Alessandra Todde dichiarata decaduta. Ma non ancora decaduta. Vedremo cosa accadrà
Su La Nuova Sardegna: https://www.lanuovasardegna.it/regione/2025/01/03/news/regione-la-presidente-alessandra-todde-dichiarata-decaduta-1.100641070.
Un commento a caldo (fm)
La cosa è troppo seria perché venga trattata con una logica di schieramento. Pertanto: 1) attendiamo le motivazioni integrali che hanno portato al provvedimento di richiesta di decadenza della consigliera Todde; 2) giusto sarebbe che il Consiglio regionale prendesse atto di detto provvedimento in attesa del pronunciamento del Tribunale a cui Alessandra Todde ha detto di aver presentato ricorso (come peraltro sembra accada); 3) non si deve nascondere la gravità dell’accaduto, né si può sfuggire alle sanzioni che ne derivano; 4) tra queste vi è la decadenza; 5) ma la decadenza appare una sanzione decisamente sproporzionata rispetto alle mancanze segnalate; 6) per punire la consigliera colpevole di gravissime omissioni si punirebbe tutto l’elettorato sardo, costretto dalla legge a tornare alle urne, con un dispendio enorme di soldi ed energie, stante anche il blocco dell’attività della Regione, con conseguenze decisamente negative per l’intera popolazione isolana; 7) la legge non permette alternative? va bene, ma non esiste che stante la situazione non possa essere messa in discussione; potrebbe farlo ad esempio la Corte costituzionale, opportunamente adita dal Tribunale di prima istanza o dalla Corte di Cassazione; dal ragionamento del punto precedente risulta chiaro che le mancanze e omissioni devono essere sanzionate, nella misura proporzionata alla gravità delle stesse, ma senza danneggiare terzi, che, in questo caso, sarebbe l’intera popolazione sarda.
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Così io penso, sic stantibus rebus.
Vedremo.
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Il commento di Tonino Dessì (su fb)
*Nota in calce.
Prima di precipitarci a commentare, aspettiamo di conoscere la natura e l’entità dell’irregolarità riscontrata dal Collegio.
La legge sulla rendicontazione delle entrate e delle spese elettorali è una legge fondamentale per le campagne elettorali dal 1993.
Si tratta di una normativa che concorre ad assicurare la trasparenza democratica.
Chiunque abbia affrontato una candidatura ne è a conoscenza e ogni candidato o candidata deve aver cura di osservarla, se ha a cuore anzitutto il proprio stesso interesse.
E a parte la premura di scegliersi un mandatario elettorale in grazia di Dio, durante la campagna elettorale il candidato o la candidata partecipa delle modalità di acquisizione delle risorse e delle relative spese, autorizzandole direttamente o indirettamente e così svolgendo una supervisione, che poi dovrebbe esercitare anche prima del deposito definitivo del rendiconto complessivo.
Non farlo costituirebbe una superficialità imperdonabile.
Ora, probabile che la Presidente impugni in sede giurisdizionale il provvedimento del Collegio di Garanzia. Dall’impugnazione si capirà la natura dell’irregolarità e il giudizio verterà sulla sua effettiva insanabilità.
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