Gli OCCHIALI di PIERO

GLI-OCCHIALI-DI-PIERO1-150x1501413CITAZIONE DELLA SERA
L’inferno dei viventi non è qualcosa che sarà, se ce n’è uno è quello che è già qui, l’inferno che abitiamo tutti i giorni (…) Due modi ci sono per non soffrirne. Il primo riesce facile a molti: accettare l’inferno e diventarne parte fino al punto di non vederlo più. Il secondo è rischioso ed esige attenzione e apprendimento continui: cercare e saper riconoscere chi e cosa, in mezzo all’inferno, non è inferno, e farlo durare e dargli spazio.(Italo Calvino)

LA PERFETTA FUSIONE A FREDDO
Il 29 novembre 1847, a seguito della “mobilitazione popolare” promossa dai capoccioni di Cagliari e Sassari, il re Carlo Alberto “fonde” in un unico Stato il Regno di Sardegna con gli Stati di Terraferma: “una sola famiglia di tutti i suoi amati sudditi con perfetta parità di trattamento.”
La “famiglia” si costituisce tra genti di nessuna parentela, ma la borghesia sarda pensa di ottenere vantaggi dall’estensione all’isola delle riforme date agli Stati di Savoia, Nizza, Genova, Appenino Ligure.
L’opposizione viene tacitata. La Sardegna perde le caratteristiche che gli erano state assicurate dai trattati internazionali che nel 1720 la mettevano sotto casa Savoia: un proprio Parlamento, la presenza di un Vicerè, tutto dipende da Torino.
La Sardegna, 24 collegi elettorali su 204, manderà i suoi rappresentanti al Parlamento subalpino, eletti dal 2% degli abitanti.
Giovanni Siotto Pintor, deputato, unionista convinto all’inizio, passò ben presto a posizioni autonomiste e si schierò con la sinistra parlamentare, insieme con Giovanni Battista Tuveri.
Ben presto ci si accorse infatti che i presunti vantaggi sperati erano illusori e anche tra chi aveva sostenuto la “fusione perfetta” si fece strada l’idea di una battaglia per l’autonomia della Sardegna.
Nasceva la Questione sarda, che ancora rimane irrisolta.
[Svelato il mistero della denominazione di una via di Cagliari, via 29 novembre, traversa di viale Trieste. E’ giunto il momento di cambiare nome. Nel riquadro in basso il dipinto di Giovanni Marghinotti nella sala sabauda del Municipio di Cagliari, che rappresenta la consegna delle chiavi della città di Cagliari a Carlo Alberto il 17 aprile 1941. Il sindaco conte Cao di San Marco e la municipalità si “portavano avanti”. Per ulteriori commenti a più tardi]
salasabauda comune ca
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UNIVERSITà LIAISON OFFICE 14Ma di vera fusione fredda, quella buona e utile, si parla oggi all’Università
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ANGELO BEVILACQUA
29 novembre 1944 Angelo Bevilacqua, partigiano, nome di battaglia Leone,
viene ucciso dalle Brigate Nere. Medaglia d’argento al valore militare.
Nato ad Albisola Superiore il 2 agosto 1895, agricoltore e poi operaio nel porto di Savona.
Soldato nella Ia guerra mondiale, nella quale muore il fratello Gian Battista, è assunto all’ Ilva di Savona nel ’20, si iscrive al Partito Socialista, poi nel ’24 al Partito Comunista. (segue)
Antifascista, viene arrestato per propaganda sovversiva e condannato a 10 anni nel marzo del ’35, esce però nell’aprile del ’37, per l’amnistia concessa alla nascita del principino Vittorio Emanuele.
Dopo il 25 luglio del ’43 organizza scioperi e comizi, viene arrestato e rilasciato dopo un giorno. Dopo l’8 settembre organizza la raccolta delle armi abbandonate dai soldati sbandati e organizza la Resistenza nel savonese, partecipando a numerose azioni e coordinando i gruppi.
Nel novembre del ’44, catturato sul Monte Camulera con altri compagni dalle Brigate criminali, dopo l’inutile interrogatorio del tenente Ferrari, viene pestato coi calci dei fucili e ucciso a fucilate, con lui muoiono:
Pesce Giacomo Miglianti di Murialdo, Sirello Vincenzo Mario di Savona,
Artis Grande Maresciallo di Aosta, De Cicco Roberto di La Spezia.
“Quello che oggi succede a me, può succedere a te domani, con una differenza: io so perchè muoio, tu nemmeno lo saprai.”
(Angelo Gin Bevilacqua al tenente Ferrari che lo interroga).

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