La SEDIA di VANNI: sulla tutela della salute dei cittadini nessuna tolleranza
Blitz dei carabinieri del Noe a Fiume Santo.
Denunciato per inquinamento il direttore della centrale E.On.
A conclusione di una lunga e articolata attività di controllo i carabinieri del Nucleo Operativo Ecologico di Sassari hanno ispezionato la centrale elettrica della multinazionale E.On di Fiume Santo. La conseguenza immediata dell’intervento delle forze dell’ordine è stata la denuncia, a piede libero, del direttore della centrale termoelettrica Marco Bertolino per gravi inosservanze alle normative vigenti in materia di tutela ambientale. Sarebbero emerse, in particolare, grandi carenze negli impianti di depurazione delle acque reflue che confluiscono nel mare del Golfo dell’Asinara relativamente ai gruppi 3 e 4 alimentati a carbone con gravi conseguenze riguardo alla salubrità del mare. Secondo i carabinieri, inoltre, nella struttura non è stata garantita pienamente la prevenzione contro le polveri di carbone, attuando solo parzialmente l’irrorazione prevista dalle normative. In pratica si è venuto a determinare uno sprigionamento incontrollato di pericolose polveri nell’atmosfera sopra la soglia di sicurezza consentita per i valori rilevati di boro, cloruri e solfati. I controlli dei carabinieri si sono estesi anche agli impianti dei gruppi 1 e 2 alimentati con olio combustibile, ora praticamente fermi ma, oggetto di proroga per 700 ore con disposizione prefettizia per un loro utilizzo in occasioni di emergenza. Anche in questo caso si sono rilevate diverse le anomalie nelle infrastrutture che potrebbero determinare altri rischi per la sicurezza qualora tali gruppi fossero occasionalmente riattivati. Il tutto accade in un’area geografica che da tempo fa registrare livelli d’inquinamento ambientale impressionanti, superiori perfino, relativamente ad alcuni parametri di rilevazione, a quelli pur gravissimi registrati nell’area industriale di Taranto.
Da La Nuova Sardegna on line 18 ottobre 2013
«Bene il blitz di Liori ma ora intervenga il ministro Zanonato»
E.On, il sindacato pronto a spostare la vertenza a Roma. Parole di apprezzamento per l’iniziativa dell’assessore
di Pinuccio Saba
SASSARI. Il giudizio è pressoché unanime: bene ha fatto l’assessore regionale all’Industria Antonello Liori a fare la voce grossa con E.On dopo l’ultima comunicazione ufficiale della multinazionale tedesca che ha praticamente ammesso di aver preso in giro Regione e Governo. Quegli investimenti milionari annunciati da Antoñanzas sono in realtà solo interventi di mantenimento dei gruppi 3 e 4, ma quello che ha fatto andare fuori dai gangheri l’assessore Liori è stata la scoperta che E.On stava ancora predisponendo il progetto per la demolizione dei gruppi 1 e 2, altamente inquinanti e ormai fuori legge. Spiegazione fornita da tale Francisco Rodriguez 20 giorni dopo la richiesta di ulteriori chiarimenti da parte della Regione, probabilmente un disguido a livello di comunicazione che ha permesso di scoprire che il re era nudo.
Ma accertata la nebulosità dei programmi di E.On (quantomeno in tema di investimenti), resta da decidere la strategia che deve portare la vertenza all’attenzione del governo, e del ministro dello Sviluppo Flavio Zanonato in particolare. «È normale chiedere un vertice col ministro vista la totale perdita di credibilità del sottosegretario De Vincenti – spiega Giuseppe Buia, segretario della Flaei-Cisl – che non solo ha preso per oro colato le affermazioni dei vertici di E.On, ma ha indotto la Regione a cadere nel tranello teso da Antoñanzas». «Più che normale è quasi un obbligo che il ministro si decida, finalmente, ad affrontare la vertenza E.On – aggiunge Franco Peana, segretario della Uiltec –. Da tempo chiediamo di incontrare il ministro, ma non abbiamo risposte. Ed è un paradosso se si considera che in cinque mesi i lavoratori di Fiume Santo sono riusciti a incontrare per ben due volte Papa Francesco, ma non il titolare del dicastero allo Sviluppo economico».
Ma per portare la vertenza davanti al ministro è necessaria la mobilitazione della politica. «A tutti livelli – sottolinea Giuseppe Buia –, sia locale sia regionale. Indubbiamente le istituzioni del territorio hanno fatto la loro parte, ma adesso non ci possono abbandonare. Dobbiamo andare a Roma, perché anche il ministro deve conoscere qual’è la situazione dei lavoratori di E.On, e le tensioni sociali che vive il territorio». «E questo significa che se il ministro non ci convoca – conclude Peana – andremo a manifestare davanti alla sede del ministero per spiegare a tutti le ragioni della nostra protesta».
Non tutti, però, apprezzano totalmente il blitz di Liori a Fiume Santo. «È stata una scorrettezza istituzionale nei confronti del territorio – spiega Davide Tellini, assessore alle Attività produttive del Comune di Porto Torres –: da mesi siamo a fianco dei lavoratori di Fiume Santo e la Regione si sveglia solo adesso? Quanto accaduto conferma la necessità di istituire un tavolo locale per coordinare tutte le vertenze dell’industria».
Ed è probabile che il tema venga affrontato oggi, nel corso della riunione della commissione di controllo E.On: è una commissione scientifica, ma l’argomento è troppo importante per non essere affrontato dai rappresentanti del territorio.
La Nuova Sardegna, SABATO, 19 OTTOBRE 2013, Pagina 19 – Sassari
FIUME SANTO
Istituzioni del territorio prese in giro dai vertici E.On
SASSARI Quasi una presa in giro. O se si preferisce un crudele scherzo del destino che ha messo a nudo “Re E.On”. E che ha, a dir poco, contrariato gli amministratori del territorio. In base alla convenzione stipulata più di 10 anni fa tra Endesa, allora proprietaria della centrale di Fiume Santo, e le amministrazioni comunali e provinciale è stata costituita una commissione di controllo che avrebbe dovuto vigilare sugli impianti, soprattutto sull’impatto ambientale di emissioni e ceneri nell’aria. Una commissione che, negli ultimi mesi, ha visto l’amministrazione comunale di Sassari e quella provinciale ritirare i propri rappresentanti per protestare contro la politica della multinazionale tedesca. Solo Porto Torres non ha revocato il mandato – remunerato da E.On con un gettone di rimborso spese – ai propri rappresentanti (il sindaco Beniamino Scarpa e il consigliere Carlo Cossu) che, quindi, ancora siedono all’interno della commissione. Alla riunione di avantieri mattina erano state invitate anche le commissioni consiliari all’Ambiente di Sassari, della Provincia e di Porto Torres. Al termine della il capocentrale Marco Bertolino ha accompagnato gli ospiti in una breve visita-ricognizione all’interno dell’impianto, magnificendo (pro domo sua) l’efficienza di tutti settori, ma senza far avvicinare i componenti della diverse commissioni ai gruppi 1 e 2. Tutto a posto, quindi, anche secondo il sindaco Scarpa e il consigliere Cossu. I rappresentanti di Provincia di Sassari e dei Comuni di Sassari e Porto Torres sono andati via più o meno rassicurati. Fino a quando le agenzie non hanno battute la notizia della denuncia di carabinieri del Noe. Immediata la reazione dei consiglieri di opposizione di Porto Torres che hanno chiesto le dimissioni di Scarpa e Cossu dalla commisione tecnica di E.On, richiesta “formalizzata” da un duro documento del capogruppo consiliare del Pd Massimiliano Ledda che ha accusato la multinazionale tedesca di aver preso in giro i rappresentanti del territorio. Caustici i commenti delle oragnizzazioni sindacali, soprattutto nei confronti degli amministratori che non si erano accorti delle bugie di E.On, commenti poi addolciti con la constatazione che i politici non sono tecnici esperti di termocentrali. E quella di Fiume Santo ha urgente bisogno di corposi interventi di manutenzione, peraltro già annunciati da E.On. Lavori che interessanno i gruppi 3 e 4, mentre per i vecchi gruppi 1 e 2 vecchi di oltr trent’anni – a detta di tutti, carabinieri compresi – c’è un’unica soluzione: la demolizione . (p.s.)