Gli OCCHIALI di PIERO
CITAZIONE DELLA SERA
Tornate all’antico e sarà un progresso. (Giuseppe Verdi)
Sarebbe ora, o sardi, di costruire unità e rapporti moderni tra città e campagna, tra zone interne e zone costiere, tra pianura e montagna.
Un intervento dell’amico Fabrizio Palazzari.
Quali Sardegne? Dal “triangolo dell’isolamento” verso la contemporaneità
AMEDEO NAZZARI
Muore a Roma il 6 novembre 1979 l’attore Amedeo Nazzari.
Cagliaritano, nato il 10 dicembre 1907, all’anagrafe Amedeo Buffa, adottò il nome del nonno materno come nome d’arte. Prima infanzia a Cagliari poi a Roma dopo la morte del padre Salvatore, quando ha sei anni.
Esordisce in teatro a vent’anni, poi nel cinema dal 1935. (segue)
Nel 1941 è premiato a Venezia per la sua interpretazione in “Caravaggio, il pittore maledetto”, film di recente ritrovato dalla Rai e che però ancora non si riesce di vedere. Il trionfo arriva con “La cena delle beffe” di Blasetti, dall’opera di Sem Benelli, film “cult” per diverse ragioni (non solo per la celebre battuta “chi non beve con me peste lo colga”), che rifece per la televisione 25 anni dopo, con la stessa energia fisica e interpretativa.
Seguirono i drammi popolari diretti da Matarazzo: Catene, Tormento, ecc.,
lavorò inoltre con registi quali Lattuada, Castellani, Camerini, Germi, Monicelli, Fellini.
Sposato con l’attrice Irene Genna, la loro figlia Maria Evelina è anch’essa attrice di teatro e autrice del libro “Amedeo Buffa in arte Nazzari”.
I simpatici amici sardi di Bareggio-Cornaredo, provincia di Milano, hanno intitolato il loro circolo ad “Amedeo Nazzari”.
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