Dibattito politico. Intervento di Piero Comandini su “La Voce Serafica della Sardegna”.
«Uno degli impegni di questa legislatura dovrà essere dare una nuova struttura
amministrativa e organizzativa alla Regione, che funziona ancora con norme risalenti a quasi 50 anni fa». Così il Presidente del Consiglio regionale, Piero Comandini, in un’intervista pubblicata nel numero di febbraio di “Voce Serafica della Sardegna”, la rivista dei frati cappuccini fondata 104 anni fa.
Una panoramica a tutto campo su problemi, speranze e attese dell’isola: come la scarsa partecipazione dei cittadini agli appuntamenti elettorali, spopolamento, la “risorsa” del fenomeno migratorio, autonomia differenziata, diritto della Sardegna di avere propri rappresentanti nel Parlamento europeo. «La legge 1/77 (nome sulla organizzazione amministrativa della Regione) – ha detto Comandini – non è più funzionale a un sistema socio-economico che viaggia coi tempi della rivoluzione digitale. Il ruolo della Regione non è neutro rispetto allo sviluppo dell’isola, ma è un importante fattore di progresso. Dobbiamo fare una riforma di lungo respiro, e farla presto». Il Presidente del Consiglio regionale richiama la necessità di riavvicinare i cittadini alle istituzioni. «Il tema della partecipazione è un argomento trasversale e riguarda l’attuarsi quotidiano delle dinamiche democratiche. Viviamo una stagione, purtroppo, in cui prevalgono – dice il Presidente del Consiglio – disimpegno e chiusura nel privato. Sembra che non ci sia la voglia di cambiare in meglio neppure ciò che non funziona. Non si vota perché si è persa la fiducia nei meccanismi democratici». «E’ necessario un cambiamento radicale, innescare nuovi processi formativi e valoriali che non possono che iniziare nella scuola e in famiglia». E dalla «politica, che deve dare l’esempio occupandosi del bene comune e non degli interessi di parte». «Negli anni sono stati molti gli esempi, purtroppo, di cattiva politica e sono stati troppi i problemi, le situazioni, anche le crisi in cui la politica è stata assente. Sono un fermo sostenitore di quella politica che papa San Paolo VI ha definito “la più alta forma di carità”.Perché ci si deve occupare degli altri, di chi ha bisogno, di rendere gli uomini e le donne realmente liberi, cioè senza condizionamenti culturali, economici e lavorativi».
Lo spopolamento- secondo il Presidente del Consiglio regionale – va affrontato seguendo due direzioni: « Accoglienza agli stranieri. I cittadini stranieri sono un valore, una risorsa, che ci può aiutare in questo momento a rallentare il fenomeno; unitamente a politiche per ripopolare i paesi, quindi servizi, trasporti, investimenti nelle risorse locali». L’onorevole Comandini tiene a ribadire: «Dobbiamo essere accoglienti. Senza pensare che il fenomeno migratorio sia solo
un problema. Il fenomeno migratorio è una risorsa. Certo, in primo luogo sono necessarie politiche locali e nazionali perché i giovani, attraverso i servizi e il lavoro giustamente retribuito, restino in Sardegna. Viviamo in un paese – aggiunge il Presidente dell’Assemblea – che ha redditi più bassi d’Europa. Solo questo fa venir meno nei giovani la voglia e la responsabilità di mettere su famiglia».
«Abbiamo bisogno del nostro orgoglio di sardi – dichiara l’onorevole Piero Comandini – non per chiuderci, ma per essere protagonisti in un’Europa che vogliamo diversa da quella che negli ultimi vent’anni si è seduta, preoccupata della ricerca del benessere nel campo economico, senza curare, come dovrebbe farsi, l’integrazione politica nella logica della costituzione degli Stati Uniti d’Europa: un soggetto forte in grado di avere un ruolo nel mondo».
Nel numero di febbraio di “Voce Serafica” articoli dedicati alle giornate mondiali del malato e della vita, al significato del battesimo, “cronache francescane” e servizi sul volontario nell’Oristanese e sull’intelligenza artificiale completano il secondo numero della rivista dei cappuccini sardi.
Cagliari, 12 febbraio 2025
Voce Serafica della Sardegna
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