Gli OCCHIALI di PIERO
MARAT (a gentile richiesta)
Giovanni Battista Mara, frate cagliaritano, lascia il saio nel 1740, abbraccia il calvinismo e si trasferisce in Svizzera, diventa Jean-Baptiste Marat.
Il 24 maggio 1743 avrà un figlio, Jean-Paul, secondo di sette figli.
Il giovane sceglie di studiare medicina, prima a Bordeaux, poi a Parigi. Nel 1765 è a Londra, dove si interessa di politica. Medico veterinario a Newcastle nel 1770, nel 1774 pubblica un saggio, in inglese, che anni dopo ripubblicherà in francese come “Le catene della schiavitù”. (segue) “I princìpi, con la scusa di innovare, gettano le basi del loro iniquo dominio”, la libertà è minata “con sordi attacchi ai diritti dei cittadini”, “alterando i fatti e dando bei nomi alle azioni più criminali”, coprendo “espedienti disastrosi” per risolvere crisi, che essi stessi hanno provocate, “col velo della necessità, dell’urgenza delle circostanze, dei tempi infausti”.
(Cose che succedevano nel 1700…)
Lascia l’Inghilterra nel 1776 e si stabilisce a Parigi. Nel ’77 guarisce da una polmonite la marchesa d’Aubespine e acquista così grande fama di medico e un impiego dal conte di Artois, fratello del re.
Si dedica a ricerche di ottica, anatomia e fisiologia, a studi sul fuoco, sulla luce e sull’elettricità, poco apprezzato dall’Accademia. Per giunta circolano voci che lo descrvono come sovversivo, soggetto pericoloso. Il conte lo licenzia, i clienti facoltosi scompaiono, Marat si deprime, ammalato, fa addirittura testamento.
Arriva il 1789 e Marat si rianima. Scrive in un libretto: “uomini apatici, che si chiamano ragionevoli, insensibili alla vista delle pubbliche calamità, non aprono bocca che per parlare di pazienza e moderazione”.
Il libretto è sequestrato dalla polizia.
Stampa il giornale “L’Ami du peuple”, accusa Necker di speculare sul grano, il ministro ne ordina l’arresto. Fugge in Inghilterra.
Ritorna il 10 maggio e riprende a pubblicare: “il popolo, il popolino, questo popolo tanto disprezzato, la sola parte sana della nazione, che possa imporsi ai nemici della Rivoluzione, ridurli al silenzio, realizzare la grande opera della Costituzione”. “Che cosa avremo guadagnato a distruggere l’aristocrazia dei nobili, se essa è rimpiazzata dall’aristocrazia dei ricchi?”
Il 7 settembre del 1792 è eletto tra i 24 deputati di Parigi alla Convenzione.
Il 17 gennaio ’93 vota per la morte del re, processato dalla Convenzione alla scoperta di documenti che provavano le trattative col nemico.
Ad aprile, processato a sua volta per le accuse dei Girondini, viene assolto e portato in trionfo da diecimila parigini.
A giugno, con l’arresto di 27 deputati girondini la Gironda è politicamente eliminata, ma disordini si creano nelle province.
Marat, gravamente ammalato, scrive in casa, immerso in una vasca.
Il 13 luglio Charlotte Corday, girondina, giunta dalla Normandia due giorni prima, chiede insistentemente un colloquio e infine lo ottiene.
Al momento di congedarsi si mette alle spalle di Marat e lo colpisce con un coltello, il fendente passa il petto, recide l’aorta, arriva al polmone.
Marat muore in pochi minuti. La Corday è sottratta al linciaggio della folla che in poco tempo si è radunata al n.30 di Rue des Cordeliers.
Il 17 luglio sarà ghigliottinata.
La morte di Marat è immortalata nel celebre quadro del pittore David.
[…] BOB DYLAN. Oggi è il suo compleanno, 73 anni. Robert Allen Zimmerman (Dylan è un omaggio al poeta Thomas Dylan) è nato a Duluth (Minnesota) il 24 Maggio 1941. Già famoso negli Stati Uniti nei primi anni ’60, da leader della canzone di protesta a divo rockstar, cinquant’anni di fama e fortuna, addirittura candidato al Nobel per la letteratura. Titoli memorabili: Blowing in the wind, Mr. Tambourine man, Like a rolling stone, The times they are a-changin’. Ebbe una piccola parte nel bel film di Sam Peckinpah “Pat Garret e Billy the Kid, ma era sua la bellissima colonna sonora con la canzone Knockin’ on Heaven’s door, indimenticabile. ——— JEAN PAUL MARAT Il 24 maggio 1743 nasce a Boudry (Svizzera), figlio di un cagliaritano, il famoso rivoluzionario Jean Paul Marat. (Vedi Aladin Pensiero, 27 novembre 2013). […]