e se sona
per tutto ‘o vicenato…
Ma ‘o Bammeniello nun è nato ancora,
e nun s’è apierto ancora ‘o Viscuvato.
Fora, doppo magnato,
esce nfucata, ‘a gente:
ccà d’ ‘o viento gelato,
p’ ‘e fierre d’ ‘a cancella,
trase ‘a furia ogne tanto…
E c’ ‘o viento, e c’ ‘o friddo
ncopp’ ‘a paglia pugnente, a ppare a ppare,
dormeno, stracque e strutte, ‘e zampugnare..
(Salvatore di Giacomo)
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TORO SEDUTO
Il 15 dicembre 1890 nella Riserva indiana di Standing Rock (Dakota) il capo Toro Seduto muore assassinato a colpi di pistola dagli agenti che avevano il compito di arrestarlo. Stessa sorte al figlio Piede di Corvo. (segue)
Colui che, con Cavallo Pazzo, aveva sconfitto il generale Custer al Little Big Horn, si era arreso quasi 10 anni prima e si era lasciato condurre senza ribellarsi in diversi forti e riserve indiane.
Aveva anche partecipato al Wild West Show di Buffalo Bill nel 1883, girando America ed Europa, per 50 dollari la settimana che regalava a mendicanti e senza tetto. Dopo le sue esibizioni a cavallo teneva un breve discorso in lingua sioux al pubblico dei bianchi, quelli applaudivano senza capire che il capo aveva lanciato maledizioni e insulti.
Memorabile il ritratto che Robert Altman fa di Toro Seduto nel film “Buffalo Bill e gli indiani”: il grande Buffalo Bill (interpretato da Paul Newman) fa una meschina figura nel confronto col piccolo saggio capo pellerossa.
La storia è lenta, perchè raccontata prima dai vincitori, ma alla lunga fa giustizia. Oggi il nome di Toro Seduto è oggetto di culto e di rispetto non solo per i pellerossa, che gli hanno intitolato un collegio universitario, ma anche in Danimarca dove una grande scultura che lo rappresenta è stata collocata in un parco.
Negli Stati Uniti le Poste gli hanno dedicato un francobollo.
SCACCHI. LA DIFESA CARO-KANN
La difesa Caro-Kann è una classica del gioco semi-aperto, cioè di quelle partite nelle quali all’apertura con pedone di Re bianco 1.e4 non si risponde col pedone di Re nero in 1…-e5 (in questi casi si parla di partita aperta).
Con la Caro-Kann si risponde a 1.e4 con 1…-c6.
Ma chi erano i due scacchisti che hanno dato il titolo alla difesa?
MARCUS KANN, nasce a Vienna nel 1820. Fu il primo, che si ricordi, a giocare questa difesa contro Jacques Mieses ad Amburgo nel 1885, partita che vinse in 17 mosse e che lo fece entrare nella storia degli scacchi.
Morì poco tempo dopo a Vienna il 3 febbraio del 1886.
HORATIO CARO, inglese, nato il 5 luglio 1862, diede sistemazione e dignità teorica a questa difesa nel 1886, legandovi il suo nome e quello di Kann, sulla rivista Breuderschaft. Visse prevalentemente a Berlino, dove vinse 5 volte il torneo della città tra il 1888 e il 1903.
Si misurò in alcuni match con grandi scacchisti quali Bardeleben. Winawer, Lewitt, pattando, o anche di stretta misura vincendo o perdendo.
Morì a Londra il 15 dicembre 1920.
ETERNO DRAMMA DI META’ DICEMBRE
Non so che cosa regalarti per Natale.
(E non so neppure che cosa regalarmi…)
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