In giro nella rete con la LAMPADA di ALADIN

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L’università e il futuro, in Italia e nel mondo, su www.roars.it
Un suo precedente intervento ripreso da Aladinews
- Un articolo di Tito Boeri su La Repubblica: Gli italiani non sanno leggere e contare. Bocciamo i politici che non pensano al futuro.
- Il rapporto integrale dell’OCSE (in inglese)
- Il rapporto con i riferimenti sul sito dell’ISFOL
- TizianaMori2012_0Tiziana Mori coordina su Cagliari Globalist una sezione informativa sul Terzo Settore

2 Responses to In giro nella rete con la LAMPADA di ALADIN

  1. admin scrive:

    Da L’Unione Sarda 9 ottobre 2013
    Dati allarmanti nella classifica stilata dall’Ocse. Il quadro più nero nelle regioni meridionali Istruzione, l’Italia è maglia nera
    Leggere e far di conto: siamo ultimi fra i 24 Paesi più industrializzati
    ROMA Italiani bocciati sia in lettere che in matematica, piazzandosi addirittura ultimi per competenze alfabetiche, ovvero di lettura e comunicazione, tra 24 stati tra i più industrializzati. Ma non va molto meglio se si guarda alla capacità di far di conto, con il penultimo piazzamento.
    I dati, arrivati da un’indagine promossa dall’Ocse e realizzata per l’Italia dall’Isfol, sono definiti «allarmanti» dai ministri del Lavoro, Enrico Giovannini, e dell’Istruzione, Maria Chiara Carrozza, che però spiegano come il Governo abbia già «adottato diverse misure» e sia pronto anche ad adottarne delle altre per rilanciare l’istruzione.
    Guardando più da vicino le cifre, gli italiani, in una scala che va da zero a 500, nelle abilità alfabetiche, fondamentali per vivere e lavorare, riescono a raggiungere un punteggio pari solo a 250, contro una media Ocse di 273, capitanata da Paesi come il Giappone e la Finlandia. La situazione peggiora scendendo al Mezzogiorno e il confronto internazionale diventa più duro se si analizzano le competenze dei laureati. Infatti l’Isfol evidenzia come «il deficit del nostro Paese è più accentuato per i livelli di istruzione più avanzati». Tra l’altro nella Penisola solo pochi, meno del 30% degli adulti, risultano sopra la soglia che l’Ocse giudica indispensabile. E per i Neet, i giovani che né studiano né lavorano, la quota è pari ad appena il 5%.
    Tuttavia l’Isfol rileva anche delle piccole note positive, rispetto al passato: «si riscontra un processo di contenimento dell’analfabetismo, si riduce la forbice tra anziani e giovani», così come si raccorciano le distanze tra uomini e donne. Passi avanti comunque ancora troppo limitati. Si tratta di numeri che per Giovannini e Carrozza impongono «un’inversione di marcia». L’esecutivo si dice preoccupato soprattutto per i Neet. Con il decreto Lavoro dello scorso giugno e il decreto Scuola approvato a settembre, «sono stati stanziati complessivamente oltre 560 milioni di euro per il triennio 2013-2015», ricordano i due ministri.
    L’associazione sindacale Anief intanto sollecita «obbligo dell’istruzione a 18 anni, più ore in classe e riforma dell’apprendistato»; mentre il leader di Sel, Nichi Vendola, ritiene necessario un «piano straordinario».

  2. admin scrive:

    La situazione è dunque dsisastrosa sia in Italia sia, ancor più, in Sardegna. Ci chiediamo cosa abbiano fatto le Istituzione per farvi fronte. Ci riferiamo in primo luogo alla Regione, ma anche all’Università e alle Scuole. Sappiamo che per combattere la dispersione scolastica e incentivare l’istruzione e la formazione sono stati spesi ingenti fondi, in gran parte di provenienza europea, ma non disponiamo dei dati precisi e soprattutto non abbiamo notizia della valutazione di quanto fatto. I dati ci sono e la valutazione è obbligatoria, ma non ci risulta siano stati gli uni e l’altra oggetto di rendiconto e comunicazione alla società. Nella programmazione dei fondi strutturali europei sono previste ingenti risorse, in parte ancora da spendere (ciclo 2007-2013) o da precisare per quanto riguarda il ciclo 2014-2020. Per quest’ultima fase programmatica la Regione ha già approvato le linee strategiche. Nel documento presente in rete descrive la situazione disastrosa della Sardegna, ma si autoassolve rispetto alle attività svolte “Gli elementi di criticità ( …) descritti non sono semplicemente riconducibili a specifiche cause legate all’azione dell’Amministrazione regionale”. Occorre fare chiarezza. L’investimento in istruzione e formazione è troppo importante per essere lasciato in mano a politici inetti ed irresponsabili.

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