LA MODERN MONEY THEORY: L’ALTERNATIVA AL FALLIMENTO DEGLI STATI
di Deanna Pala
Pochi concetti sono entrati nel glossario di ognuno di noi come il concetto di debito pubblico e di deficit . Poche regole sono diventate nel corso degli anni dei principi guida per ogni contesto come “il rispetto dei conti”. Ogni problema economico, disservizio, malaffare, è in qualche modo attribuito al “debito pubblico che aumenta di anno in anno” e a causa del debito alcuni Stati Europei stanno andando incontro al fallimento e per evitarlo sono in perenne lotta per tenere i “conti in ordine”. Siamo cresciuti con un’idea di Stato costruita intorno alla metafora del buon padre di famiglia, per la quale lo Stato è virtuoso quando non spende più di quello che incassa ed è in grado di tenere i conti in ordine. Per contro gli Stati non virtuosi sono quelli che fanno crescere il loro debito perché sanno solo spendere lasciando ai loro figli solo debiti (addirittura già dalla nascita). Ebbene, questi principi educativi iniziano a vacillare quando si va a vedere altri Stati come il Giappone e gli USA. Il Giappone ha un debito pubblico che si aggira sul 200% del PIL (in confronto al quale anche i paesi del Sud Europa risultano campioni di virtuosismo), gli USA sono in deficit da quando sono nati (e se ne guardano bene dall’inserire il pareggio di bilancio nella costituzione). Eppure non sono sull’orlo del tracollo, nè sono sotto attacco da parte dei mercati finanziari, nessuno impone loro misure di austerity e di tagli. I loro titoli di stato hanno interessi ben più bassi dei nostri che significa che i mercati li reputano più sicuri dei stati dell’eurozona. C’è qualcosa che non quadra… Il nostro buon padre di famiglia europeo sta facendo soffrire i suoi figli pur di tenere i conti in ordine, mentre i padri di famiglia d’oriente e statunitense spendono oltre i loro incassi (tasse). Il Giappone si sta rimettendo in piedi dopo il terremoto e gli USA so stanno riprendendo dalla crisi finanziaria del 2008. Che cosa distingue le due realtà? La sovranità monetaria. Una delle differenze tra le due realtà è rappresentata dalla moneta. Gli Stati Europei devono chiedere in prestito ai mercati la moneta (l’euro) e non possono spendere (stipendi, sanità, scuola, investimenti, ecc) se prima non si accertano di avere “abbastanza moneta” (tassando, tagliando la spesa, vendendo i titoli di stato). Gli altri semplicemente emettono la propria moneta e spendono. La Modern Money Theory teoria economica statunitense (Università del Missouri) descrive quello che semplicemente accade dal 1971 ovvero da quando Nixon ha decretato la fine del gold standard (l’equivalenza tra la moneta emessa dagli stati e le giacenze di oro in possesso dagli stessi). Quel giorno è nata la moneta fiat, la moneta che uno Stato crea dal nulla. Gli stati in grado di emettere moneta sono sempre in grado di ripagare i loro debiti (debiti contratti in realtà solo con se stessi) dunque il debito non rappresenta per loro un vero problema. Come di recente ha spiegato il Nobel per l’economia Stiglitz (peraltro economista non di scuola MMT) “gli Stati Uniti contraggono debiti in dollari. Noi stampiamo quei dollari.” Nei Paesi con moneta sovrana il debito pubblico equivale alla ricchezza dei cittadini. La spesa a deficit dello Stato consente all’economia privata di stare in surplus e consente alle famiglie di accumulare risparmi, secondo le regole algebriche dei bilanci settoriali. Per contro il loro eventuale pareggio di bilancio o surplus di bilancio causerebbe il deficit del settore privato. È lo Stato che spendendo per primo immette la moneta che poi circola nel privato con gli scambi commerciali. Le tasse non hanno la funzione di far acquisire la moneta agli Stati ma hanno solo una funzione di regolazione della massa monetaria. Per gli Stati che non emettono moneta (come l’Eurozona) il debito è un problema, eccome. È un debito vero perché contratto con i mercati ai quali vanno restituiti anche i tassi di interesse (il debito italiano di 1950 miliardi è costituito interamente da interessi accumulati negli anni). Se in aggiunta a questo fatto gli Stati sono obbligati a rispettare i rigidissimi parametri di Maastritch (non possono superare una certa quota di deficit rispetto al PIL) allora è inevitabile che il settore privato cada in una crisi profonda. Se lo Stato non spende e non investe allora dovranno spendere i cittadini al posto dello Stato per avere i servizi essenziali e in più dovranno pagare tasse sempre più alte perché lo Stato deve “trovare i soldi” per la propria sopravvivenza. Un padre che non spende per i suoi figli, potrà avere anche i conti in ordine ma non fa il bene dei suoi figli quando non si indebita per farli studiare o curare….La Modern Money Theory è la teoria economica che ha salvato l’Argentina dopo il default del 2001. In Italia la MMT è stata introdotta dal giornalista Paolo Barnard ed è diffusa da Democraziammt.
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