Gli OCCHIALI di PIERO

GLI-OCCHIALI-DI-PIERO1-150x1501413CITAZIONE DELLA SERA
Arti, lettere, onor, tutto è stoltezza
in questa età dell’indorato sterco,
che il subitaneo lucro unico apprezza.
(Vittorio Alfieri)

ERWIN ROMMEL: IL BRAVO SOLDATO DISOBBEDIENTE
Il 14 ottobre 1944 il feldmaresciallo Erwin Rommel muore suicida.
E’ un suicidio obbligato: l’alternativa è un processo per alto tradimento.
(segue)
Il cinema ha spesso raccontato di Rommel “la volpe del deserto”, gran combattente, non aristocratico, che alla fine partecipa alla congiura contro Hitler. Non abbastanza però si è chiarito che l’avversione a Hitler non è un momento, comune a tanti altri ufficiali, che nasce più che altro dalla convinzione che la guerra è perduta e che un folle guida la Germania.
Rommel è culturalmente, fondamentalmente, mentalmente, diverso.
Egli rispetta il nemico, la sua è “Krieg ohne Hass”, Guerra senza Odio; ignora l’ordine di fucilare i prigioneri di guerra ebrei; in Francia non obbedisce all’ordine di deportare gli ebrei; apprezza il coraggio dei soldati italiani, ma disprezza la tronfia retorica dei comandanti fascisti: affibia al governatore della Libia, Ettore Bastico, il soprannome di Bombastico (pallone gonfiato); rifiuta di incontrare Mussolini, col pretesto di essere troppo impegnato in prima linea, mentre va a visitare il maggiore Leopoldo Pardi, ferito a morte in combattimento. Rommel non è razzista: al generale Klopper, nemico catturato al comando di truppe del Sud-Africa, che chiede di essere detenuto, coi suoi ufficiali di pelle bianca, in un area separata dalle sue stesse truppe di colore, risponde: “per me i soldati sono tutti uguali, i neri vestono la vostra stessa divisa, hanno combattuto al vostro fianco, quindi starete rinchiusi nello stesso recinto”.
Quindi chi era il razzista tra i due generali?
Rommel è la dimostrazione storica che chi ha spessore di uomo può disobbedire agli ordini ingiusti, non solo nei zufolevoli tempi democratici ma persino nei terribili anni hitleriani. Certo ci voleva coraggio, il coraggio di chi sa mettere la propria tranquillità personale e la propria vita al secondo posto rispetto alla giustizia: una merce rara anche ai giorni nostri.

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